Inserita in Nera il 22/06/2013
da redazione
´Assoluzione per il senatore d´Alì´ questa la richiesta dei suoi legali
Si avvia verso la conclusione il processo a carico del senatore Antonio d’Alì che si sta celebrando, a porte chiuse, davanti al Gup del Tribunale di palermo, Giovanni Francolin.
Il parlamentare trapanese è accusato, come noto, di concorso esterno in associazione mafiosa. Per lui, il Pm, ha chiesto sette anni e quattro mesi di reclusione. Di contro gli avvocati difensori, Gino Bosco e Stefano Pellegrino, non hanno dubbi: ieri, in aula, nel corso della arringa hanno esposto la loro versione dei fatti, la loro verità e tutti i riscontri raccolti dalla difesa che documenterebbero la totale inesistenza di prove nell´accusa.
“Assoluzione perchè il fatto non sussiste”: questa è la richiesta già preannunciata dai due difensori di d’Alì a smentita della richiesta di condanna, formulata nella precedente udienza, dai Pubblici Ministeri.
“Quello ascoltato nel corso dell’udienza - scrivono i due avvcoati - è stato un“attacco frontale al debole quadro probatorio dell’accusa”, demolitorio punto su punto di tutte le suggestioni indotte da altrui illazioni”.
In particolare l’avvocato GIno Bosco (foto piccola in alto) ha prodotto una documentazione a supporto della tesi difensiva: “Una documentazione che comprova l’esclusione di qualsivoglia addebito di reato nei confronti del nostro assistito , il Sen. Antonio D’Alì, a conferma che giammai ha tenuto alcuna condotta di qualsivoglia agevolazione di Cosa nostra”.
Il legale del senatore ha ripercorso, passo dopo passo, le vicende nelle quali d’Alì sarebbe stato coinvolto: dalla Caserma di San Vito Lo Capo, scelta dai carabinieri anche sulla base dei solleciti e delle certificazioni antimafia rilasciate a Birrittella dalla Prefettura anche all´epoca della reggenza del prefetto Sodano, alla vendita della Calcestruzzi Ericina, passando per il trasferimento in perfetta regolarità dell’allora Prefetto Fulvio Sodano “seguito - affermano i legali - da una ancor più efficace azione di rilascio forzato dei beni confiscati da parte del prefetto Finazzo”, alla aggiudicazione di gare per i lavori al porto di Trapani in occasione dell´America’s Cup per la quale si dimostra la assoluta estraneità del Senatore d´Alì´, dalla effettiva vendita dei terreni agricoli di contrada Zangara, alle presunte interferenze sulla nomina della commissione aggiudicatrice dei lavori della Funivia di Erice nominata dalla Provincia nei tempi di forte conflittualità politica e personale con l’amministrazione Adamo, alla ormai delineata anche in sede giudiziale estraneità al caso Cosa Nostra Resort e così via. In pratica, nulla di quanto contestato al senatore d’Alì, per cercare di supportare l´accusa, è stato tralasciato e non smentito dai legali.
L’udienza, ormai nelle fasi finali, proseguirà il prossimo 5 luglio con la fine dell´intervento dell’avvocato trapanese Gino Bosco e l’intervento dell’avvocato marsalese Stefano Pellegrino.
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