Inserita in Cultura il 16/05/2018
da Direttore
Palermo Capitale Italiana della Cultura 2018 promuove “Showcase”
La decisione è del Comitato Scientifico che ha valutato la mostra di Gabriele Fedele secondo la sintesi del testo a cura del critico d’arte Paolo Battaglia La Terra Borgese: “C’è un segnale d’evoluzione molto forte nel titolo tematico: l’intersoggettività tra le coscienze dei giovani e meno giovani. Il concetto, viene da dire, lascia intravedere prospettive e spazi di dialogo e confronto del tutto nuovi, ma non inattesi, elemento di gran peso per l’organizzazione di un percorso comune a tutti gli internauti e al loro ingresso nei social. Il punto focale sta non tanto nella vetrina del mondo attuale quale cultura dei valori umani mistificati, quanto nel ritrovare nelle opere di Fedele le coscienze degli uomini più fortemente collegate e tese alla condivisione di idealità vissute e comparate, più che lette in apparenze senza pregio e consistenza secondo realtà che non corrispondono a fatti. Sappiamo che il compito specifico dell’artista è di segnare la tela per renderla custode di un tempio interiore, della comprensione vissuta come introspezione e dialogo con sé stessi, così che questa sia l’anello di congiunzione tra pensieri a confronto col fine di fortificare l’aspetto morale dello spettatore e dello stesso artista che sempre si migliora. Ora, rendendo esplicito ciò che era sottinteso, il dialogo diventa estensivo ed espansivo. Non più un dipinto, ma più pezzi d’architettura da leggere; la ricerca diventa comune e l’astrazione del concetto crea un senno condiviso la cui base in questa mostra è fornita dall’audace Gabriele Fedele per suggerire di imparare a sacrificare ogni egocentrismo. In nome di questa amicizia globale e di queste preferenze, l’Artista dedica un omaggio e un ricordo permanente a favore delle necessarie intransigenze, imposte dalle mille e una cospirazioni macchinate per mascherare o celare il vero ruolo della cultura nella nostra vita oramai oppressa dalle esteriorità”. Ma in realtà come cresce e si realizza questa ideale pittura? Paolo Battaglia La Terra Borgese continua: “Sono linee non casualmente spezzate e imperfette che vanno aggiustate con la mente, ricongiunte perché si realizzi l’accesso alla nozione del concetto esposto, chiave della vita. Ogni asta verticale costituisce il principio attivo mentre orizzontale è tracciata quella del passivo, per trovare rappresentato, o idealmente, il centro della vita: il cerchio. È il tentativo di ricongiungere il mondo materiale con il mondo superiore. Energie positivo-negative in una dimensione atemporale per lavorare il cerchio trovato, come nell’omaggio a Robert Ryman dove Fedele regge la triade spirito, anima, pensiero. Traendo dunque ispirazione da artisti minimalisti e concettuali come Ryman niente è figurato, nessuna forma è distinguibile, e l’impegno viene concentrato tutto sull’azione pittorica in sé. Le cromie, la loro composizione, l’apparente mancanza di colori nei suoi dipinti testimoniano le apparenze, i vizi umani che nel web trovano casa. La metafora, l’alterigia, la boria e la prosopopea prendono arte e parte nelle elaborazioni artistiche: spruzzi di vernice lavorano su immagini pure già esistenti perché il colore si faccia anima del concetto dell’inganno ed esprima una residua capacità di indignarsi. Sono figurazioni di momenti di vita recenti di questo artista nato a Milano da genitori pugliesi. Un percorso che inizia quasi 7 anni prima d’oggi. È l’evoluzione dai primi lavori geometrici e coloratissimi sull’inserimento urbano. Oggi spruzzi di vernici per lasciare marchi evidenti di cultura familiare e tanti sono i segni dell’educazione ricevuta da padre e madre sarti: il riciclo dei materiali, la manualità e il senso creativo e ricreativo. E se da una parte alcuni dipinti su tela raccontano il punto di partenza, le cartoline comprate ad un mercatino in Germania e raffiguranti opere di grandi maestri sono trasformate dal colore per far vivere la memoria ed esprimere dunque gli empi cambiamenti socioculturali; mentre opere su carta dipinte sopra una vecchia enciclopedia di “cucito” fanno vivere le tradizioni della famiglia d’origine ed il suo focolare. Come nel linguaggio umano, i dipinti si occupano di avvenienti passati, futuri e lontani in un sistema di comunicazione aperto. Uno degli avvenimenti più importanti nella storia del mondo occidentale fu l’invenzione della stampa, nel IV secolo, e cartoline e carta stampata sono ora mezzi educativi di Fedele, cioè l’insegnamento dell’atteggiamento sociale, delle buone maniere e dei mezzi per affrontare la necessità quotidiana della vita associata senza scadere nella pantomima, perché l’arte riprodotta nelle stampe utilizzate dal nostro artista racconta una società coeva meno falsa, o, forse, con minori mezzi per falsarla. La domanda è dunque dove stiamo andando e a cosa porta realmente tanta tecnologia, tanta velocità e tanta amicizia nei social sulla pista di internet. Gabriele Fedele racconta con pittura non figurativa che non sa se condividere queste prospettive umane: la nostra civiltà tecnologica, con la sua rapidissima evoluzione, non dà quasi tempo all’uomo di adattarsi psicologicamente al progresso che ripropone malattie come la nevrosi degli anni Sessanta la cui idea viene riaffiorata dall’Artista spruzzando la stampa di un’opera di Andy Warhol. Ma è nella sartoria che Fedele trova la sua origine e ragiona sulle mode. La moda spesso non si ricollega più alla funzione, e diviene un sostituto del progresso nella progettazione, così i colori delle opere di questa mostra escludono qualsiasi interesse per il valore del segno, della forma o della materia, fatta eccezione del significato ancestrale”.
Vernissage Venerdì 18 Maggio 2018 ore 19, alla presenza del critico dell’arte Paolo Battaglia La Terra Borgese, presso lo Studi legali “La Pesa_Lenoci_Cassa, Catalano & Pastoressa_Legal Research-Gentile & Partners_” in via Sciuti 103 a Palermo.
|
|
|
|
|
|
|