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Inserita in Cultura il 01/12/2015 da REDAZIONE REGIONALE

SCIACCA – GIOVEDÌ 3 DICEMBRE 2015 ORE 17,00, PRESSO LA BIBLIOTECA COMUNALE “MONS. CASSAR”, “TOMMASO L’OMUCANI AMARA E MISERABILE IPOTESI SULLA SCOMPARSA DI ETTORE MAJORANA EDIZIONI LIBRIDINE”

SCIACCA
Il racconto trae spunto dalla scomparsa di Ettore Majorana nel 1938 e la comparsa di un misterioso barbone, Tommaso Lipari, detto l’omu cani, a Mazara del Vallo in provincia di Trapani. Due fratelli, Filippo e Matteo Aristodemo, in un tramonto di maggio, sulla spiaggia di Tonnarella, alla fine degli anni sessanta, incontrano il barbone. Questi fa loro intendere di essere Ettore Majorana, il fisico siciliano scomparso a tempo di fascismo. Filippo e Matteo si rendono conto dell’importanza della rivelazione e, consapevoli d’essere venuti a conoscenza della soluzione d’uno dei misteri più inquietanti della seconda guerra mondiale e del dopoguerra, si attivano per ricercare le prove che ne possano dimostrare la veridicità. Contattano vecchi amici da cui questioni di donne e la diversa appartenenza politica li avevano divisi scatenando rancori legati a vecchie rivalità amorose di corna e controcorna con fedifraghe. Cercano nella biblioteca del paese e non soddisfatti fanno un viaggio per l’Italia sulle orme dello scienziato. Entrano a contatto col personaggio Majorana nel tentativo di trovare l’anello che lo lega a Tommaso, la prova scientifica della loro uguaglianza. Ma devono fare i conti col rifiuto del barbone, non solo a collaborare, pure a riconfermare quanto fatto intendere e il completo disinteresse alla loro tesi da parte della famiglia Majorana. I due fratelli però non si scoraggiano. Intravedono una possibilità di rivincita e di vendetta nei confronti d’avversari politici, amanti traditrici e tutti quelli che in loro mai credettero. Nel pieno della ricerca, Tommaso, la prova vivente, seppure non dichiarabile, nel 1973 muore. Nello sconforto per la perdita non si danno per vinti e continuano. Contattano uno scrittore (Sciascia), a loro dire amico dei comunisti, interessato alla vicenda, che aveva pubblicato un libro sulla scomparsa dello scienziato La scomparsa di Ettore Majorana, il quale va a Mazara per prendere visione delle prove raccolte. Dopo qualche giorno invia una lettera in cui comunica le sue conclusioni: “… tutti gli elementi che voi potete assommare… non arrivano al valore di prova”. Nel 1988, a seguito di un loro esposto alla procura di Marsala, il giudice (Borsellino) apre un’inchiesta. Nel mentre Filippo si è ammalato di cancro. Le indagini sono svolte dal maresciallo Domenico Fundarò che s’appresta alla pensione. Matteo partecipa attivamente e riferisce a Filippo come proseguono. L’indagine ha un esito sfavorevole. Il giudice archivia l’inchiesta. Filippo muore. Nel camposanto di Mazara si consuma la funzione del seppellimento di Filippo. Matteo, perso il fratello, tralascia la faccenda. Trascorrono dieci anni dalla scomparsa di Filippo e Matteo viene a conoscenza di un fatto nuovo: il cav. Rallo gli fa sapere che uno scienziato di fama mondiale era venuto a Mazara per incontrare Tommaso. Il cavaliere racconta di averlo saputo dal finanziere che fu comandato di accompagnarlo. A Matteo si risveglia l’interesse e riprende a dedicarsi a questa vicenda. Contatta pure il perito calligrafo che nel 1988, intervistato dal Giornale di Sicilia, disse che la firma di Tommaso Lipari e quella di Ettore Majorana potevano essere state poste da un’unica mano e viene a conoscenza di un particolare che da ulteriore conferma alle sue ipotesi. Alla luce dei nuovi fatti cerca di fare riaprire l’inchiesta alla procura della Repubblica di Marsala richiedendo al magistrato la prova del DNA sul corpo di Tommaso per raffrontarlo con quello dei componenti della famiglia Majorana. Tra le vie del cimitero di Mazara la vicenda ha il suo epilogo nell’incontro tra Matteo e il professore di fisica del locale liceo… Ignazio Bascone, Mazara del Vallo 1954. Nel 1973 ha lasciato il paese natio per Torino dove ha compiuto gli studi universitari. Oggi vive in questa città ed esercita la libera professione di ingegnere. Ha scritto Arazam Libridine 2003; Petralia,il picciotto di Mazara del Vallo che diventò Comandante partigiano in Piemonte Libridine 2004; Tommaso l´omucani, Libridine 2010 III.


 

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