Inserita in Cronaca il 25/10/2013
da Marina Angelo
La diocesi ha ringraziato Mons. Plotti
Si è svolta ieri sera a Trapani la Festa della Dedicazione della Chiesa Cattedrale e,contemporaneamente, la concelebrazione eucaristica con cui la comunità trapanese ha ringraziato Dio per la presenza dell’Amministratore Apostolico Alessandro Plotti che qualche giorno dopo l’ingresso del vescovo Pietro Maria Fragnelli, lascerà la città e tornerà nella sua residenza privata a Roma.
La funzione religiosa si è svolta alla presenza di tantissimi fedeli, delle autorità civili e militari. Fra gli ospiti anche l’ambasciatore straordinario e plenipotenziario del Costa Rica presso la Santa Sede, Fernando Felipe Sanchez Campos che in questi giorni si trova in Diocesi.
Durante la celebrazione, il vicario generale Liborio Palmeri a nome di tutta la comunità ecclesiale di Trapani ha donato a Mons. Plotti un’immagine della Madonna di Trapani in ceroplastica decorata dalle monache benedettine del Monastero “Badia Nuova” di AlcamoDi seguito il saluto del vicario e l’omelia dell’arcivescovo (in verità uno schema rispetto alle sue parole): parole che sono state accolte con commozione sincera e applausi lunghissimi. « Eccellenza,
davvero, a nome di tutti, è facile, dirle GRAZIE per quanto lei ha fatto, e per come ha operato in questo tempo di grazia che l´ha visto Amministratore Apostolico della tanto difficile, quanto amabile e bella, diocesi di Trapani.
La circonda, infatti, un consenso unanime di affetto, di stima, di simpatia e una gratitudine profonda, che rimarrà imperitura nel cuore di tutti, non solo di noi che abbiamo avuto il dono di starle accanto.
Ora siamo sicuri che, a dispetto della sua battuta, Lei non era affatto un vescovo "rottamato", piuttosto in sosta forzata, con la carrozzeria un po´ ammaccata, ma con i motori ancora rullanti, e la mano pronta e sicura sul volante…
Perciò con prontezza s´è messo alla guida della nostra Chiesa, Le ha indicato subito la giusta direzione, e l´ha riportata sulla carreggiata senza causarle danno…cosicch´, sui suoi passi a volte affaticati e stanchi, abbiamo invece percorso, in breve tempo, una grande distanza, ritrovando, nella sua parola sobria ed efficace, il ristoro e il balsamo di cui avevamo bisogno.
Lei è stato un dono del Signore. Ha subito compreso infatti che la nostra Chiesa non era quella delle insinuazioni e delle maldicenze, e che alcuni fatti, seppur gravi, pur avendolo ferito, non avevano intaccato l´integrità del corpo ecclesiale.
Restano memorabili i suoi interventi nelle diverse feste patronali, che hanno visto la gente più semplice circondarla di calore e amicizia; quest´anno, il suo discorso per la processione dei misteri a Trapani, è rimbalzato, con compiacimento e rispetto, sulla bocca di tutti; i due raduni ecclesiali d´autunno, ad inizio dell´anno pastorale, sono stati vissuti con entusiasmo e rinnovata passione dal popolo di Dio, accorso in massa; così anche la sua lectio biblica quaresimale ha riempito la cattedrale di fedeli, manifestando, di tutti, l´ardente desiderio d´ascoltare, tramite le sue parole, la Parola del Signore.
Ad intra il suo lavoro è stato ancora più prezioso. Mi sento di dire, che Lei è imponente per la sua statura, ma non per il carattere, docile invece, che non impone nulla, preferendo le infinite prove del dialogo, ritessendo, per quanto possibile, trame di relazioni strappate e curando dolorose ferite con il balsamo della pazienza.
Grazie di aver esercitato questa virtù.La nostra Diocesi è tornata a sorridere.
E per di più, la bonomìa della sua origine emiliana, la calma, probabilmente appresa sulle acque del suo amato lago di Como, l´italum acetum coltivato a Roma, e la tagliente ironia toscana esercitata a Pisa, si sono coniugati, in una formula felice, con i tratti positivi dell´anima siciliana, vincendo ogni indolenza, scavalcando ogni diffidenza, restituendo leggerezza e vigore all´azione pastorale, e conquistando la simpatia anche dei lontani e dei non credenti. Ora dunque la salutiamo, lasciandole un piccolo segno della nostra amicizia: una piccola Madonna di Trapani in ceroplastica, la porti con sè; ogni tanto le chiediamo di guardarla e innalzare alla Madre di Dio, custode della nostra Chiesa, la sua preghiera.
