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Inserita in Un caffè con... il 16/11/2015 da REDAZIONE REGIONALE

ROBERTO TUMBARELLO E IL SUO DIARIO

ROBERTO
Ridateci il puzzone
Il contante sale a tremila euro. Per venire incontro a chi non ha carta di credito. Così combattiamo il riciclaggio. Per le esigenze dei pensionati costruiremo pure il ponte sullo stretto. Finalmente si pensa al sud. Il problema dei deboli è sempre in agenda. È bene essere ottimisti. Così è come se fossimo usciti per metà dalla crisi. L’altra è endemica, ma opportuna. Se no, che cosa farebbe lo statista? L’Italia è ripartita. Testimone spergiuro Padoan. Infatti, chiudono le aziende. Ma ci sono 300 mila nuove assunzioni. Salari da 400 a 800 euro. Al di sotto della soglia di povertà. Il vecchio ma sempre riuscito trucco di spostare le truppe da una parata all’altra. Qualche pezzo si perde per strada. Per aiutare lo stato chi lavora può anche vivere in miseria. Se dissente non è un buon italiano. Togliamogli la cittadinanza. Unicredit non lo sa e licenzia dipendenti, seimila solo in Italia. Meno male che c’è la pensione dei nonni. Speriamo che siano immortali. Molti giovani sono collaboratori familiari. Per qualche altro anno si può ancora tenere su il morale. Purtroppo, prima o poi le riserve finiranno. Nessuno prevede quale Italia aspetta i nostri nipoti. Arriverà prima o poi Baffone. È inevitabile. Forse si comincia subito dal Campidoglio. Allora sarà vietato lamentarsi. Rimpiangeremo Marino e tanti altri.

Una società capovolta
Vietiamo giustamente le droghe. Così limitiamo le tentazioni del vizio. Ma non il gioco, né l’alcol. Purtroppo lo stato, quasi sempre assente, preleva dai poveri e dagli ignoranti. C’è solo dove può raggirare il cittadino. Soprattutto gli indigenti che vorrebbero rifarsi col gioco. Sfidano la sorte che li ha condannati alla miseria. Perché ora dovrebbe favorirli? L’immoralità nasce dall’alto. Precari e disoccupati sono i migliori clienti delle sale giochi. Vince chi indovina quali partite sono truccate. Slot machine ovunque. Pensionate mendicano, pudicamente, vergognandosi, davanti alle chiese la domenica. Sono in concorrenza con le zingare. Hanno buttato la pensione nel grattevvinci. Certo che le cartelle sono truccate. Non esistono iniziative legali in Italia. Chi controlla il superenalotto? Non ruba solo chi non può. Siamo istigati a delinquere. Peggio che vada, aspetteremo il terzo grado di giudizio. Le calende greche sono più vicine. La corruzione retrocessa a peccato. Non è più reato. Non si va più dal giudice. Per ora, dal confessore. Si attende la prossima riforma. Per risparmiare e rendere più agevole la burocrazia, dopo il senato conviene abolire anche il processo penale. Tanto, chi è condannato ricusa il giudice ed è più ammirato di prima. Soldi buttati.

Lo smemorato di Arcore
Confessione o denuncia? Inconscia ammissione di colpa. Padre, ho peccato. Il patto del nazareno esiste. Vespa impartirà la penitenza. Quindi basterà qualche Ave e Pater. L’ultima inedita trasgressione è l’accordo con l’avversario. Si sospettava già. Oggi è ufficiale. Doveva dare agibilità politica al Cav. Non ha mantenuto la parola. Così riparte l’Italia. Gli uomini migliori alla guida. Siamo davvero usciti dalla crisi economica? Certamente non da quella morale. Solo scorrettezza o alto tradimento? Non fatelo sapere all’OSCE che ci ha promossi. Una Severino più morbida in cambio di fiducia al senato. Però, non è stata cambiata. Pregiudicati ancora fuori dal parlamento. Forza Italia precisa. Non voleva dire questo. Brunetta smentisce il partito. Voleva dirlo. Confusione tra i due Matteo. Il Cav non ricorda con chi è alleato. Sa, però, chi lo ha tradito. Purtroppo chiuderemo un occhio anche su questo scandalo. Non sarà l’ultimo. L’escalation continua. Ormai sappiamo solo imbrogliare. Questa è la politica che meritiamo. La maggioranza rimarrà genuflessa. Nessun sussulto di dignità né di pudore. Il garante continuerà a voltarsi dall’altra parte. Gli elettori continueranno ad applaudire? Forse è l’ora delle scelte. Non più tra destra e sinistra – ormai vergognosamente d’accordo – ma tra l’immondizia e i nostri figli.

