Inserita in Un caffè con... il 27/12/2017
da Direttore
Antifascismo, anticomunismo e mediocrità
Un filo rosso, negli ultimi tempi, lega l’ antifascismo all’anticomunismo: la mediocrità.
In questo momento storico, nel nostro Paese, coloro che si ritengono “impegnati politicamente” si legittimano in modo reciproco attraverso l’antifascismo o l’anticomunismo, con un solo fine, conquistare visibilità sui media con l’auspicio di “trovarsi” un posto di lavoro e di potere.
I politici “anti-qualcosa” sono vuoti di contenuto. Fascismo? Comunismo? Ha senso ancora parlar di queste ideologie alla fine del 2017, quando le persone si preoccupano di ben altro?
Gli Anti sono accomunati dall’incapacità di calarsi nella realtà quotidiana che vede emigrare eccellenze che fanno la fortuna degli altri paesi ed impoveriscono il nostro. La mancanza di progetti non impedisce loro di stare sulle barricate ed ostacolare ogni forma di dialogo: l’importante è urlare più dell’altro perché chi urla di più ha ragione anche a dispetto di chi dimostra con argomentazioni scientifiche e logiche quello che sostiene e, almeno a livello teorico, dovrebbe avere il diritto di parola.
Ma il danno non è solo questo. L’emulazione di questi modelli conduce alla diffusione della mediocrità in tutti settori della società.
Ciò sta a significare che l’essere un anti vuol dire incamminarsi verso la decadenza: l’anti per sua natura finisce per essere un freno anziché essere il motore di un’Idea, un Progetto e persino di un Piano per lo sviluppo economico.
E’ arrivato il momento di dire basta! Ripudiamo l’ipocrisia dell’ANTI, spogliamoci di questa mediocrità e aiutiamo chi vuole il vero rilancio del sistema economico.
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29/12/2017 - QUANDO C´ERA LVI GLI ANTI NON C´ERANO (Andrea) |
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