Inserita in Cronaca il 27/01/2016
da Umberto Crispo
ROTARY CLUB CASTELLAMMARE – MIO PADRE UNO DEI 650.000 INTERNATI MILITARI ITALIANI CHE HA DETTO NO. NON VOLLE COLLABORARE CON I TEDESCHI
L’incontro con la professoressa e scrittrice Pietra De Blasi svoltosi presso l’ ITTL“ Marino Torre” e l’ITI “Leonardo Da Vinci”, organizzato dal Rotary Club Castellammare del Golfo Segesta Terre degli Elimi, ha fatto conoscere agli studenti pagine della storia che non sono scritte sui libri di scuola: “Gli Internati Militari Italiani negli Stalag e la loro Resistenza silenziosa.” La prof.ssa De Blasi ha parlato di suo padre Giuseppe e dello zio Andrea che sono stati catturati dai tedeschi nella penisola Balcanica e hanno vissuto per 22 mesi la prigionia, il lavoro coatto negli stalag e negli arbeitskommando. Sono stati classificati internati militari italiani (I.M.I.), categoria ignorata dalla Convezione di Ginevra sui Prigionieri, del 1929. In questo modo, i soldati italiani, prigionieri a tutti gli effetti, sono privati della tutela dei diritti e dall’assistenza della Croce Rossa Internazionale. Sono usati come forza lavoro. Giuseppe, n° 194671 ed Andrea n° 194125 lavorano negli zuccherifici, nelle fonderie, nell’industria bellica, a scavare trincee, ad abbattere gli alberi del bosco e, la sera, dormivano per terra, sotto il cielo. Giuseppe ed Andrea, come tutti i prigionieri italiani, hanno sofferto il freddo e la fame. La prof.ssa e Presidente RC Castellammare del Golfo Anna Maria De Blasi parla degli insegnamenti che avuto dal padre, un uomo semplice, un lavoratore instancabile, un uomo che ha saputo ascoltare gli altri. “ Mi ha insegnato che amor vincit omnia”. La figlia Anna Maria ha letto i versi della sua poesia “Scorze di patate”. Lo scarto, il rifiuto che viene buttato nella spazzatura, è diventato per molti prigionieri del lager l’alimento che li sostenta. Il libro “Scorze di Patate” Edizioni Carrubba, dell’autrice Pietra De Blasi riporta la testimonianza del padre e dello zio prigionieri di guerra nei lager. A Giuseppe è stata assegnata nel 2011 la Medaglia d’onore come combattente per la Libertà dell’Italia 1943-45, nel 2015 è stata assegnata la Croce al merito di guerra e il diploma. Il Dirigente Erasmo Miceli ha ringraziato tutti, alunni e insegnanti, per la partecipazione. Ha rivolto agli studenti l’invito ad apprezzare la conoscenza, e ad amare la cultura. Sono gli ingredienti che allargano gli orizzonti, ci aiutano ad accogliere “l’altro” a saper stare insieme. Noi che siamo le “Porte del Mediterraneo” conosciamo da tanto tempo le schiere di emigranti che arrivano nella nostra isola in cerca di lavoro e libertà. Sappiamo cosa significa aprire queste porte dell’accoglienza. Lo sperimentiamo tutti i giorni con i barconi che arrivano stracarichi di profughi. Oggi, più che mai, l’intolleranza, l’amicizia, il saper essere umani sono valori che vanno curati e alimentati. Ricordare gli orrori commessi dall’uomo, è mantenere viva la Memoria, significa meditare, riflettere prima di agire. “ Le nostre aspettative sono riposte nei nostri giovani. L’indifferenza è un brutto seme. Vi invito, cari ragazzi, afferma la prof.ssa Pietra De Balsi a saperne sempre di più per contare di più per camminare con le vostre idee, con le vostre teste”. Gli alunni, nonostante la conferenza sia durata più del previsto, sono stati attenti, partecipi, motivati. Diverse le domande, gli interventi, le osservazioni. Gli studenti del Nautico “M Torre” hanno dimostrato una particolare sensibilità. Hanno coordinato gli interventi degli studenti le professoresse Sara Barbera e Vita Bosco. All’interno dell’ITI L. Da Vinci gli studenti hanno allestito un percorso della Memoria formato da diverse installazioni realizzati con materiali vari: scarpette rosse, foto e video documentari della deportazione, immagini in bianco e nero, divise di militari, appunti di guerra, foto che dicono tutti all’unisono: Stop a tutte le violenze, in ogni luogo e su ogni popolo. Ricordare è un dovere di tutti per non scordare le atrocità delle leggi razziali, per commemorare, ancora e sempre, tutte le vittime dell’Olocausto, perché l’Olocausto non si nutra del silenzio e si rigeneri. Toccante e di forte impatto è stato il video proiettato ad inizio conferenza sull’apertura dei cancelli di Auschwtiz.
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