Telefonini sequestrati a scuola
Il grave problema è l’ignoranza. La soluzione ideale sarebbe estromettere i genitori dalla scuola. Siamo ancora in tempo per inserire questa clausola nella legge? Sarà l’unica vera riforma utile. Andiamo male da quando alle mamme è concesso aggredire gli insegnanti. Per lo stesso populismo che ha rovinato l’Italia, i presidi podestà gli danno ragione. Presa a pugni per la strada una maestra a Torino perché rimprovera una ragazza. Ricorso disciplinare per appropriazione indebita contro un maestro che sequestra i cellulari durante la lezione. Nessuno interviene – ministero, provveditorato, associazione consumatori – perché i voti dei genitori sono più numerosi di quelli degli insegnanti. Bisogna dargli ragione. Il PIL aumenta di pari passo con l’ignoranza. Troppa anarchia autorizzata. Gli esempi non sono esaltanti neppure in parlamento. Gli alunni accusano i professori, come i criminali il giudice. Non sono gravi gli errori di grammatica e di sintassi che udiamo in televisione. (Sui giornali, meno perché il computer ha il correttore automatico). Ma l’ignoranza del teleutente che asseconda i capricci dei figli per credersi un buon genitore. Così si distrugge l’Italia. Abituati sin alle elementari con cellulare incorporato, da grandi non proseguiranno gli studi, né cercheranno un lavoro. Col consenso dello stato, riparte l’Italia per un percorso all’indietro. Violenza, intolleranza, prepotenza, indisciplina sono solo alcune delle conseguenze previste.

Il braccio destro è sempre sfiduciato
Poveri capi di gabinetto. Che destino crudele! È sempre loro la colpa del malcostume incombente sulle istituzioni. Il responsabile ne è all’oscuro. L’iniziativa è del collaboratore di fiducia. Ricordo la proditoria deportazione della donna kazaka con la figlia di cinque anni per compiacere il dittatore. Il ministro dell’Interno, se avesse saputo, l’avrebbe impedito. L’iniziativa era di Procaccini, che ne ha assunto pienamente la responsabilità. Adesso anche De Luca, a Napoli, poteva non sapere. Tutte le colpe sono di Mastursio che si dimette scusandosi. Non si sa perché lo facciano. Né che cosa ci guadagnino. Perché rischiano inutilmente? Oltre alle reprimenda, si prendono pure gli insulti di chi deve apparire immacolato. Come mai se ne vanno bonariamente, senza neppure giustificarsi? Proprio rei confessi. La sola categoria ad ammettere qualsiasi reato venga imputato al dante causa. Che fine fanno? Che posti occupano? Rimangono senza lavoro né stipendio? C’è un’inchiesta interna? Siamo andati fino a Pittsburg per cercare eventuali scontrini di Marino, ma non curiosiamo su personaggi che operano a contatto di gomito. Nessuna inchiesta né indagine giornalistica? Dato che questo comportamento è sistematico, dovrebbe nascere qualche sospetto a chi si dice in cerca di legalità e trasparenza. L’ordine è di sorvolare. E tutti ubbidiscono.

Primum vivere, deinde philosophari
Siamo di nuovo in guerra. Ce n’eravamo dimenticati, da quando c’è l’Europa. Ora siamo così stolti da volerne uscire. Ciò che accade è terribile, ma non serve disperarsi. Se il nemico è più forte conviene proporre l’armistizio. Holland è mal consigliato. Non diamo retta ai Soloni cui parlare non costa nulla. Chi l’ha detto che con i terroristi non si tratta? Chiediamolo ai genitori e ai familiari delle vittime. I francesi continuano a morire. Siamo tutti Paris, come ieri Charlie Hebdo. La solidarietà è, come le condoglianze, un affettuoso ma inutile sentimento di pietà. Solo il dialogo risolve i problemi. La marcia contro il terrorismo era un appello alla politica. Che, però, non ha reagito. Non si sa neppure chi combattere. Chiunque è impotente. Soprattutto se i guerrieri sono kamikaze, per i quali la vita non ha valore. Magari le condizioni per una tregua sono favorevoli e si possono accettare. La religione è la loro identità, ma non c’entra con la crudeltà e la rabbia che li strugge. Vogliono vendicarsi delle prevaricazioni subìte. Chissà se basterà risarcirli. Non ce l’hanno con noi. Perché non siamo colonialisti. Nessuno ci odia. Anzi, seppure qualcuno storca il naso, accogliamo tutti a braccia aperte. Italiani brava gente. Sono i migranti a proteggerci. Non corriamo pericoli. Se non da qualche fanatico isolato. Non ci sarebbe il giubileo. L’intelligence del Vaticano lo avrebbero sconsigliato. Speriamo che i mediocri non si montino la testa. Chi invoca reazioni è un criminale. Finiremmo coinvolti in un conflitto di cui siamo estranei. Lasciamo che a risolverlo sia chi l’ha creato. Siamo troppo sprovveduti per reagire.

 

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