Inserita in Cultura il 10/01/2018
da Direttore
Primo Levi ha ancora qualcosa da dire: conversazioni e foto d´archivio per il Giorno della Memoria
È in arrivo in libreria Primo Levi: ancora qualcosa da dire di Giovanni Tesio (Interlinea), un volume che fa il punto su Primo Levi e la Shoah lasciando parlare lo scrittore grazie a una serie di interviste raccolte da Giovanni Tesio e a documenti d´archivio, tra cui autografi e fotografie. Le conversazioni spaziano dalla famiglia e la figura del padre («piccolino, tarchiato, molto robusto, Cesare Levi si vantava di non essere mai andato dal dentista in vita sua») alle scuole frequentate, partendo dalle elementari alla scuola pubblica Rignon di via Massena: «"A quel tempo" – raccontò Levi – "nelle scuole elementari ci si alzava tutti in piedi, all´inizio delle lezioni, per dire il Pater e io mi alzavo in piedi e non dicevo il Pater. Mi ricordo una carezza della maestra, che aveva apprezzato questo segno di rispetto per la religione maggioritaria"».
Un ritorno a Levi per appassionati lettori ma anche per insegnanti che vogliono approfondire con i propri studenti la figura di uno scrittore centrale per comprendere gli orrori della guerra e il Novecento, senza dimenticare che «Auschwitz è fuori di noi, ma è intorno a noi, è nell´aria. La peste si è spenta, ma l´infezione serpeggia: sarebbe sciocco negarlo».
Giovanni Tesio (nato a Piossasco, in provincia di Torino, nel 1946), già ordinario di letteratura italiana presso l´Università del Piemonte Orientale "A. Avogadro" (sede di Vercelli), si è molto occupato di letterature dialettali e di letteratura piemontese. Ha pubblicato alcuni volumi di saggi, una biografia di Augusto Monti, una monografia su Piero Chiara, l´epistolario editoriale di Italo Calvino (I libri degli altri), il carteggio intercorso tra Gabriele D´Annunzio e Riccardo Gualino (Il vate e il mecenate) e molte antologie (tra cui, con Mario Chiesa, Le parole di legno. Poesia in dialetto del ´900 italiano, e con Albina Malerba, Poeti in piemontese del Novecento). Ha letto e annotato testi di Cesare Pavese, Lalla Romano, Goffredo Parise, Lucio Mastronardi, Sebastiano Vassalli, Mario Lattes, Rosetta Loy, Vincenzo Consolo, Mario Soldati, Giovanni Arpino, Primo Levi (di cui, a distanza di ventinove anni, sono uscite presso Einaudi le conversazioni raccolte sotto il titolo Io che vi parlo). Presso Interlinea ha riunito le sue riflessioni sul senso della lettura, della letteratura e della poesia (I più amati. Perché leggerli? Come leggerli?) e anche pubblicato un "sillabario" di 55 Parole essenziali. È stato per trentacinque anni assiduo collaboratore del quotidiano "La Stampa". Fa parte del comitato scientifico della rivista "Studi Piemontesi", della rivista "Il parlar franco" e di "Studi mariniani"; è condirettore della rivista "Letteratura e dialetti" e dirige per Aragno la collana di poesia "Castalia". Per quanto riguarda il personale côté poetico, si segnalano due lontani precedenti (In punto di svolta e Fin´amor) insieme con il meno lontano librino natalizio, Il canto dei presepi, pubblicato da Interlinea nella collana "Nativitas". Mentre risulta più decisamente significativo il volumetto in piemontese intitolato Stantesèt sonèt, edito dal Centro Studi Piemontesi-Ca dë Studi Piemontèis, come Vita dacant e da canté, con prefazione di Pietro Gibellini, uscito nel 2017. Fa parte della direzione della collana "Lyra" di Interlinea e del comitato scientifico del Centro Novarese di Studi Letterari.
|