Inserita in Politica il 08/04/2016
da REDAZIONE REGIONALE
FORUM SICILIANO DEI MOVIMENTI PER L’ACQUA E I BENI COMUNI
Il Forum Siciliano dei Movimenti per l´Acqua ed i Beni Comuni chiede ai sindaci siciliani di prendere parola sul referendum contro le trivelle del 17 aprile.
Il referendum ci consente di dare un impulso significativo verso un futuro sostenibile che salvaguardi l´ambiente, la salute dei cittadini, che costruisca un modello vocato a creare nuovi posti di lavoro stabili e duraturi nelle energie rinnovabili, nel turismo, nella pesca, nella riqualificazione edilizia, nell´agricoltura, nelle risorse culturali ed umane, vere ricchezze della nostra regione. Come Forum Acqua e Beni Comuni promuoviamo un modello basato sulla conversione ecologica, sull´economia circolare richiamata dalle direttive europee, sulla democratizzazione della gestione delle risorse e dei Beni Comuni, intrecciando il nostro percorso con quello degli Enti Locali, avamposti della democrazia di prossimità. Insieme ad ANCI Sicilia abbiamo costituito a dicembre scorso il Comitato per la conversione ecologica; i Comuni siciliani sono quelli che in maggior numero a livello nazionale hanno aderito al Patto dei Sindaci per le rinnovabili, e la prossima programmazione dei fondi EU ci consentirà di fare un balzo in avanti per orientarci verso il 100% di rinnovabili. L´ANCI Sicilia è entrata a far parte del Comitato regionale "17 aprile vota SI per fermare le trivelle", invitando i Sindaci ad esprimersi pubblicamente, ed informando i propri cittadini sull´intenzione di votare o meno il 17 aprile.
Il quesito sul quale siamo chiamati ad esprimerci il prossimo 17 aprile ci chiede di abrogare votando SI, la norma che consente la prosecuzione di sfruttamento dei giacimenti di idrocarburi e gas fino all´esaurimento degli stessi, con tutti i rischi ambientali correlati, anziché alla scadenza delle concessioni. Si tratta di un quesito che entra con forza nel dibattito aperto dopo la Conferenza internazionale sul clima di Parigi di dicembre scorso,(COP 21) nella quale anche l´Italia ha preso impegni vincolanti per la riduzione delle emissioni di gas climalteranti, vera causa degli sconvolgimenti climatici e dei fenomeni migratori. Crediamo che questa occasione non vada sprecata e che l´esercizio democratico del voto, diritto e dovere di ogni cittadino, debba essere promossa aldilà di sterili polemiche, senza assistere al paradosso di vedere tacitati i Sindaci per i quali vige il divieto svolgere attività di comunicazione" (l´art. 9, comma l, della legge 22 febbraio 2000, n. 28), mentre un pubblico ufficiale, come una viceministra, contravviene a ben due norme in vigore (l’articolo 98 del testo unico delle leggi elettorali per la Camera; l’articolo 51 della legge che disciplina i referendum) che castigano l’astensione organizzata da chiunque sia «investito di un pubblico potere» con pene detentive (da 6 mesi a 3 anni). Per questo chiediamo ai Sindaci ed agli amministratori degli Enti Locali di pronunciarsi da CITTADINI e di mobilitarsi per cambiare energia scegliendo quella pulita, inesauribile, a forte intensità di lavoro, benessere, a produzione decentrata per restituire ingentissime risorse economiche alle comunità.
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