Inserita in Cultura il 24/08/2018
da Direttore
NICOLINO IL PESCATORE, LA STORIA DELLA MARINERIA SANVITESE IN UN LIBRO
Un Diario per raccontare se stesso ai nipoti diventa un libro, e questo libro si trasforma nella storia della intera marineria di San Vito lo Capo. Nicolino Lucido, classe 1937, pescatore fin da quando aveva 5 anni, voleva regalare agli amatissimi nipotini le proprie memorie, e così ha affidato alle pagine di un diario i suoi ricordi, le emozioni, i desideri e le conquiste acquisite nel corso di una vita vissuta sul mare e per il mare. Questo diario, intenso e sincero, è divenuto un libro grazie alla mediazione di Ninni Ravazza, giornalista e scrittore di cose di mare, e lunedì prossimo, 27 agosto alle ore 21,30, sarà presentato in via Venza a San Vito nell’ambito della rassegna letteraria “Libri, Autori e Buganvilee” curata da Giacomo Pilati. “Nicolino il pescatore”, Qanat Editore, 143 pagine, è la storia di un bambino che a poco più di un anno di età si ammala di una malattia che lo rende invalido, ma che proprio in questa invalidità trova la forza per reagire e diventare uno dei migliori pescatori di San Vito. Non c’è “mestiere” che Nicolino non impari a fare a mare, dalla pesca con lo specchio al cianciolo per le acciughe, alla raccolta del corallo, alla cattura degli enormi dentici e dei totani notturni: in tutti i casi sarà tra i migliori, le sue barche torneranno a terra sempre cariche di pesci e l’uomo sarà invidiato e rispettato. Nicolino racconta la propria vita e le avventure che gli sono capitate, e dalle pagine del diario emerge chiarissimo il grande amore verso il mare e le sue creature, che lo porta a rispettare le prede e a salvare gli animali che non sono funzionali alla pesca, come i delfini capitati tra le reti. Nicolino scrive il suo diario a mano, rigorosamente a stampatello, ed è emozionante appurare come una persona che a scuola è arrivata solo alla terza elementare riesca a esprimersi così bene, dando al suo racconto la forza evocativa che solo una narrazione epica riesce a trasmettere. L’incipit del diario scritto da Nicolino Lucido è un colpo al cuore del lettore: “Questa è la storia di un piccolo grande pescatore invalido che non si è mai arreso”. In realtà tutto il racconto di Nicolino Lucido trasuda di mito ed epos, come ha argutamente scritto la sinologa Vincenza Croce nella sua postfazione “Il male degli Eroi”: un bambino destinato a essere solo un “povero invalido” (così lo definisce un parente) assurge al ruolo di eroe, supera il proprio handicap ed entra nell’olimpo dei pescatori, salva giovani donne e bagnanti che stavano per affogare, inventa nuovi metodi di pesca: “Il Mediterraneo è un mare antico ricco di storia e di storie … e quella di Nicolò si somma a tutte le altre, assumendo i contorni del mito, della fiaba e della favola”. A corredo del racconto del pescatore Ninni Ravazza descrive i metodi di pesca tradizionale praticati a San Vito lo Capo e inserisce un dettagliato glossario per comprendere appieno la narrazione contenuta nel diario.
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