Inserita in Economia il 17/02/2017
da Direttore
ABBATTIAMO I MURI NO ALLA GUERRA TRA POVERE/I. PER I DIRITTI DI TUTTE/I
Come società civile attiva per l’accoglienza non discriminatoria di donne, uomini e minori che migrano, contro la tratta e per il diritto alla mobilità umana non possiamo non denunciare quanto i governi italiano, europeo e americano stanno facendo in tema di politiche migratorie. Solo per fare alcuni esempi dei provvedimenti in campo: accordi bilaterali con paesi terzi non sicuri (come Libia, Nigeria, Sudan, Mali, ed altri); la “caccia all´uomo” e le espulsioni collettive su base etnica messe in atto dal nostro Ministero dell’Interno; la moltiplicazione dei centri di espulsione; i dinieghi; le procedure sempre più restrittive per i rinnovi dei permessi di soggiorno... e molti altri.. Non possiamo stare in silenzio davanti a queste che sono misure restrittive, illegali e inumane, che avranno come conseguenza un immenso costo umano di cui ci chiediamo chi si prenderà la responsabilità? Valgono ancora le Convenzioni Internazionali ONU? Vale ancora la Convenzione di Ginevra? Valgono ancora il diritto nazionale e internazionale? Fino a quando si assoceranno le migrazioni all´illegalità non sarà possibile affrontarne la reale natura legata ai modelli di sviluppo, all´ingiustizia sociale, all´iniqua distribuzione delle risorse economiche, alle nuove forme di colonialismo e alla negazione di accesso alle risorse naturali. Non vogliamo una guerra fra povere/i. Siamo consapevoli che lottare per esigere che vengano attuati e tutelati i diritti delle e dei migranti significhi tutelare i diritti nostri e delle generazioni future. Noi crediamo nella solidarietà, nell´accoglienza, nel dialogo e nel diritto alla libertà di mobilità di tutte/i. Per questo saremo in piazza sabato 18 febbraio, manifestando il nostro dissenso, per dire ancora più forte il nostro no a queste politiche e ribadire le nostre richieste. Chiediamo alle/ai palermitani e alle/i migranti di scendere in piazza con noi. Il governo italiano, i governi europei e quello americano sembrano avere come obiettivo politico quello di fermare i movimenti migratori, in totale violazione del diritto internazionale e umanitario. Dopo aver fatto del Mediterraneo un cimitero, adesso, sulla base degli accordi firmati dal governo italiano con la Libia, chi si assume la responsabilità dell’immenso costo umano che deriva dal bloccare le/i migranti in Libia? Chi si assume la responsabilità della deriva che sta prendendo l’Europa? Utilizzano le parole chiave terrorismo e invasione per spostare la nostra attenzione dalla crisi e dalle ingiustizie sociali, creando ad arte un nuovo nemico: le/i migranti. In nome di una presunta sicurezza ci stanno spingendo ad accettare la riduzione dei nostri diritti e delle nostre libertà personali, a calpestare la nostra umanità. DICIAMO NO • alla svolta repressiva del nostro governo sulle politiche dell’immigrazione e dell’asilo e agli accordi bilaterali con paesi terzi non sicuri (come Libia, Sudan, Nigeria, Mali, ed altri, all’interno del Processo di Khartoum) per bloccare i flussi migratori. L’Unione Europea, in nome della difesa dei confini esterni, sta sacrificando tantissime persone che cercano soltanto una prospettiva di sopravvivenza; • alla “caccia all’uomo” e alle espulsioni collettive su base etnica, come quella attuata proprio in questi giorni dalla Direzione Centrale dell’Immigrazione e della Polizia delle Frontiere del Ministero dell’Interno italiano nei confronti, questa volta, della comunità nigeriana. Non sono queste le misure adeguate a contrastare il traffico di esseri umani e il loro sfruttamento; • alla negazione dei diritti fondamentali, a partire dal diritto alla protezione internazionale, sulla base della provenienza nazionale. Non vogliamo Hotspot, CIE o CPR, a Palermo o altrove; • all’esclusione delle persone vittime della tratta dal percorso sociale per il riconoscimento di un permesso di soggiorno per motivi di protezione; • ai tanti minori stranieri nelle strutture di Palermo e non solo che, in mancanza di percorsi adeguati, sono obbligati a seguire le sfibranti procedure di asilo degli adulti; • alle procedure sempre più restrittive adottate dalla Questura di Palermo in particolare per i rinnovi dei permessi di soggiorno per lavoro autonomo (come accade per gli AMBULANTI); • alla raffica di dinieghi che i richiedenti asilo stanno ricevendo e che temiamo abbiano come obiettivo finale la cancellazione del diritto di asilo; • ai ritardi nell’applicazione della normativa che potrebbe consentire il riconoscimento di un permesso di soggiorno a chi denuncia un grave sfruttamento lavorativo; • alla moltiplicazione dei centri di espulsione, alle revoche dell’accoglienza, ai rastrellamenti e al rimpatrio forzato degli “irregolari”. CHIEDIAMO DI: • Rompere il legame perverso tra contratto di lavoro e permesso di soggiorno; • Creare canali umanitari e vie di ingresso legale e protette, tramite la concessione di visti di ingresso per motivi umanitari da ambasciate e consolati dei paesi occidentali, e non solo europei; • Usare le risorse economiche europee per aumentare la capacità di accoglienza e asilo invece di spenderle su interventi (militari) contro la mobilità umana; • Non affrontare più la questione migratoria secondo caratteri di eccezionalità ed emergenzialità; • Garantire la protezione dei diritti umani delle/i migranti, valutando i rischi che devono affrontare in Libia; • Adottare misure specifiche per identificare e proteggere i gruppi vulnerabili.
VI ASPETTIAMO ALLA MANIFESTAZIONE CHE SI TERRÀ SABATO 18 FEBBRAIO 2017, CONCENTRAMENTO IN PIAZZA VERDI ALLE ORE 16, CON CONCLUSIONE IN PIAZZA BOLOGNI ALLE ORE 18.
|
|
|
|
|
|
|