Inserita in Politica il 07/10/2017
da Direttore
In carcere a lezione di yoga. Negli Stati Uniti cresce il progetto innovativo per il reinserimento nel mondo del lavoro di chi è in stato di detenzione. Lo "Sportello dei Diritti"
Un progetto per il quale si era scommesso poco e che risale al 2004 quello di offrire delle lezioni di yoga ai condannati del carcere di San Quentin, il celebre istituto di detenzione tra i più duri della California e che poi sta portando ottimi risultati per il miglioramento delle condizioni carcerarie e per facilitare il reinserimento dei detenuti. L´idea nasce da James Fox, un istruttore professionista che ha sviluppato "Prison Yoga": una serie di lezioni settimanali concepite come uno spazio dove i detenuti imparano a fare i conti con il proprio passato, le difficoltà nel relazionarsi con gli altri e la mancanza di auto-controllo. Negli Stati Uniti, sei detenuti su dieci tornano dietro le sbarre nei tre anni successivi alla loro scarcerazione: un dato definito da più parti "allarmante", che apre però la strada a programmi integrativi come quello di Prison Yoga. "Imparare la meditazione, il respiro e il rilassamento sono abilità che aiutano i carcerati ad affrontare al meglio sia la vita dietro le sbarre che quella che li aspetta nel ritorno nella società" racconta Fox. L´insegnante, originario di Chicago, negli ultimi sei anni ha formato oltre 1200 istruttori, pronti a lavorare in ambienti complessi come quelli delle carceri di massima sicurezza. "Oggi sono oltre 100 le case circondariali d´America che hanno aderito al nostro progetto – dice Fox – ma siamo convinti che presto ogni carcere del Paese vorrà offrire un servizio simile al nostro". Per Giovanni D´Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti" si tratta di un´idea da replicare in Italia dove le condizioni carcerarie e il sistema penitenziario non fanno alcun passo avanti da decenni per rendere meno dura la vita dietro le sbarre e facilitare il rientro in società.
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