Inserita in Politica il 02/12/2015
da REDAZIONE REGIONALE
MOVITA´ - IL VOLONTARIATO DOVE VA?
La notizia è che il volontariato sta cambiando, così come un po´ tutto il panorama attorno a noi. L´intera società è sottoposta a sollecitazioni e spinte di mutazione, con l´obiettivo dichiarato di liberare nuove energie, mentre il braccio di ferro con le forze della conservazione continua. Intendiamoci, non vogliamo dire che "qualunque novità" sia in ogni caso benvenuta, perché qualche volta rischiamo di rimettere in discussione valori e conquiste che consideriamo parte irrinunciabile del nostro patrimonio civile e umano. Non bisogna lasciarsi sedurre dalle novità fini a se stesse, al limite utili solo nel contingente e per rispondere a interessi particolari. Tuttavia di cose da cambiare, dobbiamo riconoscere, ce ne sono tante... Da questo punto di vista anche il rallentamento nella attesa e qualche opportuna modifica della normativa sul Terzo Settore - di cui il volontariato è parte - potrebbe non essere negativo. Già, perché così si potrebbero evitare gli "sfasamenti" di ottica che in tanti abbiamo notato e denunciato. Meglio una legge-quadro meditata in tempi un po’ più lunghi ma giusta, che averne una frettata ma non centrata sulle reali esigenze della società futura. Infatti ci aspettiamo una legge che sostenga l’impegno alla cittadinanza attiva e un rilancio serio della cultura della gratuità solidale in un´ottica di responsabilità sociale. Intendendo per sociale non solo ciò che riguarda il sostegno “diretto” alla persona e alle persone, ma anche all’ambiente, alla cultura e, perché no, allo sport e allo svago. Lo abbiamo già ripetuto in tutte le sedi. L´azione del Terzo Settore non può essere sostitutiva dell´azione pubblica attraverso un “mercato sociale” in cui fare business. Questa visione rischia di essere una “sussidiarietà malata”, una sorta di “stato sociale dei poveri”, dedicato sì a chi esprime bisogni, ma bisogni considerati “fuori mercato”. Don Lorenzo Milani - con la sua capacità di comunicazione chiara e coraggiosa - diceva che “non si può fare parti uguali fra disuguali”. E qui torniamo alla notizia che abbiamo dato in apertura. Il volontariato è sottoposto a grandi sollecitazioni di cambiamento e le stesse strutture e persone coinvolte nel grande movimento dei volontari si rendono conto che i tempi richiedono un "nuovo inizio". In una “società liquida”, anche il volontariato si fa variegato. Da impegno continuativo, sia pure a tempo parziale, spesso esso si presenta oggi come estemporaneo, leggero, fluido, pronto a mobilitarsi per obiettivi specifici (in occasione di una calamità o di eventi come un Festival, l’EXPO o iniziative comunque circoscritte). Ci si chiede se si tratti davvero di volontariato come siamo abituati a concepirlo: serio, affidabile, impregnato della cultura della gratuità e dell’altruismo ... Ma forse dobbiamo fare lo sforzo di andare al nocciolo della questione. Forse dobbiamo vedere in questi nuovi fenomeni una prima vittoria della nostra campagna ideale, perché le nuove forme di mobilitazione delle giovani generazioni - esposte alla precarietà del lavoro e al pessimismo esistenziale o alla chimera del consumismo - magari rivelano che, sia pure in forme nuove e inedite, la testimonianza della disponibilità all´impegno disinteressato sta producendo dei frutti. Certo, noi non dimentichiamo i nostri grandi ispiratori (pensiamo con gratitudine a Luciano Tavazza), mentre l´”autoconvocazione” e la nostra stessa mobilitazione come MoVI prosegue e produce dibattiti e iniziative nelle varie realtà locali. E intanto lavoriamo per affinare competenze, organizzare metodologie avanzate, e rinforzare i meccanismi motivazionali per gestire al meglio questi cambiamenti. Perché dobbiamo difendere il nucleo vero del volontariato, che - pur meno ideologico e militante - punta a rimanere, anzi a rafforzarsi come motore di cambiamento sociale (chissà che i “volontari per un giorno” non scoprano la bellezza e la creatività di un impegno più continuativo) per “dare forma” al nuovo che avanza. Ma soprattutto auspichiamo che attraverso la proposta di NUOVE STRADE il volontariato “postmoderno” riesca non solo ad allargare la partecipazione volontaria, ma anche a stimolare e sostenere “iniziative comuni” con altre forze pubbliche e private per dare un futuro diverso e migliore a una società che è ancora tanto in sofferenza. Ecco perché anche la nostra prossima Assemblea nazionale, organizzata il 5 dicembre in occasione della Giornata internazionale del volontariato, viene improntata a capire “dove sta andando il volontariato: diritti sociali, pace, cittadinanza solidale, beni comuni, amministrazione condivisa”. Per condividere idee, proposte e progetti per dare forza al volontariato di domani. Piergiorgio Acquaviva Dal Nazionale
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