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Inserita in Cultura il 28/11/2016 da REDAZIONE REGIONALE

LUGLIO MUSICALE TRAPANESE - LA VOIX HUMAINE DI FRANCIS POULENC

LUGLIO
con
L’Heure Espagnole di Maurice Ravel
3- 4 dicembre 2016
Chiesa di San Nicola
Via Barone Sieri Pepoli
Trapani

Trapani, 28 novembre 2016 – La stagione invernale dell’Ente Luglio Musicale Trapanese – Teatro di Tradizione continua. Il 3 e il 4 dicembre, alle ore 21.00, in scena la Voix Humaine di Francis Poulenc e L’Heure Espagnole di Maurice Ravel. Farà da sfondo una bella chiesa del centro storico di Trapani, la Chiesa di San Nicola, in Via Barone Sieri Pepoli per tanti anni chiusa e che, per l’occasione, sarà possibile ammirare in una veste “musicale”.
Telefoni, orologi a pendolo popoleranno il palcoscenico dell’Ente Luglio Musicale Trapanese con La Voix Humaine e L’Heure Espagnole. Un dittico operistico di raro ascolto e di ricercatezza musicale. Tutto magistralmente diretto dal regista Renato Bonajuto che darà vita ad uno spettacolo che racconta la vena giocosa dei due capolavori.
Unica protagonista de “Le voix humaine” il soprano Paoletta Marrocu che nell’Heure Espagnole interpreterà Concepciòn. Paoletta Marrocu è un’artista con una voce che si distingue per la sua unicità di timbro e colore. Riesce a plasmare i diversi personaggi con ricchezza di sfumature, accenti ed espressioni, creando sempre nuove ed irripetibili emozioni. Un’artista che sa fare dell´opera un vero e proprio "teatro in musica".
Tra gli altri interpreti Tatsuya Takahashi (Gonzalve), Murat Can Guvem (Tourquemada), Francesco Vultaggio (Ramiro) Victor Garcia Sierra (Don Inigo Gomez). La direzione musicale è affidata al M° Andrea Certa che, per l’occasione, sarà anche al pianoforte affiancato dall’Ensamble dell’Ente Luglio Musicale Trapanese.
Le Trame - La Voix Humaine è una tragedia lirica in atto unico del compositore francese Francis Poulenc, derivata dalla piéce omonima di Jean Cocteau, che firma il libretto. In scena è presente solamente una donna al telefono. L´opera rappresenta una complicata rottura di un rapporto d´amore. La donna, dopo essere stata lasciata, telefona al suo amante (del quale non si sente mai la voce all´altro capo del telefono) che ama ancora. La protagonista tenta anche il suicidio.
L’Heure Espagnole è un’opera in atto di Maurice Ravel su libretto di Franc Nohain. Una commedia musicale nella quale si condensano l’amore del compositore per gli orologi. La vicenda si sviluppa intorno alla bottega del vecchio orologio Torquemada, che diventa il nascondiglio dei numerosi amanti della sua giovane moglie Concepciòn.
Il Teatro Auditorium del Conservatorio “A. Scontrino” sarà inaugurato con la Lucia di Lammermoor il 16 e il 18 dicembre 2016, alle ore 21.00.
COSTI DEI BIGLIETTI: Costi: € 7,00 intero - € 5,00 ridotto (riservato agli abbonati Ente Luglio Musicale Trapanese, Amici della Musica di Trapani, Conservatorio “A.Scontrino” di Trapani, ragazzi fino ai 18 anni).
DOVE ACQUISTARE I BIGLIETTI: Sarà possibile acquistare i biglietti al Botteghino dell’Ente Luglio Musicale Trapanese, sito in Viale Regina Margherita, 1 (all’interno della Villa Margherita) dal lunedì al sabato, dalle ore 9.00 alle ore 13.00, il lunedì e il giovedì, dalle ore 16.30 alle ore 19.30. Giornate di recita nei giorni feriali dalle ore 17.00 a mezz’ora dopo l’inizio dell’opera, nei festivi dalle 11.00 alle 13.00, dalle 17.00 a mezz’ora dopo l’inizio.
SCONTI SPECIALI: Per i portatori di handicap grave (L104) o con sedia a rotelle il biglietto sarà gratuito e per l’accompagnatore il biglietto sarà ridotto (7,00 euro).







