AL TEATRO CIELO D’ALCAMO, IN DUE ATTI, UNA STREPITOSA COREOGRAFIA DI ANNA MARIA CAMPANELLI
IL SUCCESSO, TRA GLI ALTRI, DI SOLIDEA MILAZZO, MARIA GIORLANDO E BENEDETTO VALLONE: SUPERBI
Che piaccia o meno a chi preferisce dedicare la sua vita a parlare degli altri, spesso male, questo nuovo impegno artistico della scuola di danza “Whisky à gogò” di Alcamo, il XXVII in ordine di tempo, come saggio-spettacolo di fine anno, di Anna Maria Campanellli, colloca
“Ballerina” tra le più brillanti scelte coreografiche e interpretazioni artistiche di tutti i tempi, in questa realtà (Alcamo), purtroppo negli ultimi anni un po’ più sonnolente del passato.
“Ballerina”, il cui sottotitolo originale dell’opera è "never give up on your dreams", ovvero "non rinunciare mai ai tuoi sogni", è un saggio spettacolo dedicato ai grandi sognatori, a chi
ancora crede che avere passione e cuore possa fare la differenza nelle grandi sfide della vita (in quelle nelle quali non basta e non serve solo la voglia di arrivare per primi, di dare uno schiaffo agli altri, talvolta di calpestare chi è meglio di te, per il gusto solo di umiliare). Le stesse sfide (molto audaci nel tempo, come lo strepitoso premio "Danza Alcamo" che avrebbe meritato e meriterebbe di più e più attenzione da parte delle istituzioni tutte) che Anna Maria Campanelli e Toni Crisanti, spesso con sacrifici, si intestano per mantenere alti i livelli della migliore scuola di danza del comprensorio, ed oltre senza assolutamente correre il rischio di esagerare.
Basti pensare, in questo caso specifico, alla straordinaria coreografia nella quale ha impegnato una quantità smisurata e qualificata (però) di diversi personaggi (ballerini, attori, comparse) voluti con tenacia in questo spettacolo dalla splendida e mai tramontata coreografa (da ballerina era semplicemente affascinante) Anna Maria Campanelli, che, nel sublime saggio andato in scena al teatro “Cielo d’Alcamo” di Alcamo, ha voluto che lottassero per vincere le sfide che la vita ci pone spesso innanzi anche solo per incentivarci a lottare per la sopravvivenza stessa. È stato, possiamo dirlo con fermezza e determinazione culturale, uno spettacolo fantasmagorico, con lo stesso slancio e entusiasmo, percepito da adulti (presenti tra gli altri i genitori dell´etoille Sara Renda) e da bambini, e in special modo da chi facilmente tende a mollare la presa ma che, invece, avrebbe bisogno di incoraggiamento e di pensieri positivi come quelli copiosamente veicolati sul palco. Anna Maria Campanelli (nel giorno del suo genetliaco) con gli strepitosi Felicie, interpretata mirabilmente dalla giovanissima Solidea Milazzo (una sensibilità che emoziona, capace di trascinarti nel dramma esistenziale che le sconvolge la vita e di farti battere le ali della libertà, specie nell´assolo finale de «Lo schiaccianoci»), Camille interpretata con stile e classe da Maria Giorlando (solo 11 anni, ma con un possesso di tecniche, una grazia e una morbidezza di movimento che lasciano ben sperare e che, al momento, fanno la differenza), Odette da Chiara Catanzaro, Madame Regine Le Have da Brenda Pirrone, il Maestro Merante dallo splendido Alessandro Crisanti (che è riuscito a far commuovere con la sua strepitosa signorilità e, in special modo, con il suo inconfondibile stile mostrato nel segnare uno spartiacque serio tra passione e competenze da un lato e raccomandazioni e prevaricazione dall´altro), Rosita Mauri da Gaia Fundarò (una vera forza della natura), Victor da Clarissa Guastella (una stella sempre più brillante), Rudoph da Benedetto Vallone (che definire straordinario è poca cosa, capace com´è stato di fare sognare, estasiare, trasportare lo spettatore oltre l´angusto confine della temporalità e della caducità delle cose, commuovere), Nora da Chiara Geraci, le amiche di Fetide e Nora da Martina Lombardo e Giulia Ferrantelli (leggiadra promettente ballerina), il direttore d’onera dallo stesso direttore artistico della scuola Antonio Crisanti, il
custode dell´opera da Benedetto Vallone e dalla bravissima Giada Runcio (pregevole impegno e coordinamento raffinato dei movimenti sul palco) e il postino da Alessia Maltese, è riuscita a sconvolgere il pubblico che, a tratti, ha permesso alle lacrime di scivolare sui visi commossi.
