Inserita in Salute il 15/06/2018
da Direttore
LA CHIESA TRAPANESE A FIANCO DELL’ASP PER LA DONAZIONE DI ORGANI
Sottoscritto ieri pomeriggio alla curia vescovile di Trapani un protocollo d´intesa tra l’Azienda Sanitaria Provinciale di Trapani, la Rete Nazionale Trapianti e la Diocesi di Trapani, per la divulgazione e la promozione della cultura della donazione e del trapianto di organi e tessuti.
Attività che si esplicherà attraverso la realizzazione, anche in collaborazione con le associazioni del territorio, di convegni, giornate informative e formative sulla donazione, nonché di eventi in occasione della Giornata nazionale della donazione e trapianto di organi e tessuti, indetta annualmente dal ministro della Salute. La diocesi promuoverà tramite le proprie attività sul territorio la cultura della donazione e diffonderà attraverso i propri collaboratori informative periodiche sulla donazione e il trapianto di organi e tessuti, compreso il modulo per l’espressione di volontà di donazione degli organi del Coordinamento Locale Trapianti.
Il protocollo è stato siglato dal commissario dell’ASP Giovanni Bavetta, dalla presidente del Centro regionale trapianti Bruna Piazza e dal vescovo di Trapani Pietro Maria Fragnelli.
“La donazione degli organi – ha detto Bavetta - è un atto di grande civiltà e di rispetto, ma soprattutto di amore, per la vita. Quando viene a mancare una persona amata non sempre è facile e spontaneo, in un momento di sofferenza così profonda, pensare agli altri, pensare a qualcuno che è malato e che, se non avrà un nuovo organo, avrà un’aspettativa di vita molto bassa. Spesso in passato accadeva di trovarsi di fronte a pregiudizi, di fronte a questo argomento e per questo è importante informarsi, scegliere e decidere in vita come esprimersi rispetto alla donazione. Occorre allora una promozione di una corretta informazione sulle tematiche della donazione e del trapianto, che risponde ai valori di solidarietà, di umanizzazione, e di promozione sociale. Riteniamo che questa intesa con la diocesi, che sensibilizzerà su questo tema la comunità cattolica trapanese, e l’apertura alla collaborazione con il fervido mondo dell’associazionismo, faranno fare grandi passi in avanti per il radicarsi nel nostro territorio della cultura della donazione degli organi”.
“Ad alimentare un’autentica cultura della vita - ha annunciato il vescovo Fragnelli - merita un particolare apprezzamento la donazione di organi compiuta in forme eticamente accettabili: questo pensiero di San Giovanni Paolo II è alla base del protocollo che la Diocesi di Trapani ha firmato con l’ASP. Consapevoli delle conquiste della scienza in questo campo e dell’acquisito riconoscimento del fatto che l’accertamento della morte è nella cessazione di ogni attività encefalica, la Chiesa riconosce la liceità della donazione di organi e tessuti dal corpo di una persona certamente morta. Il dialogo tra le due istituzioni porterà, si auspica, all’aumento del consenso informato e della disponibilità a tali donazioni. Il Vangelo spinge a ‘questo gesto di autentico amore, quando si è certi che non si fa un utilizzo ‘oggettuale’ del corpo della persona deceduta e si offre una possibilità di salute e talvolta di vita a malati privi di speranza’. Guardando con affetto agli oltre 700 malati che in Sicilia sono in attesa di trapianto, la Chiesa ritiene suo dovere contribuire a formare con scienza e coscienza in questa materia quanti frequentano le comunità parrocchiali e le associazioni. Il Signore che ci ha donato il Vangelo della Vita sulla terra e nel cielo – ha concluso - ci riempie di fiducia e responsabilità in questo cammino”.
Subito dopo, sempre a Trapani, al Palazzo del Governo, è stato poi presentato il progetto-obiettivo del Piano sanitario nazionale "Donazione organi e tessuti: dichiara il tuo si a sostegno della vita", di cui è titolare l’ASP di Trapani, che ha individuato come referente il coordinatore locale trapianti Antonio Cacciapuoti. Sono intervenuti al convegno, moderato dalla responsabile della formazione e della comunicazione dell’ASP, Antonella La Commare, insieme ai firmatari del protocollo, anche il prefetto di Trapani Darco Pellos, la senatrice Paola Binetti, la dirigente generale del dipartimento per le Attività sanitarie della Regione Siciliana Maria Letizia Di Liberti e il direttore sanitario aziendale Salvatore Requirez.
Cacciapuoti ha illustrato il progetto, finanziato dalla Regione. “E’ suddiviso – ha spiegato – in due parti: la prima riservata a migliorare l’organizzazione complessiva interna e il coordinamento tre le tre rianimazioni ospedaliere di Trapani, Marsala e Castelvetrano. Nella nostra provincia, dopo tanto tempo abbiamo invertito la tendenza e in poco più di un anno abbiamo effettuato cinque prelievi multiorgano. Ci scontriamo però con un tasso di opposizione che è più alto di quello siciliano nel suo complesso, che è già più alto della media nazionale, e per questo la seconda parte del progetto verte sulla conoscenza e sulla sensibilizzazione sul tema delle donazioni d’organo, e il protocollo con le associazioni e il vescovado ne è un esempio”.
“Una direttiva rivolta ai direttori generali e ai commissari delle aziende sanitarie e ospedaliere – ha detto la Di Liberti - è stata appena inviata dall´assessore alla Salute Ruggero Razza per richiamare l´attenzione sul tema delle donazioni e dei trapianti di organi e tessuti per i quali si registra in Sicilia un calo rispetto allo scorso anno. Obiettivo è quello di invertire il trend dei primi sei mesi del 2018, durante i quali il vi è stato un dato decrescente rispetto all’andamento che si era registrato nel 2017. Le 712 persone oggi in attesa in Sicilia di un trapianto non possono più aspettare”.
Nel suo coinvolgente intervento la senatrice Binetti ha sollecitato tutti i portatori di interessi “a sedersi insieme e a condividere, perché occorre una convergenza che sia bioetica, bioscientifica e biogiuridica”.
“La rete trapiantologica siciliana – ha aggiunto Bruna Piazza – ha come riferimento il gioco di squadra, perché solo mettendo insieme competenze e professionalità si posso raggiungere gli obiettivi. Ricordando come i prelievi d’organo facciano parte dei Lea, i livelli essenziali di assistenza, ha sollecitato a non lasciare soli i coordinatori locali che svolgono un ruolo centrale all’interno della rete”.
I lavori sono stati conclusi da Requirez che ha sottolineato come occorra rivolgersi in particolare “al mondo della gioventù, esaltando il senso civico della donazione. Occorre infatti un lavoro di formazione a lungo termine per l’acquisizione del consenso”.
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