NOTE DI REGIA
Un dittico che racconta due pagine della letteratura musicale francese del Novecento. Una commedia e una tragedia, di due autori come Maurice Ravel e Francis Poulenc, confluite, a distanza di circa mezzo secolo, all’Opéra-Comique di Parigi: la prima, L’Heure espagnole, nel 1911, la seconda, La voix humaine, nel 1959, a sua volta ispirata all’omonima pièce del librettista, il poliedrico Jean Cocteau, risalente al 1930. La distanza tra le due opere rappresentate, oltre che temporale, è sostanziale dal punto di vista emotivo, eppure, oltre le divergenze di argomento, emergono interessanti punti di contatto che stimolano alla creazione di un parallelismo bifronte nella messa in scena. Sicuramente il primo luogo di rappresentazione è lo stesso, ma ciò che unisce più intimamente le due opere è una matrice di spontaneità compositiva e autobiografismo, che emerge in entrambe. Sia la commedia che la tragedia lirica sono state infatti composte nell’arco di pochi mesi, e si fondano, in parte, su elementi narrativi che appartengono al vissuto degli autori. L’Heure espagnole è evidentemente per Ravel un ritorno alle origini, materne nell’ambientazione spagnola, paterne negli ingranaggi meccanici degli orologi, data la professione di ingegnere del genitore. Allo stesso modo La voix humaine nasce dall’autobiografismo del celebre dramma teatrale di Cocteau, in cui l’autore mette in scena due soli aspetti del proprio amore drammatico per un giovane poeta: la disperazione e la fine. In questo ultimo caso il drammaturgo trasfonde se stesso, le proprie debolezze, nel personaggio femminile, quel ruolo che sarà inizialmente pensato da Poulenc per la Callas e poi nel cinema di Rossellini affidato alla Magnani. L’oggetto di questo amore travagliato è invece assente in scena come nei caratteri, quell’interlocutore impassibile e vacuo, che nella vicenda biografica di Cocteau ha nome Jean Desbordes, suo segretario e compagno, il quale morì eroicamente durante la Resistenza, torturato dai tedeschi. L’amore come un’ideale serratura, che lega e sigilla due opere non troppo distanti tra loro. Una vera e propria chiave di lettura e ricerca, costruita anche sull’allestimento scenico ideato da Demian Palvetti. Da un lato l’amore come opportunità di evasione, ne L’Heure espagnole, una drammaturgia in cui la serratura diventa un’occasione di liberazione, dove i toni emotivi della leggerezza prevalgono su una morale castrante, specialmente per la donna, che in questo caso esprime realmente libertà ed emancipazione, una Carmen, non a caso citata musicalmente, dal necessario lieto fine. Al contrario, ne La voix humaine, quella stessa serratura è l’ambivalente emblema di una chiusura, di qualcosa che ci sigilla e costringe, e che di certo non ci permette di andare oltre. Si può dire che le due protagoniste femminili, Conception e l’anonima Elle, si guardino: la prima oltre e la seconda entro quella serratura, lo specchio che separa la donna libera dalla donna vittima. Eppure questi caratteri femminili antitetici, ad una più attenta analisi, si rimescolano tra loro, in un orizzonte di piacevole ambiguità. L’eroina comica dell’amore libero Conception è forse vittima di un silenzio assenso di un marito troppo dedito agli affari e che dall’infedeltà ricava profitti. Parallelamente la sofferente e fragile Elle indossa forse una maschera, seppur soffocante, che tenta di impietosire e legare a sé, nuovamente, l’oggetto amoroso della propria ossessione. Ciò che emerge in entrambe le opere è dunque un’atmosfera di distacco, in cui le menzogne delle apparenze e la recitazione dell’esistenza prendono il posto della verità, una dimensione in cui il teatro non è per nulla distante dalla vita. Non a caso lo spazio scenico si fonda su un ambiente precario, palesemente allestito e non mimetico della realtà, dall’esposizione-stand di orologi, e non solo, di Torquemada, all’ambiguo albergo in cui Elle è di passaggio, uno spazio che descrive, più che un interno, uno stato confusionale. Certamente entrambe le opere hanno un appuntamento con un finale disvelante. Ne La voix humaine il tentativo di dissimulare la morbosa disperazione straripa in un avvinghiato e ripetuto “je t’aime…” in cui è il pubblico stesso quell’interlocutore che lentamente scopre l’inganno. Allo stesso modo la frizzante e artificiosa trama de L’Heure espagnole si assesta in una morale finale, metateatrale. “Le lagrime che noi versiam son false!” scriveva Leoncavallo.

Renato Bonajuto

 

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