Inserita in Cronaca il 16/11/2015
da Gaetano Maria Messina
NELLA NOTTE TRA SABATO E DOMENICA, IL PERSONALE DELLA SEZIONE CRIMINALITÀ STRANIERA DELLA SQUADRA MOBILE DI TRAPANI HA POSTO IN STATO DI FERMO UN SENEGALESE
CHOR Mohammed , nato in Senegal il 01/01/1990. Lo stesso è indagato, in concorso con altri soggetti allo stato ancora ignoti, per il reato di cui all’art. 12 co. 3 e 3bis, lettere a) e b) del D.lgs 286/98, ossia favoreggiamento aggravato all’immigrazione clandestina. Il 14 Novembre u.s. intorno alle ore 08:00, attraccava presso il molo Sanità del porto di Trapani, la M/N Dignity I dell’organizzazione umanitaria Medici Senza Frontiere – Spagna, con a bordo 308 migranti di varia nazionalità, precedentemente soccorsi in mare, in occasione di tre distinti eventi S.A.R. (Search and Rescue). Nell’immediatezza venivano espletate le operazioni di sbarco dei migranti, con la presenza di personale dell’autorità marittima e sanitaria, al termine delle quali gli stessi venivano sottoposti alle formalità di rito. Non pare superfluo precisare come in occasione dello sbarco, la M/N Dignity I riceva da trasbordo il cadavere di un extracomunitario, precedentemente rinvenuto da una nave militare spagnola. In proposito, sono in corso indagini tese all’identificazione del cadavere, la cui morte è comunque riconducibile a cause naturali e non violente. Pare , infatti, che la vittima, un cittadino etiope, fosse gravemente ammalata. Al fine, invece, di raccogliere ogni utile informazione volta all’identificazione di eventuali scafisti o membri affini alle organizzazioni criminali, il personale della Squadra Mobile provvedeva a raccogliere le dichiarazioni degli stessi migranti. In particolare, alcuni di questi, intervistati singolarmente, davano versioni univoche riguardo le fasi del viaggio, fornendo descrizioni in sostanza sovrapponibili del migrante che aveva condotto il gommone dalle coste libiche fino al momento del soccorso. I migranti riferivano di essere partiti la notte tra il lunedì ed il martedì scorso dalla costa libica, a bordo di un gommone in precarie condizioni, che ha continuato ad imbarcare acqua per tutto il periodo della navigazione. Aggiungevano che, per il viaggio, avevano pagato una somma in Dinari ad un mediatore libico, pari a circa 1500 euro cadauno. Infine, riconoscevano Mohammed CHOR nato in Senegal il 01/01/1990, come colui che aveva condotto l’imbarcazione dalla partenza fino al soccorso, la stessa persona alla quale i libici consegnavano una bussola ed un telefono satellitare. Per questi motivi Mohammed CHOR veniva posto in stato di fermo ed, al termine delle formalità di rito, associato presso la casa circondariale di Trapani a disposizione dell’autorità giudiziaria procedente (PM Dr. A.Norzi). Dall’inizio dell’anno, quello di Mohammed CHOR è il sesto fermo posto in essere nei confronti di uno scafista, frutto di una strategia che la Procura della Repubblica e la Questura (tramite la Squadra Mobile per gli aspetti investigativi e l’Ufficio Immigrazione presso il quale operano qualificati mediatori culturali), stanno consolidando nel contrasto all’immigrazione clandestina.
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