Inserita in Salute il 15/07/2016
da Giusy Modica
OBESITÀ INFATILE
L’obesità è una condizione caratterizzata da eccessivo peso corporeo per accumulo di tessuto adiposo, in misura tale da influire negativamente sullo stato di salute. Essa costituisce una vera e propria malattia metabolica cronica, che compromette la regolazione dell’appetito ed il metabolismo energetico. L’obesità infantile è oggi una delle grandi emergenze sanitarie dei paesi ad alto sviluppo. In Italia, ad esempio, il 25% dei soggetti compresi tra 0 e 18 anni (dato medio) ha un eccesso di peso, con un picco che si registra nella fascia d’età 9-11 anni, nella quale il 23% della popolazione risulta essere in sovrappeso ed il 13% francamente obesa. L’eccesso di peso determina nel bambino e nell’adolescente una serie di gravi problemi di tipo medico, fisico e psicologico, destinati ad accompagnarlo, anche nell’età adulta, qualora non si agisce con le opportune misure preventive. Nella popolazione generale in età pediatrica, dopo l´età di un anno, i valori di BMI (indice massa corporea) diminuiscono per poi stabilizzarsi e riprendere ad aumentare mediamente solamente dopo l´età di 5-6 anni. L´età alla quale si raggiunge il valore minimo prima dell´aumento fisiologico del BMI si chiama “adiposity rebound” e mediamente corrisponde all´età appunto di 5-6 anni. Un incremento dei valori di BMI prima dei 5 anni (adiposity rebound precoce) viene riconosciuto come un indicatore precoce di rischio di sviluppo di obesità. La causa legata all´obesità infantile ha una genesi multifattoriale; come tale, infatti, è il risultato di diversi elementi, più o meno evidenti, che interagiscono tra loro. In primo luogo essa è dovuta sicuramente ad un´eccessiva e cattiva alimentazione, legata o meno ad una ridotta attività fisica ed a fattori di tipo genetico-familiare. Meno frequenti, invece, sono quei casi di obesità legati ad alterazioni ormonali, quali ipotiroidismo o disfunzioni surrenali. Come ogni patologia, l’obesità infantile comporta degli effetti negativi più o meno gravi non solo sulle condizioni di vita di chi ne soffre, ma anche su quella dei familiari e, indirettamente, sulla collettività. L’obesità produce i suoi effetti negativi a livello di autostima e sull’immagine che i bambini hanno di loro stessi, inducendoli spesso a quei comportamenti che sono tipici di questa patologia: passare molte ore davanti alla tv, non voler partecipare ad attività con i coetanei, scarso impegno scolastico, modificazione del carattere, con conseguente emarginazione per diversità. Affrontare il problema attraverso la semplice imposizione di una dieta alimentare si dimostra quasi sempre una scelta inefficace e controproducente; pertanto è necessario intervenire su diversi fronti. Un intervento di educazione fisico-sanitaria estesa ai bambini che frequentano la scuola materna, la scuola elementare e la scuola media, ad esempio, può rivelarsi efficace attraverso un primo livello o prevenzione primaria con campagne di educazione fisica-alimentare coinvolgenti le famiglie, le insegnanti, il personale delle mense ed i medici di base, ed un secondo livello o prevenzione secondaria con attivazione di screening mirati per individuare i soggetti obesi e attuazione di un protocollo d’intervento terapeutico che coinvolga più figure specialistiche. Trascurare il problema è in assoluto il fattore di rischio più incisivo.
Palermo 15 Luglio 2016 Giusy Modica Consulente per la salute con lo sport presso l’Associazione Anas zonale Oreto. Per informazioni e appuntamenti chiamare al numero 091-336558 dalle ore 9:00 alle ore 13:00.
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