Inserita in Cronaca il 26/01/2013
da redazione
Inaugurato l’anno giudiziario
Si è aperto l’anno giudiziario e, a Palermo, il presidente della Corte d'appello di Palermo Vincenzo Oliveri ha aperto la cerimonia di inaugurazione con queste parole: «Il clima è decisamente cambiato»ed il riferimento, non è certo al tempo.
«Un cambio radicale d'agenda - dice Oliveri - che, ci auguriamo, possa caratterizzare anche la prossima compagine governativa nel clima di ritrovata concordia che deve alimentare una stagione di riforme, senza chiusure».
Ed Olivieri auspica ad un vero cambiamento « non più solo annunci, dialoghi fra sordi, scontri deleteri, ma volontà effettiva di collaborare per raggiungere un obiettivo condiviso: trasformare la giustizia da ostacolo per la crescita a volano per un'economia competitiva».
Olivieri ha salutato il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano «Noi magistrati - ha detto Olivieri - rinnoviamo l'impegno a non cercare lo scontro, a non sentirci investiti di missioni improprie, perché il magistrato non deve dimostrare alcun assunto, non certamente quello di avere il coraggio di 'toccare i potenti' anche contravvenendo a regole inderogabili»
Il presidente della Corte d'appello di Palermo, Vincenzo Oliveri si sofferma sul problema «della durata del processo, che incide sempre più negativamente su un tessuto economico e sociale già fortemente pregiudicato dalle criticità di una congiuntura che ormai da lungo tempo affligge il nostro Paese. Il numero di sentenze che ciascun magistrato riesce ad emettere nell'unità di tempo, dice, non può ragionevolmente essere spinto oltre un certo punto»
Poi, mentre a Roma Giorgio Santacroce presidente della Corte d'Appello di Roma affermava che «Nel pieno di una campagna elettorale che si preannuncia molto combattuta non trovo nulla da eccepire sui magistrati che abbandonano la toga per candidarsi alle elezioni politiche» come in un botta e risposta a Palermo Vincenzo Oliveri risponde «La sola, alta missione da assolvere è quella di applicare e fare rispettare le leggi» ed ha aggiunto «Noi magistrati dobbiamo capire che è arrivato il momento di modificare molti dei nostri atteggiamenti. La comunità nazionale e internazionale ci scruta, stigmatizzando l'enfasi mediatica che viene data a certi provvedimenti, la sovraesposizione e i protagonismi di alcuni costantemente presenti in talk show televisivi dove disquisiscono di processi in corso» .
Durante la cerimonia Oliveri ha analizzato alcuni dati forniti dalla sezione gip/gup gli stessi che segnalano la crescita dei reati di peculato, corruzione e concussione (+42%) parallelamente all'incremento dei procedimenti per indebita percezione di contributi pubblici (+213%).
L’impennata maggiore si ha nelle frodi comunitarie (+77%), nelle truffe (+71%) e nella concussione (+44%). Più in generale, i reati contro la pubblica amministrazione sono aumentati del 19%. Il racket del 'pizzo' sarebbe ormai un fenomeno «grandemente ridimensionato» grazie all’intenso lavoro investigativo ed alla sua pressione, dice Olivieri. Cosa nostra, ha detto Olivieri, «Nelle tre province del distretto continuano a tutt'oggi a detenere il monopolio delle attività criminali»anche se ha spostato i suoi interessi economici sul traffico degli stupefacenti, un business fondante per Cosa nostra che, fortunatamente, ha smesso di sparare grazie all' efficace azione di polizia che ha reso assai pericoloso e quindi non facilmente praticabile per la mafia l'esercizio della violenza.
L'obiettivo prioritario, ha detto ancora Olivieri, resta comunque la cattura del super latitante, Matteo Messina Denaro, perché «potrebbe fare da catalizzatore di futuri progetti»di riunificazione. Ma nei Palazzi di Giustizia, mancano Magistrati. A Trapani la scopertura è del 16%, dell’8% a Marsala.
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