Inserita in Cronaca il 29/08/2013
da redazione
Geologi: per infrastrutture idriche servono 66 mld in 30 anni
Per risolvere le criticità delle infrastrutture idriche nazionali, dalle perdite alla rete fognaria e i depuratori, servono «66 miliardi di euro in 30 anni, con un effetto occupazionale stimabile tra 150 mila e 200 mila addetti.
Intanto - ha affermato Gian Vito Graziano, presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi - si dovrebbero utilizzare velocemente i finanziamenti resi già disponibili, cercando di colmare progressivamente il generale deficit infrastrutturale in cui versa il Paese e quello altrettanto grave che vede il Sud molto indietro per acquedotti e depurazione».
Per Graziano «le risorse si possono reperire nei Fondi strutturali 2014-2020 introducendo, dove possibile, anche dei meccanismi di premialità per l´attribuzione», quali miglioramento dell´utilizzo dell´acqua in agricoltura, il riutilizzo delle acque, la prevenzione degli sprechi, il recupero dell´energia termica dall´acqua depurata. A dare la misura dell´arretratezza e dell´inadeguatezza delle infrastrutture idriche nazionali, alcuni dati: «le perdite di rete sono in media superiori al 35%, la rete fognaria ancora non serve il 15% degli italiani, i depuratori risultano mal gestiti, inadeguati o addirittura inesistenti per un italiano su tre, l´acqua esce a singhiozzo dai rubinetti, soprattutto nel sud, e circa il 35% dei corpi idrici di superficie non raggiunge gli standard di qualità ambientale» «Tutto ciò - aggiunge Graziano - in un contesto complessivo di disponibilità idrica nazionale pari a 52 miliardi di metri cubi d´acqua, di cui circa l´80% è effettivamente utilizzata. Di questa quota, il 50% è impiegato in agricoltura, il 15-20% per uso domestico e il 30-35% per uso energetico/industriale».
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