Pino Romanelli è un autore di canzoni, scrittore e produttore musicale. I suoi testi sono stati cantati e interpretati dagli artisti più noti della scena musicale italiana: Vanoni, Mannoia, Noemi, etc.
Il libro solca come la puntina di un giradischi, 33 storie tra presente, passato e futuro legate tra di loro da un fil rouge, per farne un racconto essenzialmente costruito sulla scrittura e sulle connessioni.
Il libro, come un contenitore, racchiude oltre alle storie del presente scritte in “presa diretta”, una serie di connessioni che nascevano lì per lì, quando il libro si stava scrivendo; pensato come un puzzle che si evolve per diventare romanzo.
Troviamo in esso stralci di canzoni, lettere, schizzi inseriti volutamente nel testo, un fax di Fiorella Mannoia, articoli di giornale, foto d’Autore, sms, autoscatti, messaggi di social network e altro ancora che casualmente venivano fuori e pretendevano di essere ascoltati.
In questa storia ci siamo tutti, in transizione, in sosta e contromano; il disordine ha un suo ordine e ogni storia inventata a metà diventa interezza compiuta e lineare.
La realtà delle storie, supera sempre la fantasia ma anche il dolore che le ha comunque nutrite e generate, e alla fine, quando riusciamo a farcela, riusciamo anche a raccontarla.
...dalla prefazione di
Nando dalla Chiesa«Chissà come sarebbe stato questo libro se l’autore avesse voluto farne una canzone. Così ho pensato pochi istanti dopo avere finito di leggere queste pagine così particolari di Pino Romanelli, musicista raffinato che ha trascorso una vita ad avvolgere nelle note le parole, per dar loro il senso che suggeriva la sua anima di poeta. Si accavallano nel libro ricordi sinceri, perfino sfrontati, e pubbliche confessioni, in un intreccio stupefacente di delicatezza e di ardimento. E fanno capire di più, molto di più, della vita avventurosa e generosa di un intellettuale della musica che non si è negato alle più giuste cause della storia civile nazionale.
[...] Una vita trascorsa, come ricorda l’autore, un po’ in sosta e un po’ contromano. Spesa a cimentarsi con le parole in un mondo che ne è andato appiattendo i significati e riducendo il numero. E osservando verso di loro il rispetto di un amante pudico, consapevole che “certe parole si trovano solo nelle canzoni”. A volte perchè troppo banali da pronunciare in pubblico, a volte perch´ troppo poetiche per trovare cittadinanza nei comuni dialoghi tra mortali. Le parole scritte da Pino Romanelli per le sue canzoni appartengono a questa seconda categoria. Chissà quali avrebbe usato se avesse dovuto fare di questo libro una canzone.»