Inserita in Economia il 25/10/2018
da Direttore
DEF bocciato anche dai mercati finanziari?
Partiamo da un dato di fatto incontrovertibile : l’austerità liberista dei tagli alla spesa e delle manovre lacrime e sangue per “senso di responsabilità” ha prodotto un “successo” per la Grecia dove, dopo anni di miseria auto-inflitta, il rapporto debito-PIL è passato dal 140% al 175%. E’ per questo che a Bruxelles temono il successo della manovra finanziaria del Governo Conte. E’ evidente che l’affermazione della nuova linea economico-finanziaria dell’Italia determinerebbe una clamorosa sconfitta del fronte austerista e liberista alle elezioni europee di primavera, liberando così il vecchio continente dal suo giogo e, chissà, rilanciando l’Europa unita sotto diversi auspici. Ma i segnali di un ipotetico “golpe finanziario” ci sono tutti, tra un rallentamento delle politiche espansive della BCE per opera di Mario Draghi e una vendita dei titoli del debito italiano provocata anche dal terrorismo mediatico non stop cui siamo quotidianamente esposti a reti unificate fino al declassamento di Moody’s; è facile capire che si cercherà probabilmente di defenestrare, con qualsiasi mezzo, l’esecutivo Lega-Movimento 5Stelle, sostituendolo con uno più vicino al pensiero unico economico dell’ establishment globalista. Non deve sfuggire l’attenzione mediatica su Carlo Cottarelli concretizzatasi con partecipazioni televisive e conuna massiccia presenza sui social. Che fosse lui, già da tempo, il prescelto della tecnocrazia era evidente fin da quando il Presidente Mattarella tentò di imporlo come premier nello scorso mese di maggio opponendosi alla nomina di Paolo Savona quale ministro dell’Economia. Anche allora, sui media italiani fu tutto un fiume di elogi, contrapposti alle preoccupazioni per l´ incompetenza di grillini e leghisti. Tale eventuale situazione sarebbe sicuramente sostenuta dal Partito Democratico, da +Europa e da una corposa truppa di parlamentari della sinistra liberal interna al Movimento 5 Stelle, capitanata dal presidente della Camera, Roberto Fico, che non ha gradito la svolta filo-leghista di Di Maio, Toninelli e soci, nata per evidenti questioni di opportunità ma progressivamente divenuta sempre più organica. Un tentativo di golpe potrebbe partire a seguito della bocciatura del DEF in sede europea e di un ulteriore declassamento da parte di S&P’s scatenando una turbolenza finanziaria che potrebbe costringere il premier Conte alle dimissioni. Le previsioni sono piuttosto prevedibili secondo alcuni analisti. Morgan Stanley per domani, 26 ottobre, si aspetta che S&P’s cambi il rating dell’Italia a ‘negativo’. Nell’attesa ci si può fare una idea dell’aria che tira dalle parti di S&P’s rileggendo quello che ha scritto nei giorni scorsi un economista di Goldman Sachs : “Le tensioni sui mercati dovrebbero intensificarsi per esercitare una pressione sufficiente sul sistema politico italiano per determinare un cambiamento della linea politica e della retorica ad essa associata. Su tale base la situazione dei mercati potrebbe dover peggiorare prima di poter migliorare”. A questo punto, nonostante ci possano essere perplessità sull’attuale Governo, appare evidente che bisogna subito decidere da che parte stare : o con il popolo italiano o con i suoi nemici. Francesco Gallo
|