Ballerina, per chi non la conoscesse, è la storia di una bambina, Félicie, orfana, che vive in un orfanotrofio in Bretagna e che ama oltre ogni modo danzare, come sua mamma. Il suo sogno è quello di raggiungere Parigi dove c’è la scuola di danza dell’Opéra, studiare e cercare di diventare una grande ballerina. Con l’aiuto del suo amico Victor, aspirante inventore che vede nella Parigi del 1879, quella di Gustave Eiffel, di Haussman e della Statua della Speranza (oggi la statua della Libertà) tante opportunità di far avverare il suo sogno, Félicie raggiunge Parigi prima e, grazie a una giornata che appare inizialmente sfortunata, anche l’Opéra, vista finora solo in cartolina. Qui comincia l’avventura di una piccola donna che pur di seguire la musica e la passione per le scarpette da ballo, è disposta a fare qualunque cosa per studiare all’Opéra e ballare a fianco di una famosa Etoile.
Non è stato il solito saggio-spettacolo a cui ci hanno abituati alcune scuole, è stato, senza possibilità di smentita, qualcosa di più.
Quello che ci ha proposto la “Whisky à gogo” di Anna Maria Campanelli e Tony Crisanti è una terapia, è uno spettacolo di danza che ti costringe a guardarti dentro e a prendere le distanze dai piagnistei, un racconto sulle punte che è quasi uno schiaffo che ti sveglia dal torpore e che ti scuote le emozioni iniettandoti autostima e voglia di fare, il tutto attraverso una selezionata varietà di musiche curate, come service, dagli strepitosi Raneri.
Ballerina è uno spettacolo di danza semplice, prevedibile nella progressione narrativa e nello sviluppo delle dinamiche tra i vari personaggi, ma che è riuscito a divertire, a raccontare più storie in una, a far ridere e piangere, a far riflettere, il tutto condito da una straordinarietà artistica davvero eccellente. Ha fatto emozionare. Sicuramente incantare. “Ballerina” ha insegnato, ai tantissimi spettatori che hanno riempito entrambi i piani del teatro, che se hai un sogno, hai quanto di più prezioso tu possa possedere. Hai un motivo per combattere, per superare le cadute, per smettere di piangere quando l’allenamento fa male, per sognare a occhi aperti, per sentirmi eccitata ogni volta che indosso i pattini a rotelle o ogni volta che si avvicina l’ora dell’allenamento, per pensare e escogitare un modo di migliorare sempre di più… Insomma, non è vero quello che diceva la Suora direttrice dell’orfanotrofio a Félicie, non è vero che non si deve credere nei sogni perché la vita è difficile. In fondo è vero, per Felicie la vita è stata difficile perché non aveva la mamma e il papà ma lei non si è mai arresa, non ha mai abbandonato i suoi sogni. La vita disegnata attraverso questa eccezionale interpretazione artistica e rivisitazione coreografica, secondo Anna Maria Campanelli è bella, soprattutto quando ci abbracciamo e ci diamo i bacetti ma senza sogni sarebbe più triste. Ciascuno di noi sogno di diventare qualcosa o di raggiungere una meta. Saremo caduti molte volte ma ci siamo sempre rialzati. Ma la stessa vita della scuola è il risultato di una non comune tenacia artistica.
