Inserita in Un caffè con... il 21/01/2018
da Direttore
Dopo 40 anni dall´uccisione di UGO TRIOLO (magistrato onorario) lo Stato decide di uccidere (moralmente e giuridicamente) i magistrati onorari
Riceviamo e pubblichiamo nota UNIMO: "Leggiamo con interesse la nota del 18 gennaio 2018 del D.O.G. relativa all’applicabilità della disciplina di cui alla Legge 36/1990 ai magistrati onorari. Trattasi di precisazione di cui se ne sentiva un gran bisogno proprio in un momento in cui la giustizia civile è al collasso e, per quanto riguarda la giustizia penale, in alcuni distretti l’incidenza della prescrizione si avvicina al 40%.
Ebbene, a fronte di queste ed altre emergenze, la priorità del Ministero della Giustizia e della sua tecnostruttura, inamovibile e indifferente ai prossimi appuntamenti elettorali, è rappresentata dalla problematica dei ‘tesserini’ dei magistrati onorari! Che sia la “noia” per la stasi legislativa imposta dallo scioglimento delle Camere? Purtroppo, pensiamo che si tratti di un nuovo tentativo di rispondere allo sdegno europeo di fronte alla furba riforma della magistratura onoraria, con il suo tentativo di dissimulare la reale politica del lavoro e della giustizia perseguita dal governo uscente, ed ecco che si torna a recitare il solito “mantra”: “i magistrati onorari non sono lavoratori”. Infatti, non sono lavoratori, sono precari del caporalato di Stato, in una nuova accezione della moderna schiavitù, lastricata di doveri (dovere di produttività, efficienza, onestà, preparazione e puntualità) giammai di diritti.
Del resto, solo in questa ottica si spiegano le argomentazioni addotte a sostegno della non applicabilità di tale disciplina ai magistrati onorari, allorché il Ministero afferma che i “magistrati ordinari costituiscono l’ordine giudiziario mentre i magistrati onorari vi appartengono”. Eppure, senza volerci impegnare, come ha fatto il Ministero, in elaborate argomentazioni giuridiche intendiamo ricordare che la possibilità di portare, senza licenza, le armi non deriva da un privilegio collegato al fatto di avere un determinato rapporto di lavoro con lo Stato, ma dalla necessità di tutelare il singolo magistrato o funzionario dai pericoli insiti nella funzione che si svolge, ribadiamo non un privilegio per pochi, ma una necessità inerente la funzione e la incolumità personale del pubblico ufficiale . Sembra, invece, che l’incolumità fisica di un magistrato onorario non rivesta alcun interesse per lo Stato.
Del resto, dopo aver negato costantemente e furbescamente ogni tutela giuridica, procurando lo sdegno della comunità europea, potrebbe tornare utile privare del potere di difendersi fisicamente da aggressioni indebite una categoria ormai scomoda, che non intende più soggiacere in silenzio alle continue pressioni e allo sfruttamento.
Suona molto stridente questa solerte circolare del ministero in prossimità dell’anniversario dell’omicidio del vice pretore onorario UGO TRIOLO, il 26 gennaio del 1978 a Corleone, ucciso ed abbandonato da uno Stato inerte, e selettivo nei suoi obiettivi di tutela destinata solo ai cittadini, pochi di serie A: il caso rimane ancora irrisolto.
Per questi motivi, la adesione allo sciopero sarà massima, perché massimo è lo sdegno verso uno Stato che, invece di proteggere chi serve la giustizia da decenni, in silenzio, con efficienza, e sotto il costante controllo delle direttive dei superiori, lo rende oggetto di continue e gratuite vessazioni quotidiane. È giunto il momento di dire basta!"
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