Inserita in Cultura il 25/08/2016
da REDAZIONE REGIONALE
DIONISIACHE SEGESTA - “LE TROIANE” OFFRONO UNO SPACCATO DI REALTÀ E DOMANI SERA “SOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZA ESTATE” REGIA DI NICASIO ANZELMO
Una scena scarna dove a dominare è stata l’unicità di Segesta e la sua magia e assieme a questa uniche figure di spicco, i sei attori: Renato Campese, Paola Lorenzoni, Cinzia Maccagnano, Maurizio Palladino, Alberto Caramel, Silvia Falabella, che hanno dato voce ad uno dei capolavori di Seneca - “Le Troiane”- , Regia e drammaturgia di Giuseppe Argirò. Protagonisti i vinti: le donne troiane, testimoni di un eccidio etnico e culturale, a simboleggiare la parte più vulnerabile della società, colpita senza pietà dalla guerra. Poi il sacrificio dei due ragazzi troiani Polissena e il piccolo Astianatte e l’addio di Andromaca al figlioletto. Argirò, ha saputo raccontare con grande pathos, l’olocausto e l’insensatezza della violenza e, alla fine sono apparsi evidenti le analogie con l’oggi, con quello che accade attorno a noi ed in tantissime parti del Mondo moderno e civile.
Domani sera 26 Agosto (con repliche il 27 e 28 agosto alle 19,15) - la Prima della più bella storia d’amore scritta da Shakespeare - SOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZA ESTATE – regia di Nicasio Anzelmo.
“È uno spettacolo a cui sono molto affezionato, sono alla sesta edizione del Sogno, come artista mi da la possibilità di sognare. La prima edizione l’ho fatta a Roma nel 2004, l’ultima nel 2006, con un successo incredibile di pubblico”. A parlare è Nicasio Anzelmo che oltre ad essere il Direttore Artistico delle Dionisiache 2016, ha curato la Regia di questa Commedia Shakespeariana. “Quest’anno – continua Anzelmo - avevo voglia di fare qualcosa di leggero di divertente e nello stesso tempo di solido. Nonostante sia una commedia, è piena di grandi metafore sulla vita, sull’amore, è piena di considerazioni e di spunti su quello che può essere realmente l’amore, la fedeltà, l’infedeltà; c’è anche questo gioco ambiguo dell’essere fedele e non fedele, del gioco erotico. La notte e il giorno, la luna che arbitra le maree come dice Shakespeare, arbitra anche gli umori delle persone. Ma la notte ognuno di noi diventa un altro, può diventare qualsiasi cosa. La notte si diventa liberi di ogni possibilità di pensiero, di azioni, di scelte. Per cui c’è questo gioco del giorno e della notte. Infatti gli attori che interpretano Titania e Oberon, sono gli stessi che fanno Tesio e Ippolita, cioè come se gli stessi di notte giocassero un ruolo che di giorno non hanno. È uno spettacolo brioso, con tre plot narrativi, per cui la difficoltà del testo è che devi narrare tre storie parallele contemporaneamente che devono essere comprensibili e che alla fine diventano un’unica situazione”. “E’ stato un lavoro abbastanza faticoso per gli attori che vi recitano ma anche per me - sottolinea ancora Nicasio Anzelmo. E’ infatti un testo che ha bisogno di intimità di luci, di tagli, di penombre, di controluci, perché chiaramente è tutto un gioco di ombre. Il testo parla di ombre, ombre divertenti, qui siamo in un teatro all’aperto e le luci diventano difficili, per cui speriamo nella forza evocativa della parola che ci riporti alla notte, al giorno, alle stelle, al silenzio. I ragazzi sono stati al gioco, all’inizio non avevano capito dove volevo andare a parare, ma poi sono diventati partecipi di quanto io volessi proporre. E vedendo le prove mi sono emozionato. E questo ti fa pensare che dopo settimane di lavoro hai prodotto qualcosa di veramente speciale”.
Tra le interpreti in scena anche Margherita Mignemi, catanese. La Mignemi, donna e artista di carattere, forte, è un vero vulcano di simpatia, in SOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZA ESTATE – interpreterà un personaggio maschile “Boton”.
