Inserita in Nera il 26/06/2013
da redazione
Scandalo formazione siciliana: sotto accusa Francantonio Genovese ed il cognato Franco Rinaldi
Il caso della formazione siciliana si fa sempre più caldo e non certo per le temperature estive che quest’anno non hanno ancora visto la colonnina di mercurio decollare.
Lo scandalo sulla gestione dei fondi per il quale ne stanno pagando le conseguenze i lavoratori che non percepiscono gli stipendi da diciotto mesi (anche se qualche settimana fa si è trovato un accordo per riuscire a sbloccare dei fondi e ridare un po’ di restiro a chi in questa situazione non c’entra nulla) ha riguardato, nel corso delle indagini diverse persone. Proprio nei giorni scorsi a finire in manette erano manager e parlamentari. Oggi ad entrare nell’occhio del ciclone sono il parlamentare nazionale del Partito democratico Francantonio Genovese, suo cognato, il deputato regionale del Pd Franco Rinaldi, suoi familiari e collaboratori. Undici in tutto i destinatari di un avviso di garanzia emesso dalla procura di Messina nell´ambito di un´inchiesta sui finanziamenti per la formazione professionale regionale.
I resti ipotizzati a vario titolo, come anticipato dal quotidiano La Gazzetta del Sud, sono associazione per delinquere, peculato e truffa. Oltre a Genovese, che è stato anche segretario del regionale del Pd ed ex sindaco di Messina, e Rinandi sono indagati le rispettive mogli, le sorelle gemelle Chiara e Giovanna Schirò. Un avviso di garanzia è stato emesso anche per la sorella di Genovese, Rosalia, e per il nipote del parlamentare, Marco Lampuri.
Tra i destinatari dei provvedimenti, notificati dalla guardia di finanza, ci sono anche Nicola Bartolone, Graziella Feliciotto, Salvatore Natoli, Roberto Giunta e Concetta Cannavò. L´inchiesta della Procura di Messina riguarda i finanziamenti per la formazione professionale regionale per il periodo che va dal 2007 al 2013.
Gli investigatori stanno cercando di fare chiarezza sui corsi organizzati da enti professionali legati ai due parlamentari e su compravendite o cessioni di rami d´azienda tra questi enti. La Procura ha chiesto e ottenuto dal Gip di Messina una proroga di sei mesi per volgere altre indagini.
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