Inserita in Cronaca il 21/05/2016
da Giusy Modica
PREMIO GIORNALISTICO: IL GIORNALE "GERMOGLI", PRODOTTO DAGLI ALUNNI DETENUTI DELLA CASA CIRCONDARIALE DI TRAPANI, VINCE ANCORA
Il 27 Aprile 2016 a Chianciano il giornale Germogli, prodotto dagli alunni detenuti della Casa Circondariale di Trapani, è stato proclamato vincitore del premio Nazionale “ Giornalista per un giorno “ per la sezione “ Laboratorio di giornalismo “. La professoressa Rossella Lombardo essendo impossibilitata ad andare a ritirare personalmente il riconoscimento ha sentito comunque il dovere di ringraziare coloro che l’hanno accompagnata in questi lunghi cinque anni di racconti, di emozioni, di sfoghi, di rivincita, di liberazione in un mondo che non è affatto facile. “ Quello carcerario è un universo a sé che conosce la frustrazione dell’uomo che vive di progetti da realizzare e l’impossibilità di agire per realizzarli e allora lo studio, la scrittura diventano, in parte, terapeutici. Il rischio, tuttavia, sarebbe stato quello di lasciare tali esperienze in un cassetto, ben riposte sì, ma chiuse, dimenticate. Adesso, invece, tutto questo materiale magicamente esce dall’anonimato per prendere forma, per acquisire una sua sostanza. Le parole che fuori si sprecano, in carcere, diventano essenziali, scabre, dense di significato, povere, ma ricche, rendono periodi brevi, ma corposi. Si dovrebbero ascoltare di continuo perché rappresentano la nostra coscienza che noi Italiani abbiamo perduto nella dimensione familiare e sociale e con noi i politici che sono i nostri rappresentanti di una società malata e agonizzante. Allora con orgoglio mi sento di apprezzare la pregevole funzione educatrice dell’Associazione Nazionale Alboscuole che promuove con questa iniziativa, la ricerca, la passione per la verità (attraverso la catarsi della parola). Con il giornalino Germogli si è creata una rete tra persone che fanno parte di uno stesso tessuto sociale, ma che vivevano in mondi contrapposti. La professoressa Lombardo, curatrice del progetto, si augura che i ragazzi “di fuori” possano rendersi conto che esistono anche altre realtà che vanno conosciute e dalle quali possono essere attinti degliinsegnamenti. Quindi che ci si senta un tutt’uno, senza barriere, fratelli al di là del muro”.
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