“Spesso – racconta lei stessa – mi ritrovo a interpretare personaggi maschili proprio per la mia versatilità e comicità, come in Sogno di una notte di mezza estate. Ho accettato il ruolo perché volevo mettere qualcosa in più nel mio curriculum e questo lavoro propostomi da Nicasio mi sembrava quello giusto. Sono la più anziana del gruppo ma mi sono trovata benissimo con questi ragazzi, ci siamo capiti subito. Il mio personaggio nella Commedia, si esprime non in dialetto, ma in un italiano maccheronico, lo vedrete e ci sarà davvero da ridere”.
E se lo dice lei, che di risate in questi anni di attività ne ha strappate tantissime, c’è da starne certi - domani sera bisserà quei successi -.
“In queste settimane ho fatto avanti e indietro Catania- Segesta, dovendo anche lavorare con Tuccio Musumeci, ma ne è valsa la pena perché mi sono divertita, ho trovato dei compagni davvero bravi, simpatici e che hanno saputo sopportarmi, proprio perché sono la più anziana(ride). Venerdì sono sicura che la magia di Segesta e quell’atmosfera che regna su quel teatro assieme allo spettacolo sapranno sicuramente far Sognare tutti!”. Ne siamo certi così com’è accaduto altre volte, che anche questo nuovo personaggio sarà interpretato da Margherita Mignemi con grande professionalità, quella stessa professionalità che nel tempo l’hanno vista passare da un ruolo comico, esilarante a un personaggio serio ed impegnato.
Teatro Antico – 26-27-28 agosto, ore 19.15
SOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZA ESTATE Di W. Shakespeare Regia:NICASIO ANZELMO Con:Margherita Mignemi, Plinio Milazzo, Massimo Giustolisi, Giuseppe Bisicchia, Elisabetta Alma, Giorgio Musumeci, Lucia Fossi, Giovanni Strano, Alessandro Burzotta, Marta Cirello, Michele Arcidiacono, Roberta Andronico, Luigi Nicotra, Irene Tetto, Pietro Casano. Coreografie:BARBARA CACCIATO Costumi:Nicoletta Sammartano Aiuto alla regia: Roberto Oliveri Realizzazione Costumi: Mela e Rosa Rinaldi Produzione:Teatro Della Città
Note: “ … il fiore dell’amore svanito“ - la freccia di Cupido, nello sbagliar traiettoria colpisce facendolo diventare rosso vermiglio – che confonde la ragione, il razionale con l’irrazionale e causa di tutti i subbugli dell’inconscio degli esseri umani, è il protagonista assoluto di questo capolavoro shakespeariano. Due luoghi d’azione: il primo luogo Atene, dove regna Teseo (non a caso uno dei più famosi seduttori della mitologia greca) che si accinge a sposare Ippolita ( non a caso la regina delle amazzoni), dopo averla sconfitta in battaglia. Il secondo luogo d’azione la foresta dove, in una furibonda perenne lite amorosa, regnano Oberon e Titania sovrani, di una corte di fate e folletti. Atene è il luogo del quotidiano, della razionalità, dell’ordine; la foresta il luogo dell’irrazionale, dove tutto diventa possibile e gli istinti si scatenano e la realtà diventa illusoria e inafferrabile come un sogno. Fra i due luoghi si muovono ed agiscono, su racconti paralleli, i quattro innamorati e i rozzi artigiani. Ciascuno di loro con storie e finalità diverse, chi per ritrovare se stessi negli affetti e le proprie passioni, chi per ritrovare fama, gloria e denaro: ma tutti alla ricerca della propria stabile identità. In questa magica foresta, complice gli incantesimi di Puck, tutto si dissolve, tutto si complica tutto diventa illusione. Un magico luogo in cui l’erotismo si rafforza con la passione e produce turbamento fino a penetrare nella profondità dei cuori rischiando di minare le basi stesse della civile convivenza tra gli uomini. La luce fa disperdere i fantasmi inquietanti che la notte ha evocato tra i poeti, gli innamorati e i pazzi coi i “ cervelli in ebollizione e fervide fantasie ”. Si rischia di rimane emarginati dal mondo se la luce del giorno non interviene a raffreddare cervello e fantasie e a ridare al mondo ordine ed equilibrio. Ma quando sembra che il corso delle cose siano rientrate nel loro equilibrio, ecco che ritorna la notte e i fantasmi inquietanti delle passioni, che la luce sembrava di avere domato. Un capolavoro shakespeariano che racconta di un mondo dove i fantasmi dell’irrazionale sono necessari e benefici per la razionalità che ci accompagna. Un esplorazione divertente e spesso comica negli abissi dell’inconscio in un allestimento semplice e leggero come semplice e leggera è la scrittura del Bardo. Spettacolo creato in esclusiva per Teatro Antico – 30 agosto, ore 19.15 GIULIO CESARE di W. Shakespeare Regia:NICOLA ALBERTO OROFINO Con: Alessandra Barbagallo, Egle Doria, Alice Ferlito, Cinzia Maccagnano, Carmela Buffa Calleo, Emanuele Puglia, Valerio Severino, Sebastiano Sicurezza Scene:Federica Buscemi Luci e fonica:Maria Grazia Pitronaci Produzione: Etna ‘Ngeniousa - XXIin Scena
