Inserita in Nera il 12/06/2013
da redazione
Estorsione al senatore Papania, notificati altri quattro avvisi di garanzia
Dopo gli arresti, su ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. Antonio Cavasino avvenuti circa 15 giorni fa, allorquando a seguito di lunghe ed accurate indagini, la giustizia aveva dato volto e nome agli attentatori, che tra la notte del 22 febbraio 2012 ed il mattino del giorno seguente, fecero prima deflagrare un rudimentale ordigno esplosivo detto “bomba carta” e poi scagliarono una “bottiglia molotov” contro la sede della segreteria politica dell’allora Senatore della Repubblica Antonino Papania, ieri i carabinieri della Compagnia di Alcamo hanno proceduto alla notifica di ulteriori 4 avvisi di garanzia nei confronti di altre quattro persone.
Destinatari del provvedimento sono D.B.L. classe 1951, il figlio D.B.G. classe 1986, R.G. classe 1970 e V.L. classe 1961, che, nel periodo del duplice atto intimidatorio al senatore Papania, in maniera autonoma ed indipendente rispetto al primo gruppo di attentatori, avevano deciso, anch’essi, di estorcere dei posti di lavoro presso L’Aimeri Ambiente al senatore della Repubblica. I quattro alcamesi, come emerso nel corso delle complesse indagini, coordinate dal Procuratore della Repubblica di Trapani dott. Marcello Viola e dal Sostituto Procuratore della Repubblica dottoressa Rossana Penna, lo avvicinarono in più circostanze chiedendogli “una sistemazione” presso la società di raccolta rifiuti Aimeri Ambiente.
Le indagini hanno permesso di appurare che i 4 elementi si erano resi responsabili di un vero e proprio “pressing” nei confronti del senatore, approfittando sia di momenti di partecipazione dell’onorevole alla vita pubblica alcamese, che recandosi con insistenza presso la sua segreteria politica per chiedergli “udienza” sempre con lo stesso fine: ottenere l’agognato posto di lavoro. In una circostanza però, si sarebbero rivolti al senatore, dopo essersi recati presso la segreteria politica ubicata nella via Roma di Alcamo, in modo eccessivamente acceso, minacciandolo di ritorsioni nel caso non avesse provveduto a dare loro quanto richiesto. Il reato contestato ai quattro è quello di tentata estorsione in concorso.
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