Inserita in Cronaca il 17/11/2015
da Umberto Crispo
FRANCIA ANCORA SOTTO L´ATTACCO DEL TERRORISMO
Era successo all´inizio del 2015 con la strage di Charlie Hebdo, è accaduto un’altra volta venerdì sera 13 novembre alle 22 circa, stavolta molto più duramente, molto più barbaramente e con più vittime. Sono stati effettuati da tre squadre coordinate, otto attacchi contemporanei, rivendicati poi dall’Isis. Due kamikaze si sono fatti esplodere, fuori dallo Stade de France, dove si stava disputando l’amichevole Francia - Germania, un kamikaze ha provato addirittura ad entrare nello stadio con il giubbotto esplosivo, ma fortunatamente non c’è riuscito; in alcuni bar e ristoranti degli attentatori al grido di “Allah è grande” hanno sparato sulle persone; e infine nel teatro Bataclan, luogo del più cruento e sanguinoso attentato, numerose persone che stavano assistendo ad un concerto rock, sono state prese in ostaggio e uccise. Fin’ora si contano 129 morti, fra cui l’Italiana Valeria Solesin che si trovava al Bataclan, e oltre 350 sono le persone ferite, di cui decine in modo gravissimo. La polizia, che è intervenuta al teatro Bataclan, è riuscita a freddare alcuni degli attentatori, tre dei quali prima di essere colpiti hanno azionato le loro cinture esplosive e sono esplosi; un altro invece è riuscito a fuggire, e ancora oggi la polizia francese lo sta cercando in Belgio; i dati del ricercato sono stati diffusi in tutta Europa, perfino sui social network e sui notiziari online. Intanto in Belgio sono state identificate cinque persone legate all’attentato di Parigi. Adesso tutto il mondo è stretto attorno alla Francia, capitale dell’abominio e della perversione secondo i fondamentalisti islamici, che hanno minacciato non solo la Francia ma anche gli altri paesi che l’affiancano nella lotta allo stato Islamico, promettendo nuovi attentati. La Francia ha risposto a questo “atto di guerra”, definito così da Hollande, bombardando in questi giorni, le infrastrutture operative del gruppo che si trovano a Raqqa (roccaforte dell’Isis), individuate nelle precedenti missioni di ricognizione. Nel raid sono stati impegnati 12 aerei, di cui 10 sono cacciabombardieri, e oltre 20 bombe hanno distrutto obiettivi strategici come posti di comando, centri di reclutamento, depositi di armerie e munizioni, campi di addestramento. Purtroppo questa è una vera e propria guerra “a distanza”, dove è praticamente impossibile trovare punti d’incontro per concordare una fatidica pace, a causa della diversità e “lontananza” fra il pensiero occidentale e il pensiero fondamentalista islamico dell’Isis.
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