Inserita in Tempo libero il 20/02/2018
da Direttore
Digital stress: whatsapp, social network, assenza di rete, giga finiti, le principali cause di stress all’epoca di facebook e instagram secondo lo psicologo del buonumore
Le nuove frontiere della stress sono tutte digitali. Se un tempo le fonti di ansia e preoccupazione erano perlopiù causate da figli, relazioni sentimentali complicate, frustrazione sul posto di lavoro e paura di non arrivare a fine mese, ora a creare agitazione e pensieri negativi, quelli che provocano mal di pancia e tachicardia, o che non fanno dormire la notte, ci si mette anche la tecnologia.
“Da qualche tempo ormai viviamo in una condizione di connessione perenne, che ci porta a pensare di dover sempre essere attenti e pronti a una risposta immediata. Ma fra chat, social network, e mail e applicazioni varie non stacchiamo mai gli occhi dal telefono, né tantomeno la testa dagli impegni”, sostiene Terenzio Traisci, psicologo, formatore e ideatore dell’Ingegneria del Buon Umore, autore del libro ‘Felicemente stressati’, una guida che insegna a vincere lo stress attraverso la risata.
Traisci, che ha anche una seguitissima pagina Facebook sulla quale pubblica pillole quotidiane di buon umore (https://www.facebook.com/terenzio.traisci/), stila la classifica dei motivi che causano maggior stress in epoca 2.0:
Whatsapp: la chat più utilizzata del mondo, di proprietà di Mr. Zuckerberg, è sicuramente uno dei principali motivi di stress e tensione, causa di litigi fra coppie e amici. Solo per fare alcuni esempi: Ø quando va in crash e ci sembra di essere isolati dal mondo
Ø quando ti aggiungono in mille gruppi, animati da persone spesso troppo ‘attive’
Ø quando l’interlocutore non risponde nonostante la doppia spunta blu
Ø i messaggi vocali: c’è chi riesce a mandarli lunghi anche 5 minuti!
Ø quando ricevi chiamate e video chiamate e sai già prima di rispondere che la comunicazione sarà un incubo
Ø quando i clienti o i fornitori ti scrivono a qualunque orario e in qualunque giorno della settimana, anche nel weekend
Secondo Traisci, “Le chat sono passate dall’essere una rivoluzione epocale nel modo di comunicare, poiché hanno fornito alle persone l’opportunità unica di comunicare con una rapidità e con una varietà prima inesistente, al tramutarsi un incubo poiché ci fanno sentire sempre forzatamente reperibili, a dover accorciare i tempi di risposta, costringendoci a una rapidità costante che genera ansia”.
Assenza della rete wi-fi: in assenza di rete la sensazione è quella di non poter più comunicare con il resto del mondo, ci sentiamo persi, anche se l’isolamento dura solo qualche ora (o minuto): “Siamo convinti che l’iperconnessione, intesa come necessità di essere sempre sul pezzo, sia un male necessario, a cui non è possibile in alcun modo rinunciare”. I social network innegabilmente costituiscono un’altra grande causa di stress: in particolare pubblicare un post o una foto su Instagram o Facebook e ricevere pochi commenti o like può gettarci nello sconforto. Le mail. La domanda più ricorrente è: “Leggere o non leggere le mail una volta terminato l’orario di lavoro?”. La tentazione è forte, soprattutto quando abbiamo inviato una mail che necessita una risposta rapida, ma la risposta tarda ad arrivare.
Perché tutto questo? Perché coinvolge così tante persone e nello stesso modo?
Spiega Traisci: “La tendenza a distrarsi è ciò che ci differenzia dalle altre specie, perché la voglia di esplorare e scoprire novità ci ha permesso di arrivare fin qui. E ogni volta che scopriamo qualcosa di nuovo siamo spinti a cercarne ancora. Il problema è che oggi le fonti di distrazione sono maggiori di quando eravamo uomini primitivi. Ogni volta che vediamo una notifica su social, in chat o via mail, abbiamo un rilascio di dopamina, il neurotrasmettitore responsabile di gratificazione, sollievo e soddisfazione”.
Per trovare una soluzione occorre quindi fare un ragionamento inverso rispetto a quelli comuni e diffusi, che suggeriscono di isolarsi per qualche ora al giorno per concentrarsi, poiché ciò rappresenta una forzatura rispetto all’evoluzione del nostro DNA.
L’obiettivo deve essere quindi quello di creare le condizioni per la concentrazione, che sono l’opposto delle condizioni per la distrazione, quindi:
alla stanchezza sostituisci più riposo, micro pause in cui ti rilassi, respiri e chiudi gli occhi alla noia sostituisci significato, cioè il perché fai quello che fai e cosa è davvero importante per te alla sedentarietà sostituisci esercizio fisico, perché favorisce la produzione di sostanze (neurotrofiche) che aiutano i tuoi neuroni alla reazione alla casualità degli eventi, delle notifiche di messaggi/email, sostituisci la programmazione di quando distrarti (che sarà la tua ricompensa, per cui sarai più motivato a concentrarti)
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