Inserita in Politica il 03/08/2017
da Direttore
Airgest. Dichiarazione Piero Savona su aeroporto di Trapani
In questi giorni esprimevo preoccupazione per le sorti dell’aeroporto di Trapani a causa delle dimissioni del consiglio di congiunte del presidente Franco Giudice e del numero due della società di gestione dello scalo di Birgi Paolo Angius consapevole del ruolo e del compito strategico che tale struttura riveste nel contesto della già asfittica economia Trapanese.
Il grido d’allarme proviene dai tanti operatori turistici, ma non solamente turistici, che da anni vivono nel terrore che la politica possa deprimere o limitare le funzioni di tale asset anche se, alcune scelte recenti collegabili agli investimenti effettuati della Regione in tale direzione, hanno lasciato intendere ad un interesse verso il nostro aeroporto.
La gestione dell’aeroporto, e in specie della società che gestisce lo scalo, deve essere riposta nelle mani di professionisti che sappiano comprendere quale direzione intraprendere per assicurare una prospettiva di sviluppo allo stesso, quali collaborazioni avviare con altre strutture vicine (Palermo) senza che questo possa esautorare il territorio del trapanese che deve vedere garantita la propria espansione economica. La nomina della dott. Daniela Virgilio nel C.d.A. di AIRGEST appare un controsenso rispetto alla politica del rispetto delle competenze e delle professionalità che rappresentano il presupposto di una buona gestione e, tale metodo, non fa che aumentare la sfiducia nella Società e, ancor di più, nelle Istituzioni regionali che già in Sicilia hanno prodotto tanti guasti. Inoltre, a mio avviso, non solamente ciò danneggia l’immagine stessa del PD, visto che la nomina compete al Presidente della Regione, ma rafforza l’idea stessa che piuttosto che la militanza e la coerenza, in questo Partito venga premiata l’appartenenza ad una fazione; se queste sono le nuove regole ognuno è libero di fare ciò che vuole potendosene fregare di qualunque decisione di partito.
Tale metodo, portato a regime, giustificherebbe l’idea che le campagne elettorali possano essere fatte puntando sulle clientele piuttosto che sulla qualità delle proposte a garanzia degli interessi dei cittadini.
|
|
|
|
|
|
|