Inserita in Cultura il 03/02/2017
da Direttore
L’UNITRE, Università della Terza Età, di Alcamo e la prevenzione “Truffa agli anziani: fenomeno criminale attuale”
Pubblico delle grandi occasioni, al Centro Congressi Marconi di Alcamo, per il convegno organizzato dall’attivissima UNITRE, Università della Terza Età, di Alcamo sul grave fenomeno sociale della “Truffa agli anziani: fenomeno criminale attuale” Brillante relatore il sostituto commissario di Alcamo Salvatore Biondo, più volte impegnato, a nome della Polizia di Stato, nell’educere la comunità sui gravi temi di disagio e di pericolo sociale. «Il fenomeno delle truffe agli anziani è un fenomeno che negli ultimi tempi è di inquietante attualità, tanto che il Ministero dell’Interno, tramite il Dipartimento della Pubblica Sicurezza, ha lanciato una campagna informativa per fornire dati sul fenomeno ed espedienti per difendere gli anziani, nella maggior parte dei casi parte offese di questo particolare reato» ha fatto presente il dott. Salvatore Biondo nell’incipit del suo intervento appassionato. Il fenomeno è stato, pertanto, affrontato da diverse connotazioni. Nello specifico si è dato spazio all’aspetto giuridico-penalistico, a quello psicologico della vittima e dell’autore del reato e, per finire, all’aspetto criminologico per chiarire non solo il modus operandi ma ciò che determina l’azione soprattutto in termini di motivazione sotto la spinta emozionale. «In termini di letteratura psicologica – ha commentato il relatore Biondo - le esperienze umane normalmente (in assenza di patologie) si determinano attraverso le emozioni come risposta sensoriale agli stimoli esterni e interni che giustificano le motivazioni all’azione, come spinta ad agire a seguito di tali stimoli. Naturalmente con significati e prospettive diametralmente opposte. L’uno vuole raggiungere l’ingiusto profitto, l’altro cade in errore e percepisce che la proposta del truffatore è quasi una “concessione caritatevole”. Da questa prospettiva psicologica della comune motivazione emozionale partiamo dal presupposto che la truffa è un reato cosiddetto predatorio: l’offender, l’autore del reato, cerca la sua preda nelle persone più deboli, nelle persone che apparentemente hanno una minore difesa sociale: soprattutto anziani ( ma non solo); che vivono o si muovono da soli o che hanno una condizione psicologica deficitaria in termini di consapevolezza e sicurezza di se sotto l’aspetto individuale, sociale ed economico». E continua il dott. Bindo specificando che «proprio approfittando di tali condizioni, l’offender non usa violenza alla parte offesa ( come negli altri reati predatori : scippi, furti e rapine), ma la circuisce attraverso un atteggiamento apparentemente amichevole, credibile e affidabile. Questi sono i requisiti dell’offendere sembrare o apparire per quello che non è, utilizzando espedienti di volta in volta strutturati in base alla truffa da porre in essere. In altre parole il truffatore si comporta come un attore che recita la sua parte. Solo che questa parte non è un film ma una realtà criminale e dall’altra parte non c’è uno spettatore ma una vittima». «Nella sua recita l’offendere si presenta alla vittima amichevole, con modi gentili, ossequianti accondiscendenti, confortanti, talune volte consiglianti; nella sua recita l’offender si presenta alla vittima in maniera credibile, offrendosi di volta in volta in base alla circostanza della truffa da compiere, ben vestito o utilizzando abbigliamenti consoni a circuire la vittima, quali divise, tute da lavoro; Nella sua recita l’offender si presenta alla vittima in maniera affidabile affiancato alcune volte da complici che compaiono sulla scena del crimine quasi per caso per attestare la buona fede del truffatore». E continua il sostituto commissario dott. Salvatore Biondo sottolineando che «amichevolezza, credibilità e