Inserita in Cronaca il 02/02/2013
da redazione
San Giuliano quartiere d’interesse elettorale
Il fenomeno della criminalità giovanile in crescita è un problema di tutti. Un problema che necessita una soluzione urgente.
Ma le «istituzioni sono state molto assenti in questo territorio se non in fase di elezioni quando si arriva addirittura a comprare i voti per 50 euro. Capisce bene che, in una situazione di fame, si accettano i soldi e si va a votare». Afferma Monsignor Gaspare Gruppuso.
«Però – attesta la signora Polizzi – dal 95 con questa amministrazione sono iniziate a cambiare un po’ di cose, anche perché la gente s’è svegliata. Non si danno più “contributi ciechi” ma mirati attraverso i cantieri scuola o i lavori socialmente utili anche se i tagli statali, negli ultimi due anni, hanno penalizzato tutti per quanto riguarda i servizi. Una volta, infatti, si poteva offrire la mensa piuttosto che il bus gratuito ma oggi questo è diventato impossibile».
La situazione, però, sia quando c’erano le possibilità economiche, sia adesso con i tagli, è rimasta di emergenza «Si, nessun cambiamento radicale sperato- afferma Gruppuso- Tra l’atro la Regione ci ha bocciato un progetto che mirava proprio a risollevare, letteralmente, la zona a partire proprio dai giovani»
Oggi questa è una zona off limits come i quartieri del Bronx? «La Polizia difficilmente riesce ad essere presente ma non lo definirei un quartiere off limits anche se in alcune occasioni, si rilevano dei fatti strani: i giovani escono in massa per strada a bloccare le auto dei Vigili Urbani anche per evitare una multa. Distruggono sistematicamente l’arredo urbano o i nostri contributi a migliorare la zona. Di recente – continua Gruppuso - due gruppi di giovani, che non definirei bande, hanno distrutto un parco giochi che avevamo creato dietro la Chiesa (Cristo Re ndr) perché contrari. Sistematicamente vengono bruciati cassonetti. Questi sono i tipi di persone che poi finiscono in galera».
Cosa fa la concretamente la Chiesa per questa gente? «Da lunedì, ad esempio, uno di loro si occuperà di ripulire l’area intorno alla nostra Chiesa. Un inizio di qualche mese, ma potrebbe durare di più».
«Il problema – dice Polizzi- è che tutta la società deve iniziare ad accettare e vivere con il “diverso”. E diversi ci si inizia a sentire dagli otto anni in poi quando ci si vergogna di appartenere ad una famiglia differente da quella che si incontra a scuola. Anche per questo si preferisce l’aggregazione con i simili. Tra pari ci si sente più forti, si parla la stessa lingua e si hanno gli stessi problemi. Come spiegare alla compagnetta che non la si vuole a casa perchè non è come la sua?»
Già, eppure a fare una casa dignitosa non è solo la struttura. E’ soprattutto la gente che la vive a renderla un castello.
Marina Angelo
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