Inserita in Politica il 02/07/2016
da REDAZIONE REGIONALE
CASARINI, SINISTRA ITALIANA PRESENTA INTERROGAZIONE SU DIVIETO DI COMUNICAZIONE CON L’ESTERNO
Palermo, 2 luglio - In Parlamento si torna a parlare del caso di Luca Casarini, recentemente condannato a scontare una pena di tre mesi ai domiciliari per avere occupato nel 2003 un immobile sfitto e su cui pesa anche l’assoluto divieto di comunicazione con l’esterno. I deputati di Sinistra italiana Erasmo Palazzotto e Nicola Fratoianni hanno presentato un’interrogazione a risposta scritta al ministro della Giustizia Orlando alla luce del rigetto da parte del Tribunale di sorveglianza di Palermo della richiesta dei legali di Casarini di sospendere il divieto di comunicazione. Una decisione che si basa su una nota della Questura di Palermo che ravvisa possibili collegamenti tra l’attività di Luca Casarini e la criminalità organizzata. Un giudizio che era già stato determinante nella decisione del Tribunale di sorveglianza di Venezia di respingere la richiesta dell’ex No global di poter scontare la pena ai servizi sociali invece che ai domiciliari. “Tale affermazione – si legge nell’interrogazione di Sinistra italiana - grave di per sé e, a parere degli interroganti, priva di ogni riscontro, assume ulteriore gravità in relazione al contesto siciliano e palermitano ove, da anni, Casarini vive e lavora. Un contesto dove il termine “criminalità organizzata” contenuto nella relazione della Questura significa mafia”. “Non si può accettare un giudizio del genere – commentano i deputati Palazzotto e Fratoianni, che ieri hanno fatto visita a Casarini – perché è chiaro a tutti che l’attività politica portata avanti in questi anni da Casarini non possa avere per sua stessa natura nulla a che fare con la criminalità organizzata. La nota della Questura non ha alcun tipo di riscontro e macchia solamente la storia politica di Casarini”. “C’è un’evidente sproporzionalità della pena inflitta – aggiungono i deputati di Sinistra italiana - con un inspiegabile divieto di comunicazione con l’esterno frutto proprio della relazione della Questura di Palermo, che su un personaggio pubblico come Casarini pesa come un macigno. Un chiaro accanimento, che sa di atto punitivo e che si inserisce in un contesto di criminalizzazione del dissenso nel paese che ci preoccupa molto”.
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