Inserita in Nera il 09/07/2013
da redazione
Smantellata organizzazione dedita allo spaccio di sostanze stupefacenti, a capo vi era una donna
Mentre le occhiaie sotto gli occhi dei rappresentanti delle forze dell’ordine raccontano di quanta fatica e quanto impegno viene profuso dietro ogni indagine prima di raggiungere un qualsiasi risultato, le manette ai polsi dei sette degli undici arrestati di oggi, al culmine dell’operazione “Nassiriya” portata a termine dai Carabinieri della Compagnia di Trapani, vengono alzate dai malviventi quasi fossero un trofeo. Davanti la porta del Comando Provinciale di Trapani oltre ai giornalisti, questa mattina c’era anche qualche curioso amico degli spacciatori pronti a salutarli come se stessero partendo per le vacanze d’estate. Al fresco. E’ lì che staranno per un po’.
Settanta i militari dell’Arma della Compagnia del capoluogo, supportati in fase esecutiva dai colleghi di tutto il Comando Provinciale di Trapani e dalle unità cinofile antidroga di Palermo, per smantellare una vera e propria organizzazione dedita allo spaccio delle sostanze stupefacenti per un giro d’affari che oscillava dai 500 ai 1500 euro al giorno.
Il quartiere interessato è quello di “Fontanelle Sud”a Trapani. Un quartiere di difficile penetrazione anche per dei semplici controlli, ha sottolineato nel corso della conferenza stampa il colonnello Fernando Nazzaro, Comandante Provinciale dei Carabinieri mentre spiegava gli intrecci e le particolarità di questo gruppo. A partire dalla testa. Il capo, infatti, era una donna, Francesca Incarbona. Modi spiccioli e duri che poco lasciavano al caso. A lei tutti facevano riferimento e portavano rispetto che aveva iniziato a guadagnarsi col tempo. Quello che aveva perso anche in galera qualche tempo fa. I suoi problemi con la giustizia li teneva lontani con la resistenza psicologica ma anche logistica.
Era presso la sua abitazione situata al centro del popoloso quartiere Fontanelle Sud, all’interno di uno stabile, che aveva costituito un vero e proprio fortino della droga, con tanto di vedette che segnalavano l’eventuale arrivo delle Forze dell’Ordine. La sua casa era una sorta di bunker dove entrare era quasi impossibile tanto che, nel luglio dell’anno scorso, i Carabinieri hanno dovuto far rimuovere dai Vigili del Fuoco con le seghe elettriche per poter effettuare una perquisizione domiciliare per eliminare le sbarre di ferro che blindavano porte e finestre della sua abitazione
Il gruppo per rifornire la piazza trapanese ed ericina faceva riferimento al mercato palermitano dove si avvicinava sia per recuperare la sostanza a basso costo, sia per eludere al meglio gli eventuali controlli.
Ma dopo lunghi servizi di pedinamento che hanno portato i Carabinieri a seguire i pusher fino a Palermo, alcuni di questi sono stati arresti in flagranza di ritorno dal Capoluogo regionale con le modalità più ingegnose e sempre diverse: chi in treno, chi in autostop, in pullman oppure in taxi.
Nel gruppo dedito al traffico hanno gravitato anche dei soggetti minorenni all’epoca dei fatti, che spesso si sono accompagnati con gli spacciatori, segnalati conseguentemente alla Procura dei Minorenni di Palermo.
In una occasione una giovane minore, controllata in compagnia della Incarbona di ritorno da Palermo, è stata riaffidata alla madre che, in quella occasione, aveva manifestato sdegno e rammarico per le “cattive frequentazioni” della figlia. Ed è proprio la madre della giovane, che tanto stupore aveva manifestato per le “cattive amicizie” della figlia, a risultare ora indagata per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, inserita nel gruppo di spacciatori vicini a Francesca Incarbona.
Soddisfazione è stata espressa dal Procuratore della Repubblica di Trapani dott. Marcello Viola che ha voluto sottolineare come Trapani rimane certamente una città condizionata dalla criminalità organizzata ma che viene sempre più influenzata anche dalla micro criminalità.
I soggetti tratti in arresto in esecuzione della misura cautelare in carcere sono Francesca Incarbona, 34 anni, Giuseppe Acabo e Giuseppe Cherchi entrambi 30enni, Vincenzo Papa, 31 anni, Bernardo Tesè 44 anni, Massimiliano Gaspare Salafia, 36 anni, Pietrino Cherchi, 29 anni. Altre due persone, invece, sono state sottoposte all’obbligo di firma. Quattordici le perquisizioni effettuate e altre cinque persone sono state raggiunte da avvisi di garanzia. Per tutti il reato contestato è di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti in concorso.
Un risultato ottenuto dopo mesi di indagini, coordinate dal Procuratore della Repubblica di Trapani dott. Marcello Viola e dal Sostituto Procuratore dott.ssa Anna Trinchillo, sviluppate dal Nucleo Operativo della Compagnia del Capoluogo, ed iniziate nel dicembre 2011 con il sequestro di Kg. 1,500 di hashish ritrovati a pochi metri da un auto abbandonata e ripartita in panetti. Un anno di intensa attività proseguita con attività tecniche di intercettazione telefonica ed ambientale e servizi di video ripresa dell’attività di spaccio, nonchè con attività di indagine tradizionale quali servizi di osservazione, controlli e pedinamento.
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