Inserita in Salute il 25/06/2013
da redazione
Tempi lunghi per invalidità civile, 1 anno per il riconoscimento
Tempi lunghi per il riconoscimento dell´invalidità civile. Il cittadino italiano che fa domanda per l´invalidità si scontra infatti con un percorso labirintico e ostile. Ci impiega circa un anno, in media, per ottenere il riconoscimento e i relativi benefici economici. Ben 365 giorni contro i 120 stabiliti dalla legge.
Ad esser lento e farraginoso è tutto il percorso per l´accesso all´invalidità. Nel 2012 solo per essere convocati alla prima visita sono passati in media 8 mesi con un peggioramento rispetto rispetto ai 6 del 2011, mentre per ricevere il verbale ce ne sono voluti 11 rispetto ai 9 del 2011. È quanto emerge dal I Rapporto nazionale sull´invalidità civile e la burocrazia, presentato oggi a Roma da Cittadinanzattiva, che nel maggio 2011 ha lanciato la campagna ´Sono un V.i.P. - Very invalid Peoplè. Il Rapporto prende in esame 3.876 segnalazioni giunte al Pit Salute nazionale e alle sedi del Tribunale per i diritti del malato nel corso del 2012. Analizzando l´indagine ciò che balza di più agli occhi è la lunghezza dei tempi, non solo rispetto ai 120 giorni stabiliti dalla legge, ma innanzitutto - come spiega Cittadinanzattiva - rispetto alle reali esigenze dei cittadini che nel 45,6% dei casi (rispetto al 28,4% del 2011) segnalano la lunghezza e tortuosità del percorso burocratico da intraprendere per la richiesta di invalidità: in un caso su tre (34% nel 2012 vs 30% nel 2011) innanzitutto incontrano grandi difficoltà nel presentare la domanda, in un caso su 5 (24,8% rispetto al 23,7% del 2011) lunghe attese per la convocazione a prima visita, in un caso su 4 ulteriori attese per la ricezione del verbale definitivo (19,4% nel 2012, 12,7% nel 2011), da cui conseguono i relativi benefici economici.
Il labirinto, con tutti i disagi che ne conseguono, è affrontato «da persone clinicamente e psicologicamente fragili», che non di rado lottano per la sopravvivenza: il 39% di chi si è rivolto a Cittadinanzattiva ha una patologia oncologica, il 26,8% una malattia cronica e neurologica degenerativa, il 12,2% una patologia legata all´anzianità.
Quasi il 30% dei cittadini, in secondo luogo, considera inadeguata la valutazione della propria condizione clinica da parte della commissione medico-legale: o per la mancata concessione o revoca dell´assegno di accompagnamento (48,5%), o per una inadeguata percentuale di riconoscimento dell´invalidità/handicap (42,4%), o ancora perchè vien loro riconosciuta una pensione di invalidità rivedibile (9,1%).
Come conseguenza di questa «inadeguatezza», dalle segnalazioni dei cittadini emerge un maggiore ricorso alle vie giudiziarie, avverso i verbali di invalidità civile. E ancora. Dalle segnalazioni dei cittadini emerge un maggiore ricorso alle vie giudiziarie, avverso i verbali di invalidità civile.
Sembra crescente, infatti, la tendenza a considerare come prassi l´accesso al ricorso giudiziario, quasi completasse l´iter amministrativo e fosse matematico dover fare causa per ottenere un diritto. Questa tendenza rappresenta una evidente disfunzione del sistema, nonchè una beffa per il cittadino che deve sostenere ulteriori costi e attendere ulteriore tempo per ottenere ciò che gli spetta.
Stabili le segnalazioni sul ritardo per la concessione dei benefici economici e delle agevolazioni: lo denuncia nel 2012 il 18,2% rispetto al 19,1% dell´anno precedente. In particolare pesano i ritardi per l´erogazione delle agevolazioni legate all´handicap (62,9% vs 55,6% del 2011), dell´indennità di invalidità (20,4% vs 17,8%), e dell´assegno di accompagnamento (16,7% vs 26,7%). Sebbene le problematiche generali sulla rivedibilità calino dal 13,3% del 2011 al 6,4% del 2012, è molto preoccupante l´ascesa delle mancate esenzioni dalla visita segnalate dal 58,8% dei cittadini che, di fatto, nella fase che intercorre tra una visita e l´altra, vedono sospesi i relativi benefici sospesi.
Alla luce dei dati emersi dal rapporto per Cittadinanzattiva è quindi necessario lavorare su alcuni punti. Tra questi: «semplificare l´iter burocratico per richiedere l´invalidità; rivedere le ´linee guida operativè del 2010, già bocciate dal Parlamento, con cui l´Inps rivede al ribasso i criteri di riconoscimento dell´accompagnamento; approvare il ddl 538: il diritto va legato al reddito del richiedente, non del nucleo familiare; concludere l´indagine conoscitiva avviata nel 2012 sulle procedure di accertamento delle minorazioni civili da parte dell´Inps; ripristinare la possibilità di impugnazione giudizio di primo grado.
«È inaccettabile - spiega Tonino Aceti, responsabile del Coordinamento nazionale delle associazioni dei malati cronici (Cnamc) di Cittadinanzattiva - che, per contenere la spesa assistenziale, si neghi al cittadino il diritto costituzionale alla invalidità civile, aumentando momenti accertativi e rivedendo al ribasso i criteri reddituali e sanitari per l´assegnazione delle indennità, e al contrario non si semplifichi l´attuale iter amministrativo che oltre a produrre forti ritardi, brucia solo per interessi passivi 24 milioni di euro in un solo anno.
Nè ci è dato sapere - conclude - quanti siano e quali provvedimenti siano stati presi nei confronti di quei funzionari Inps e Asl che hanno concesso indebitamente quel numero irrisorio di indennità, accertato dalla Guardia di finanza».
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