Inserita in Sport il 19/03/2016
da Giusy Modica
IL BASKIN
I primi disabili a praticare sistematicamente un’attività sportiva sono stati individui affetti da paralisi spinale traumatica. L’entusiastica opera del neurochirurgo Ludwig Guttmann sollecitò la collaborazione attiva dei disabili durante degli allenamenti specifici. Lo sport moderno, inteso secondo i canoni olimpici di De Coubertin, nasce nel secolo scorso come espressione di forza e di vigore, riferiti essenzialmente all’uomo giovane, sano e di sesso maschile. Nel nostro secolo, invece, la mentalità sportiva ha progressivamente preso le distanze da questo stereotipo iniziale, per includere dapprima le donne sportive, in seguito gli atleti anziani e, infine, quelli disabili. Il riconoscimento dello sport come diritto per tutti, libera espressione e “farmaco alternativo” permette, nel mondo sportivo, l’insediamento di numerose discipline per disabili; tra queste, recentemente, si afferma il Baskin. Il Baskin (abbreviazione di basket integrato) è una nuova attività sportiva ispirata al basket, ma con caratteristiche particolari ed innovative. Un regolamento, composto di sole 10 regole, ne governa il gioco, favorendo situazioni incredibilmente ricche di dinamicità e imprevedibilità. Questo nuovo sport è stato pensato per permettere a giovani “normalmente abili” e giovani “diversamente abili” di giocare nella stessa squadra, composta sia da ragazzi che da ragazze. Esso consente, infatti, la partecipazione attiva di giocatori con qualsiasi tipo d´abilità e disabilità fisica e/o mentale: è sufficiente che questa possa consentire il tiro di una palla in un canestro. Le 10 regole valorizzano il contributo di ogni ragazzo/a all´interno della squadra, permettendo a ciascuno d´essere determinante ai fini della vittoria finale. Una serie di adattamenti, personalizzando la responsabilità di ogni giocatore durante la partita, permetteno di superare positivamente la tendenza spontanea ad un atteggiamento "assistenziale". Anche i ragazzi normodotati beneficiano di questo percorso. Infatti, nel Baskin essi imparano, insieme ai fondamentali tecnico-tattici del gioco, ad inserirsi e ad organizzare un gruppo che conta al suo interno gradi di abilità differenti, sviluppando così nuove capacità di comunicazione. Mettere in gioco la propria abilità e creatività, in un simile contesto, significa stabilire anche relazioni affettive molto intense ed apprezzare, inoltre, le ricchezze che la diversità porta con sé. L’impianto regolamentare di questa disciplina sportiva prevede: – Due nuove postazioni di tiro laterali a metà campo, da aggiungere alle due tradizionali del Basket. – Una divisione in “ruoli” dei componenti della squadra in base alle proprie competenze motorie. – L’uso di palloni di peso e dimensioni diversi per alcuni giocatori di “Ruolo 1” (particolarmente menomati da un punto di vista motorio). – L’introduzione di aree protette per quei giocatori che non riuscirebbero ad esprimersi nel campo regolamentare. Il Baskin, nato dall’idea di un genitore di una ragazza disabile e di un professore di educazione fisica, cominciò le sue prime sperimentazioni nel 2001 a Cremona, nella palestra di una scuola media locale. Progressivamente questa disciplina uscì al di fuori delle scuole, inserendosi nelle società sportive, alla pari degli altri sport. Ad oggi questa nuova attività si rivela un mezzo efficace per abbattere, ancora una volta, le barriere legate alla disabilità e promuovere quello che è davvero lo sport per tutti, superando così la rigida struttura degli sport di squadra ufficiali.
Fonte foto: baskinontheroad.wordpress.com
Palermo 19 Marzo 2016 Giusy Modica Consulente per la salute con lo sport presso l’Associazione Anas zonale Oreto. Per informazioni e appuntamenti chiamare al numero 091-336558 dalle ore 9:00 alle ore 13:00.
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