Inserita in Cronaca il 09/02/2013
da redazione
“Più tutela per le aziende confiscate e per i lavoratori”
“Rafforzare l’impegno per la tutela dei lavoratori delle aziende confiscate alla criminalità organizzata facendo in modo che tornino a essere attività produttive piuttosto che fallire o chiudere come è avvenuto nel 90 per cento dei casi”.
Questo l’obiettivo che si sta ponendo a livello nazionale la Cgil, che ha già avviato la campagna per la raccolta di firme a sostegno della proposta di legge di iniziativa popolare “Io riattivo il lavoro – Misure per favorire l'emersione alla legalità e la tutela dei lavoratori e delle aziende sequestrate e confiscate alla criminalità organizzata”.
L’iniziativa è stata illustrata ieri mattina anche a Trapani in uno dei luoghi simbolo della lotta alla mafia. La “Calcestruzzi Ericina” è infatti l’azienda che venne sequestrata al boss Vincenzo Virga, nel giugno del 2000. Alla conferenza stampa, oltre alla segretaria generale della Cgil, Mimma Argurio, ed alla segretaria della Spi-Cgil, Antonella Granello, erano presenti anche Giuseppe La Greca del dipartimento nazionale legalità e sviluppo, Vito Lo Monaco del centro studi “Pio La Torre”, ed il giudice Pietro Grillo in rappresentanza dell’associazione nazionale magistrati. Presenti all’incontro con i giornalisti anche gli esponenti delle associazioni Libera, Arci, SOS Impresa e Lega delle cooperative.
“Questa proposta di legge di iniziativa popolare – ha detto Antonella Granello – nasce dalla convinzione che si può combattere la mafia con le armi della legalità economica. Da ciò che è stato ripulito, come nel caso delle aziende confiscate, può ripartire il riscatto di un intero territorio fondato sul lavoro e sulla dignità”. Per arrivare a questo obiettivo ovviamente la Cgil conta sull’appoggio del prossimo Governo Nazionale, al quale sarà avanzata la proposta di legge una volta raccolte le firme necessarie. “Non bisogna lasciare da sole queste imprese che riaprono alla legalità – ha sottolineato in proposito Mimma Argurio – e dunque c’è bisogno dell’apporto delle istituzioni. Purtroppo abbiamo assistito a tante aziende che dopo la confisca sono state abbandonate a se stesse.
Ci sono state persone che hanno perso il lavoro e per questo hanno addirittura pensato che la mafia dava loro il lavoro, cosa che lo Stato non era invece riuscito a garantire. Bisogna dunque cambiare le cose: le aziende sequestrate alla mafia devono diventare presidi di legalità e lavoro”. Tra i punti della proposta di legge, uno molto importante punta a creare incentivi economici da parte dello Stato per tutte quelle imprese sane che vogliono risollevare un’azienda confiscata. Un'altra proposta è invece quella di reintrodurre gli ammortizzatori sociali per i lavoratori che erano occupati all’interno dell’impresa confiscata, in modo da garantire loro un reddito in attesa che l’azienda stessa riparta.
Michele Caltagirone
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