Inserita in Nera il 10/07/2013
da redazione
Presi i basisti, gli specialisti del furto, durante i Misteri, avevano rubato anche la corona dalla statua della Madonna
Giuseppe Di Maggio, 56 anni e Emanuele Li Mantri di 22 sono stati arrestati dal personale della Squadra Mobile di Trapani. Specialisti del furto i due sono accusati di essere stati i “basisti” della rapina perpetrata il 15 marzo scorso nel rione San Giuliano presso l’abitazione di un commerciante della zona.
In quella circostanza cinque palermitani (Giovanni Beone, Luigi Verdone, Giuseppe Marrone, Antonio Patti e Giuseppe Amato), simulando di essere appartenenti alla Guardia di Finanza ed indossando giubbotti riconducibili a quel Corpo, erano riusciti ad introdursi all’interno di una privata abitazione con l’espediente di effettuare una perquisizione alla ricerca di sostanze stupefacenti ed armi.
I componenti del nucleo familiare, tra cui 3 minori venivano sequestrati all’interno del vano cucina, privati dei cellulari e tenuti costantemente sotto controllo da uno dei malviventi che impugnava una pistola. Il commerciante veniva condotto in un’altra sua vicina abitazione per aprire la cassaforte e lì i malviventi venivano poi tratti in arresto nella flagranza del reato da personale delle Squadre Mobili di Trapani e Palermo.
Proprio Giuseppe Di Maggio, Emanuele Li Mantri, con un altro soggetto indagato a piede libero, avevano fornito ai complici palermitani l’indispensabile supporto logistico, informativo ed operativo per la rapina.
Nello specifico, i due fornivano informazioni sulla vittima, sulle sue disponibilità economiche, sull’ubicazione delle abitazioni ed abitudini di vita; tentavano di rinvenire un’autovettura rubata da usare per la commissione del delitto; accompagnavano i complici sui luoghi, procedendo a recuperarne in un successivo momento le autovetture, spostate da luoghi nella disponibilità del Di Maggio e parcheggiate in altra via.
Peraltro, l’attività investigativa consentiva di accertare anche come i due si rendessero autori di: un furto aggravato perpetrato di notte in danno di un’autofficina di Trapani, in cui, dopo aver forzato la saracinesca, riuscivano a entrare, appropriandosi di circa 20.000€.
Successivamente gli stessi, con un terzo soggetto e sempre nottetempo, sottraevano in altro esercizio commerciale di Valderice numerosi cavi elettrici di alimentazione e 6 bobine di fili i rame, cagionando un danno di circa 70.000€.
L’attività di indagine prontamente avviata consentiva di rinvenire e sequestrare gran parte della refurtiva in questione, custodita all’interno dell’auto del Di Maggio, tra cui 4 bobine di filo di rame del peso di circa 40 kg ciascuno. Ed ancora, tra il 29 ed il 30 marzo scorso , nella notte in cui si svolgeva la storica processione dei Misteri, il Di Maggio con altro soggetto in corso di identificazione si rendeva responsabile del furto della corona posta sul capo della statua della Madonna ubicata all’interno della Chiesa Parrocchiale “Nostra Signora di Fatima”.
In quell’occasione il Di Maggio ed il complice si introducevano all’interno della Chiesa, forzando l’inferriata di una finestra.
Gli autori del furto ritenevano che la corona sottratta, del peso di circa 1 Kg, fosse d’oro, constatando soltanto successivamente e con rammarico che la stessa era soltanto placcata in oro e, quindi, di scarso valore economico.
Oltre agli episodi sopra descritti il Di Maggio ed il Li Mantri sono ritenuti responsabili di altri recenti episodi di furti commessi, sempre di notte, in danno di esercizi commerciali ovvero aventi ad oggetto cavi di rame sottratti da luoghi pubblici, per i quali sono in corso ulteriori approfondimenti investigativi.
Peraltro, a seguito di perquisizione domiciliare effettuata presso un’abitazione nella disponibilità del Di Maggio sono stati rinvenuti e sequestrati alcuni orologi in quanto ritenuti provento di precedenti furti.
Espletate le formalità di rito, per entrambi si sono aperte le porte del carcere di San Giuliano
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