Inserita in Un caffè con... il 06/07/2016
da REDAZIONE REGIONALE
GIROLAMO FAZIO REPLICA A GIUSEPPE BIANCO
«Il Presidente Giuseppe Bianco o c’è o ci fa. Oppure chi gli ha scritto il comunicato non ha compreso il senso delle mie parole. I poteri forti non vanno cercati dentro al Consiglio Comunale ma, piuttosto, in quell’area grigia che si muove attorno alla politica fatta di favori, cortesie, pressioni e clientelismi e che proprio i consiglieri comunali vuole coartare». «Al presidente Giuseppe Bianco, incapace di gestire le dinamiche consiliari in maniera autonoma, come i fatti ed i suoi limiti hanno dimostrato nel tempo, piace giocare alle “istituzioni” e piace riempirsi la bocca, solo formalmente, dei principi che dovrebbero regolare i rapporti tra gli organi del Comune. Dice di difendere i Consiglieri e dimentica che io stesso sono un consigliere componente di quella assemblea di cui egli dovrebbe essere presidente super partes. Solo che, inadatto ad essere davvero garanzia dell’intero Consiglio ha sempre accolto supinamente la volontà dell’esecutivo e del sindaco». «In quest’ultima circostanza accoglie l’invito del sindaco ad accertare la presunta mia incompatibilità trincerandosi dietro “l’atto dovuto” e aggiungendo che se non avesse dato esecuzione avrebbe potuto commettere il reato di “omissione di atti d’ufficio”. Bianco afferma una enorme falsità, e chi gli ha redatto il comunicato dimentica di scriverne, deliberatamente ignorando ogni valutazione di tipo giuridico a monte che attesta che la contestazione di incompatibilità è palesemente inconsistente. In primo luogo lo sostengono i pareri dell’ufficio legale del Comune e del segretario comunale e, in seguito, la mia memoria dettagliata, depositata all’ufficio di presidenza, che reca le diverse pronunce della I Sezione Civile della Corte di cassazione (tutte a conferma della infondatezza della presunta incompatibilità)». «Non mi pare che Bianco sia vincolato da alcun rapporto gerarchico tra sindaco e consiglio comunale e non può quindi derivarne alcun obbligo. Non c’è alcun atto dovuto, anzi accertata l’inconsistenza della richiesta del sindaco avrebbe dovuto, autonomamente rigettarla. Quindi il presidente Bianco non mi venga a parlare di atto dovuto. Si tratta invece di un atto dovuto a qualcuno che conosce solo il presidente Bianco, di cui egli si rende strumento, e non metta in mezzo l’intero consiglio ed i consiglieri che non hanno certamente bisogno delle sue finte difese d’ufficio. Non credo proprio che i singoli consiglieri possano sentirsi rappresentati davvero da lui».
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