Note: Forse uno dei più perfetti drammi politici mai scritti, Giulio Cesare di W. Shakespeare narra gli ultimi giorni di vita del dittatore, il suo assassinio, e le conseguenze politiche della congiura. Un testo denso di teorie, di dottrine e di realpolitik. Eppure l’autore sembra non esporsi mai. La necessità di rappresentare questo straordinario dramma politico è del tutto evidente: esso potrebbe rispondere all’urgenza di analizzare i meccanismi (che spesso ci appaiono viziati)della politica di oggi,la quale affida sempre più spesso ruoli istituzionali importanti a star televisive, cantanti e subrette e che fa dell’avvenenza femminile uno strumento per far carriera. Uno spettacolo che ha a cuore il dibattito sulla presenza femminile nelle istituzioni del nostro paese e il problema della democrazia paritaria. Le cause della scarsa rappresentanza femminile sono sicuramente anche storiche – le donne votano solo dal 1946 e solo da allora possono accedere a cariche pubbliche – tuttavia il regista è convinto che sulla cosa pesino di più ragioni culturali e sociali e pregiudizi che spesso non vengono nemmeno ammessi. Sono queste le ragioni che hanno portato Nicola Alberto Orofino a scegliere proprio delle donne per interpretare il ruolo dei congiurati. L’uccisione del maschio/Cesare diventa un estremo atto di ribellione che sintetizza anni di dura lotta per la conquista delle pari opportunità; così come il suicidio di Cassio e Bruto e il passaggio del testimone a un nuovo maschio/Cesare, Ottaviano, attestano quanto ancora sia lunga e impervia la strada che conduce verso la piena realizzazione degli ideali di libertà e di democrazia,nel nostro paese di oggi come nell’antica Roma.
Teatro Antico – 31 agosto, ore 19.30 EDIPO RE Da Sofocle Drammaturgia e regia:CINZIA MACCAGNANO Con:Dario Garofalo, Cinzia Maccagnano, Luna Marongiu, Cristina Putignano, Raffaele Gangale Scene e costumi: Monica Mancini Musiche a cura di:Lucrezio de Seta Assistente alla regia:Marta Cirello Produzione:La Bottega del Pane
Note: Quello di Edipo è il dramma della conoscenza, il dramma di un uomo vinto dalla fatalità. Egli prova ostinatamente a ribellarsi al fato, attraverso la ragione e la logica, attraverso interrogatori che cercano risposte utili e soluzioni al male della peste che infesta Tebe.Le sue domande, però, lo condurranno a una verità che finirà letteralmente per accecarlo. Edipo in realtà sa,ma ha dimenticato, e perciò intraprende un percorso dall’interno verso l’esterno che porterà lui e gli spettatori a riscoprire una verità nascosta, ma già orribilmente presente. Edipo appare in scena nel cuore della notte, ai piedi del talamo nuziale, tormentato da incubi, pensieri ed echi di voci di popolo in una Tebe preda di un malessere scuro, potente e vorace. Comincia così il suo viaggio dal buio dell’incomprensione alla luce terribile e impietosa della verità. La scena, man mano che le informazioni si sommano e gli squarci sulla verità terribili si aprono, si va arricchendo di colori e strade su cui i personaggi agiscono loro malgrado, come seguendo percorsi a tappe forzate: c’è il nero della peste, la scia rossa di Giocasta e delle sue viscere inconsapevoli che hanno partorito l’orrore, il viola dell’avvento che taglia la scena come un evento inevitabile, il giallo della luce della verità, il bianco dell’oblio e del tentativo di rinascita. Edipo è ostinato a voler sapere, a dispetto di tutto, a dispetto del dolore e delle tenebre cui la scoperta finalmente lo condannerà:«Io la mia stirpe, per oscura che sia, voglio vederla» grida di fronte alla rivelazione e all’orrore.
Intanto ci si prepara per gli spettacoli di Settembre e per il Premio Cendic Segesta
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