Inserita in Sport il 29/10/2015
da REDAZIONE REGIONALE
LUCA BANCHI: TRAPANI-SIENA, IL MIO DERBY PERSONALE
Approfittando della prossima partita tra Pallacanestro Trapani e Siena (domenica 1 novembre, ore 14.15, diretta Sky Sport 3 HD), abbiamo colto l’occasione per sentire Luca Banchi, coach che ha seduto su entrambe le panchine. Se con la Mens Sana Banchi ha preso parte, prima da assistant coach e poi da capo allenatore, all’incredibile cavalcata che ha condotto Siena per quasi un decennio a fare incetta di trofei (non ultimi, ovviamente, i 7 scudetti consecutivi), anche a Trapani ha vissuto un’esperienza significativa, nel 2004-05, guidando una squadra appena ritornata nell’allora Legadue fino alle soglie dei play-off. Queste le sensazioni e le emozioni che il match di domenica prossima suscita in lui. Se senti “Trapani-Siena”, coach, qual è la prima cosa che ti viene in mente? “I miei rapporti con queste due città sono iniziati ben prima delle avventure sulle rispettive panchine. A Trapani ho disputato delle finali nazionali giovanili, a metà degli anni ’80, e pochi anni dopo mi sono ritrovato a guardare dalle tribune proprio un Siena-Trapani che mi ha toccato profondamente, stavolta in ambito senior. Ricordo nitidamente quella sera: la società per la quale allenavo, a Livorno, mi mandò a osservare l’operato dei due allenatori impegnati in quell’incontro. Per me non erano due coach come tutti gli altri, perché si trattava di ‘Dado’ Lombardi e ‘Cacco’ Benvenuti, due figure che hanno influito enormemente sulla mia formazione di allenatore. Non solo perché provenivano dalla mia stessa terra, ma anche perché sono stati dei veri pionieri e degli esempi viventi per noi allenatori di quella generazione. Non posso negare che quando, molti anni dopo, ho accettato di andare a Trapani, l’ho fatto con il sogno di ripercorrere le tappe della carriera di ‘Cacco’ Benvenuti e di vivere quei luoghi nei quali il suo operato era diventato leggenda”. Dopo sono arrivate le esperienze su entrambe queste due panchine. Certamente, e non solo per i risultati sportivi ottenuti, non avrebbe senso fare un paragone… “Chiaro che no. A Siena ho avuto la fortuna di assaporare da protagonista uno dei cicli più irripetibili della storia del basket italiano, e i sette anni trascorsi alla Mens Sana rappresentano una tappa indelebile della mia vita. Ho conosciuto persone e ho partecipato a eventi che mi hanno segnato per sempre. Non sarebbe giusto fare un confronto, perché Trapani è arrivata prima e anche di quell’annata conservo dei magnifici ricordi. Non dimenticherò mai il calore dell’abbraccio del pubblico granata e la gentilezza dei trapanesi. Potrei citare tanti aneddoti, dalle pizze di Calvino alle passeggiate sul lungomare, e sono tutte emozioni che conservo gelosamente dentro di me”. Sono passati diversi anni e dopo ne hai vissute tante altre di emozioni, eppure ciò che racconti della Sicilia appare ancora molto dettagliato. Come è possibile? “Non potrebbe essere altrimenti. Quella a Trapani è stata una stagione importante per la mia carriera. La società era appena ritornata nel secondo campionato nazionale, dopo tanti anni, e sentivo la responsabilità dell’eredità lasciata proprio da Cacco Benvenuti. Riuscimmo a costruire una buona squadra e a sfiorare i playoff: non centrammo un risultato che sarebbe stato straordinario per un paio di finali di gara scellerati, su tutti quelli contro Ferrara e Rimini, che ricordo ancora con un filo di rammarico. Ma sono state le persone incontrate e le stupende vicissitudini umane a rendere bellissima quell’annata”. E adesso un tuffo nel presente. Che impressione ti sei fatto di questa nuova A2? “L’impostazione innovativa di questo campionato deve far considerare quello appena iniziato come un vero e proprio ‘anno zero’. Non sarà semplice per la Lega gestire 32 squadre, ma credo ne valga la pena. Da adesso, sarà possibile mettersi in luce per molti giovani atleti in più, ottenendo spazio e visibilità utili alla propria carriera. Inoltre, diverse piazze hanno guadagnato nuovamente il palcoscenico che meritano e rendono suggestivo questo torneo. Non solo la mia Siena, naturalmente, ma anche Bologna, Rieti, Treviso e molte altre. La partita fra Trapani e Siena sarà un esempio lampante di questo concetto. Se sono possibili sfide in grado di suscitare ricordi e mescolare il passato con il presente come questa, il merito è senz’altro della nuova A2”. Guarderai la partita domenica? “Assolutamente sì. Non chiedermi per chi farò il tifo, perché mi è impossibile schierarmi. Tra l’altro, i due coach, Ugo Ducarello e Alessandro Ramagli, sono entrambi miei amici, quindi non potrei mai fare un torto a nessuno dei due. Guarderò il match con trasporto e curiosità, questo senz’altro, perché vedrà protagoniste due squadre e due città che hanno significato molto per me”. Grazie della chiacchierata. I trapanesi e i senesi saranno senz’altro felici di avere un tifoso in più come te in questa stagione. “E’ così. Del resto, si sa, al cuor non si comanda”.
Gianluca Tartamella – Responsabile Comunicazione Pallacanestro Trapani
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