Se non sognassimo che cosa faremmo?
Ha avuto ragione Félicie a non smettere di sognare e a combattere per diventare una grande ballerina e alla fine ce l’ha fatta!” Come ci sono riusciti Anna Maria Campanelli, una icona della danza siciliana, e, da poco, i figli Gianluca e Alessandro che continuano a mietere successi e che ci auguriamo possano andare oltre e raggiungere il loro sogno.
Seguire la passione nella scelta è ciò che ci permette di diventare grandi, come ha sottolineato la stessa Anna Maria Campanelli.
Fèlicie, a un certo punto della storia, conosce Camille, personaggio centrale che, in qualche modo, la aiuterà a entrare alla scuola di danza dell’Opéra.
Fèlicie e Camille hanno una cosa in comune: entrambe ballano e vorrebbero diventare delle grandi ètoile.
Camille si allena da quando era piccola, ha padronanza della tecnica e tutti gli strumenti per allenarsi quotidianamente.
Fèlicie, invece, non sa ballare ma ha la passione che le brucia dentro e una fame implacabile di imparare.
Ma Anna Maria Campanelli, la cui sensibilità culturale commuove, ha voluto lasciare un messaggio ai bambini, ai ragazzi, ai suoi tanti allievi impegnati nell’opera.
A Gloria Bellomo (che delicatezza), a Greta Catania, a Beatrice Di Giuseppe (davvero eccezionale), a Teresa Giannola Impellizzeri, a Sara Pirrone, a Carola Renda, a Beatrice Chiarelli, a Vincenza Melia, a Irene Pellegrino, a Sofia Ruggeri, a Giulia Renda, a Vittoria Sorrentino, a Giada Runcio (il suo sorriso ha rincuorato i tanti che sperano nella danza per ingentilire una umanità sempre meno coesa e sempre meno.buona), a Aurora Ammoscato, a Federica Ciotti, a Martina Costanza, a Olga Crispino, a Dalila Mazzara, a Alessandra Mustazza, a Marta Coppola, a Anna Solina, a Benedetto Vallone (inutile ripetere che possiede dentro la danza), a Giulia Ferrantelli, a Chiara Gemei, a Maria Giorlando (la vittoria della sobrietà e della raffinatezza), a Martina Lombardo, a Solidea Milazzo, a Alessia Maltese e a Chiara Catanzaro ha voluto trasmettere, attraverso questo saggio-spettacolo, la necessità che ciascuno di noi dovrebbe avere di sognare, di non arrendersi mai.
Tutto ciò, infatti, rende più sopportabili le delusioni che, al contrario, si trasformano in opportunità di miglioramento: questo è il messaggio di “Ballerina” con la coreografia di Anna Maria Campanelli. Potrà capitare (sarà successo a tutti) di incontrare persone come la madre superiore dell’orfanotrofio che vorranno far credere che la vita è spietata e che i sogni non si realizzano mai, o come Camille che vi tratteranno come nullità, ma il segreto è quello di continuare a sognare, impegnarsi, rialzarsi dalle cadute e vincere. Non medaglie o coppe, ma vincere le proprie paure, superare i propri limiti e assecondare le proprie passioni cavalcandole insieme alle emozioni che regalano.
L’opera, in due atti, ha visto alternarsi 38 quadri, uno migliore dell’altro. Una vera eccellenza artistica nel giorno del compleanno della maestra Anna Maria Campanelli. Un vero successo per i docenti della scuola Anna Maria Campanelli, Chiara Catanzaro, Gianluca Crisanti,
Alessandro Crisanti e Clarissa Guastella. Hanno scritto gli allievi «l´importante è avere un cuore per amare» e Anna Maria Campanelli, che quel cuore mostra continuamente di possedere, commossa, ha voluto dedicare, con le lacrime agli occhi, il suo successo all´amica Teresa Cavataio che nell´associazione aveva vissuto una parte consistente della sua, purtroppo, breve vita.