Il suo lavoro nella Diocesi di Trapani non è finito, Eccellenza, anzi, in un modo diverso e secondo quelle misteriose sintonie che la fede crea nelle anime, ricomincia.
Nè le mancherà la preghiera e il ricordo di quanti Lei ha incontrato in questo lembo d´Italia, ultimo nella geografia delle carte, ma non ultimo in quella Nazione Santa, senza territorio, sgorgata dal costato trafitto di Cristo in croce.
Con facilità, con amorevolezza, con lieto cuore, dunque GRAZIE, le diciamo ancora GRAZIE, per sempre… GRAZIE.» Mons. Plotti: « Carissimi, quando sono stato chiamato dalla Congregazione per i Vescovi perch´ era stato deciso di conferirmi l’incarico di Amministratore Apostolico della Diocesi di Trapani, la prima reazione era stata quella di rispondere negativamente. Ero a conoscenza delle situazioni incresciose in cui era capitata questa Chiesa e anche qualche amico mi aveva consigliato di rifiutare. Poi ho pensato: “se il Papa tra i 140 vescovi emeriti che vi sono in Italia - alcuni molto più intelligenti, preparati e culturalmente attrezzati di me - ha chiamato me, vuol dire che c’è un Disegno di Dio che vuole la mia disponibilità a rimettermi in gioco e a ricominciare un servizio episcopale, pieno di incognite ma ricco di sollecitazioni pastorali”. Così sono arrivato a Trapani. E qui è avvenuto quello che non mi sarei mai aspettato: dopo pochi mesi mi sembrava di esserci sempre stato, tanto è stato l’affetto, la stima e la gioia vissuta nella reciprocità con l’intera comunità diocesana.
Ed è di questo che oggi sento il dovere di ringraziare, dal profondo del cuore. Desidero davvero ringraziare tutti: i presbiteri, i diaconi e i tanti laici, con i religiosi e le religiose che hanno - bontà loro - condiviso questo cammino di riconciliazione e di pacificazione. È stato merito vostro se oggi porto a termine questa avventura che ha segnato profondamente la mia vita.
Ringrazio il Signore per avermi concesso questa esaltante esperienza.
Permettetemi, ora, prima di lasciare questa terra e questa Chiesa che mi hanno dato tanto e che meritano dignità e rispetto, di lasciarvi come un testamento per il vostro futuro, attorno al nuovo vescovo.
- Prima di tutto cercate di amare sempre di più la Chiesa: questa Chiesa di cui tutti siamo membra vive. Amiamola con i suoi e nostri peccati, con le nostre debolezze. La Chiesa è madre sempre e comunque, lo sperimentiamo. E deve risplendere della luce di Cristo.
- Vivete sempre più lo spirito di servizio: Gesù è venuto per servire e non per essere servito. Se nella Chiesa c’è stato qualcuno che, abusando della propria autorità, si è servito della Chiesa per la propria affermazione personale, proprio per questo cresciamo nel servizio vicendevole, facendo eco della misericordia di Dio. La simbologia della Lavanda dei piedi è norma inderogabile dell’agire cristiano. Purtroppo ci sono tanti cristiani “schizzinosi” che evitano elegantemente di prendere fra le mani i piedi puzzolenti di chi è caduto nel fango e può purificarsi solo con il lavacro del perdono e della rigenerazione.
Celebriamo oggi la ricorrenza della Dedicazione della Cattedrale. È la chiesa del Vescovo, dove celebra, predica e benedice. Lo spirito di servizio deve cominciare proprio dal vescovo, primo testimone della fedeltà al Vangelo. A nulla servono i discorsi paludati e solenni: occorre che anche il vescovo si sporchi i piedi per battere le strade impolverate del mondo per cercare le pecore smarrite, svestendosi della ritualità clericale, per essere povero tra i poveri senza condanne e senza giudizi precostituiti.
- Amate il mondo: amate la vicenda spesso complessa della storia dell’umanità. Non coltivate atteggiamenti di rifiuto, di difesa e di paura, ma condividete - come ha fatto Gesù - i drammi e le istanze della società attuale, cogliendo e promuovendo i germi di verità, di giustizia e di libertà che tanti fratelli portano nel cuore e che rischiano di esplodere in conflitti con la Chiesa, spesso arroccata sulle sue sicurezze dogmatiche.
Carissimi, accogliete il nuovo vescovo con questo spirito. Aiutatelo ad essere maestro e testimone, guida sicura e credibile di questo popolo che sente l’urgenza di riprendere il cammino di una fede incarnata e profetica.
Ancora grazie a tutti. State certi che non vi dimentico!
Pregate per me. Io - vi assicuro - pregherò per voi, con tanta nostalgia.»
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