Inserita in Un caffè con... il 23/01/2016
da REDAZIONE REGIONALE
ENZO LI MANDRI AL VESCOVO PIETRO MARIA FRAGNELLI
Gentile Rev.mo Vescovo Pietro Maria Fragnelli, nel rendere grazie alla Sua, nella ricorrenza del santo protettore, Francesco di Sales, del mondo bistrattato della informazione e con la volontà di ricambiare sinceramente i Suoi auguri, tengo, da umile informatore (la Comunicazione la lasciamo, e volentieri, a chi si occupa di promozione, con o senza utili che sia), a notare, e ad evidenziare, come la nostra categoria sia bistrattata, sottopagata e ignorata proprio perché l’informazione stessa è ormai alla portata di tutti con un semplice click sul web. Ciò ha certamente demotivato e scoraggiato i giovani che si affacciano a questo affascinante settore scoprendo il sordido crinale delle accomodanze. Gli è che la nostra è Arte che tocca tutti, senza distinzione e da vicino, e, proprio per questo, rimane un vettore di influenza mediatica non indifferente, quindi pericoloso se non imbrigliato. Un tempo le minacce, oggi la miseria, hanno messo in ginocchio questa categoria, soprattutto nella fascia giovane. Oggi, mi perdoni Sua Eccellenza, che Dio sia lento o meno a questi ragazzi non importa proprio, perché, o son costretti a prostituirsi per pochi spicci, o se son fortunati, proseguono nella loro passione sbarcando altrimenti il lunario, con un lavoro di ripiego. L’acuirsi della forbice tra l’estrema ricchezza e la miseria dilagante, economica, culturale e spirituale, è segno di tempi di guerra, e non è una novità! La guerra si combatte in tanti modi e su tanti fronti, ma a chi ha fame non si può chiedere di aspettare, perché, di fronte all’inedia, la morte non fa più nessuna paura. Chi scrive non ama certo né la guerra, né le sue orribili conseguenze, ed è ben convinto che essa venga fomentata da chi governa gli interessi economici sempre più globalizzati, ma, che la connivenza e l’opportunismo siano altrettanto responsabili io lo credo, come credo che l’attesa supina che le cose cambino per grazia ricevuta sia improponibile. Il buon Francesco di Sales, santo sotto le di cui insegne ho vissuto cinque anni della mia formazione scolastica, qui può (e deve) far ben poco se (aiutati che Dio ti aiuta) le coscienze non sono vigili e solidali. Capisco che non è compito Vostro (anche se il succitato fondatore dell’Ordine dei Salesiani era partigiano della istruzione di qualità) e che è sempre più sparuta la schiera dei banditori dell’ora tarda, ma, pur condividendo l’accorto non farsi coinvolgere da chi semina zizzania, non condivido il Vostro appello alla pazienza. Con sincera cordialità, Enzo Li Mandri.
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