Inserita in Cronaca il 17/06/2013
da redazione
Attenti alle truffe, a Trapani le vittime scelte sono gli anziani
Vestono ancora i panni dell’”Inps” i truffatori degli anziani. Un modo semplice per raggirare i più deboli e possibilmente soli vecchietti direttamente nelle loro abitazioni. A marzo, dopo la decisione dell´Inps di non inviare più i modelli cartacei del Cud e del certificato di pensione, la “truffa perfetta” bussava porta a porta in giacca e cravatta.
I finti funzionari dell’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale dell´Inps si presentavano nelle case dei pensionati, con la scusa di essere stati incaricati di redigere i documenti a domicilio e invece ne approfittano per svaligiare le case dei malcapitati. A lanciare l’allarme, allora, era stata la segreteria provinciale della Fnp Cisl di Catania. Un allarme che sembrava essere rientrato ma che, ha semplicemente cambiato “abito”. Da funzionario, infatti, almeno a Trapani, ha indossato il camice. A raggirare gli anziani della provincia, infatti, sarebbe una finta dottoressa dell’Inps, tale signora Vasile Carmela. Un nome fittizio che cambierà di casa in casa a differenza del suo obiettivo. Ad allertare i mezzi di comunicazione, i cittadini e a denunciare l’accaduto alle forze dell’ordine è stato un noto avvocato trapanese Giovanna Millocca, che in una dettagliata segnalazione-denuncia ha spiegato come alcuni suoi parenti sono stati raggirati da una finta dottoressa dell’Inps.
I fatti risalgono a sabato scorso quando la signora presentandosi come una dottoressa dell’Inps bussava a casa di alcuni parenti dell’avvocato che risiedono nelle zone di via dell’Assunta- piazza La Rocca. La donna chiedeva di poter per verificare l’uso di medicine che potesse loro consentire di avere un beneficio economico nella maturazione della prossima mensilità di pensione. Dopo essere stata fatta accomodare, la dottoressa, oltre alle medicine chiedeva ai due ultrasettancinquenni una banconota da 100 ed una da 50 euro per verificare se i numeri in esse contenute corrispondessero ad un numero seriale posseduto dalla dottoressa Vasil. Identità che, se esistente, avrebbe permesso di ricevere un aumento nella prossima pensione. L’anziana signora, dunque, andava verso la camera da letto per prendere il denaro richiesto e si accorgeva di essere seguita dalla dottoressa Vasile.
La stessa verificava le banconote che non risultavano corrispondere al numero in possesso della stessa. La zia dell’avvocato Millocca tornava in camera da letto a riposare il denaro nuovamente seguita dalla la sedicente dottoressa che insisteva per avere in visone altre banconote nonch´ di alcune scatole contenute in un sacchetto dove l’ultrasettantacinquenne riponeva il denaro. A quel punto l’anziana si rendeva conto che poteva essere vittima di una truffa e categoricamente negava tale possibilità. La dottoressa, allora, avendo capito di essere stata scoperta lasciava scritto su una busta il suo nome ed un numero seriale, invitando l’ignara signora a verificare la corrispondenza nelle prossime banconote della pensione, con l’impegno della falsa dottoressa di ritornare il prossimo mese per constatarne personalmente l’identicità. Quanto accaduto e’ stato oggetto di denuncia alla Polizia di Stato, intervenuta prontamente appena ricevuta la segnalazione, trattandosi, per tutti gli elementi realmente riportati di una tentata truffa a danno di anziani. Questa segnalazione è arrivata dalla nipote dell’anziana per evitare e scongiurare che ignari cittadini, soprattutto anziani vengano raggirati da soggetti che rivestendo la falsa qualifica di funzionari dell’INPS o quanto di simile, si intrufolino nelle loro abitazioni con l’obiettivo magari successivo di conoscere l’esatta ubicazione dei vani ed i luoghi dove vengono riposti gli oggetti di valore per poi colpire indisturbati commettendo dei furti. E’ importante sapere che: Nessun Ente manda personale a casa per il pagamento delle bollette, per rimborsi o per sostituire banconote false date erroneamente. Non aprite la porta di casa a sconosciuti anche se vestono un’uniforme o dichiarano di essere dipendenti di aziende di pubblica utilità. Per qualsiasi dubbio chiamate il 113 o il 112
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