affidabilità che generano l’errore della vittima e gli procurano un danno e di conseguenza l’ingiusto profitto del truffatore» proprio perché «scopo dell’offender è l’accaparramento dell’ ingiusto profitto. E’ questa la motivazione emozionale precedentemente analizzata che produce il raggiungimento del risultato, attraverso la ricerca della vittima ideale: anziana e che vive da sola». Il dott. Biondo ha concluso con dei preziosissimi «consigli per poterci difendere meglio da questo tipo di reato, significando che alleato del truffatore è la solitudine della vittima che, quindi da sola non potrà contrastare il fenomeno come il “piccil legno” di un componimento del letterato Pietro Metastasio (non vada il piccil legno a contrastar il vento o a procurar lo sdegno di un procelloso mar” ), ma per vincerlo bisogna chiedere aiuto soprattutto alle forze dell’ordine». I consigli della polizia ( fonte il sito Ufficiale della polizia di Stato 1) Non aprite la porta di casa a sconosciuti, anche se vestono un’uniforme o dichiarano di essere dipendenti di aziende di pubblica utilità. Verificate sempre con una telefonata da quale servizio sono stati mandati gli operari che bussano alla vostra porta e per quali motivi. Se non ricevete assicurazioni non aprite per nessun motivo. Ricordate che nessun Ente manda personale a casa per il pagamento delle bollette, per rimborsi o per sostituire banconote false date erroneamente. Per qualunque problema e per chiarirvi qualsiasi dubbio non esitiate a chiamare il “113”. 2) Quando fate operazioni di prelievo o versamento in banca o in un ufficio postale , possibilmente fatevi accompagnare, soprattutto nei giorni in cui vengono pagate le pensioni o in quelle a scadenze generalizzate. Non fermatevi mai per strada per dare ascolto a chi offre facili guadagni o a chi vi chiede di poter controllare i vostri soldi o il vostro libretto della pensione anche se chi vi ferma e vi vuole parlare è una persona distinta e dai modi affabili. Se avete il dubbio 3) di essere osservati fermatevi all’interno della banca o dell’Ufficio postale e parlatene con gli impiegati o con chi effettua il servizio di vigilanza. Se questo dubbio vi assale per strada entrate in un negozio o cercate un poliziotto o una compagnia sicura. 4) Durante il tragitto di andata e ritorno dalla banca o dall’ufficio postale con i soldi in tasca, non fermatevi con sconosciuti e non fatevi distrarre. Ricordatevi che nessun cassiere di banca o di ufficio postale vi insegue per strada per rilevare un errore nel conteggio del denaro che vi ha consegnato. Quando utilizzate i bancomat usate prudenza: evitate di operare se siete osservati. 5) Consigli per figli, nipoti e parenti stretti. Non lasciateli soli i vostri anziani, anche se non quotidiani. Ricordategli sempre di adottare tutte le cautele necessarie nei contatti con gli sconosciuti. Se hanno il minimo dubbio fategli capire che è importante chiedere aiuto a voi, ad un vicino di casa, oppure al “113”. Ricordatevi che anche se non lo chiedono hanno bisogno di voi. 6) Consigli per i vicini di casa. Se nel vostro palazzo abitano anziani soli scambiate ogni tanto con loro qualche chiacchiera. La vostra cordialità li farà sentire meno soli. Se alla loro porta bussano degli sconosciuti esortateli a contattarvi per chiarire ogni dubbio. La vostra presenza li renderà più sicuri. Segnalate al “113” ogni circostanza anomale o sospetta che coinvolga l’anziano vostro vicino di casa. 7) Consigli per gli impiegati di banca o di uffici postali. Quando allo sportello si presenta un anziano e fa una richiesta spropositata di denaro contante, perdete un minuto a parlare con lui. Basta poco per evitare un dramma. Spiegategli che all’esterno di banche ed uffici postali nessun impiegato effettua controlli. Per ogni dubbio esortateli a contattarvi.
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