Inserita in Cronaca il 05/06/2013
da redazione
Nuova protesta dei lavoratori della formazione L’assessore Scilabra accende la speranza
C’è chi da Piazza Politeama fino a Palazzo dei Normanni sfilava incatenato. Ed è forse questa l’immagine che sintetizza meglio la situazione dei lavoratori della formazione professionale siciliana. Ieri, in oltre tremila, per l’ennesima volta, sono tornati in piazza. Incatenati da oltre diciotto mesi dentro una falla, ormai divenuta una voragine, aperta all’interno del sistema formazione che ha inghiottito i lavoratori estranei alla mala gestione ma che purtroppo ne stanno pagando le spese da un pezzo e pure a caro prezzo. Da diciotto mesi, infatti, non percepiscono un euro di stipendio e si capisce perfettamente il loro stato di agitazione. «Noi non possiamo pagare le colpe degli altri» si legge in uno dei tanti striscioni che hanno “gridato” silenziosamente per strada.
Senza cercare esempi troppo complicati, con i dovuti distinguo, si potrebbe dire che ciò che sta accadendo a loro è simile a quello che succede a tutti noi siciliani quando ci etichettano come mafiosi. In mezzo all’accusa ci finisce anche chi mafioso non lo è.
La differenza tra noi e i lavoratori sta nel fatto che mentre facendo spallucce ogni giorno continuiamo a mangiare, loro pur alzando le spalle e anche le maniche della camicia, visto che giornalmente continuano a recarsi a lavoro, da diciotto mesi non portano il pane a casa. Cinquecentoquaranta giorni più o meno.
«Come si fa a non capire che l’ultima strada è andare a rubare?» Grida un signore che ha circa 60 anni. Nell’ultimo braccio di ferro contro la Regione, il 10 maggio scorso, erano tornati a casa con alcune promesse strappate al vento. «Terminata la prima annualità dell’Avviso 20 garantiremo la continuità dell’attività lavorativa. Nessuno stop.
La formalizzazione del nuovo piano avverrà la prossima settimana». Rassicurava l’assessore Nelli Scilabra. Ed il suo assistente faceva eco che sarebbero partiti anche i pagamenti degli stipendi arretrati, almeno di tre mesi. Peccato poi aggiungere che in ragioneria c’era un guasto. E a ben pensarci, dopo un anno e sei mesi di prestiti chiesti alle banche, chi di quelle famiglie che ieri manifestavano, anche per paura di perdere il lavoro, riuscirebbe a vedere un solo euro di quei tre mesi arretrati?
«La situazione è surreale. Drammatica. Si protesta per un diritto sancito dall’articolo uno della Costituzione Italiana. Il diritto al lavoro. La stessa Repubblica per la quale il 2 Giugno scorso tutta Italia festeggiava. Il Presidente Giorgio Napolitano qualche giorno fa chiamava tutti gli italiani ad essere all’altezza di questa Repubblica. Ma che altezza ha questa Repubblica? – commenta un manifestante - Il bilancio dei suicidi per la disoccupazione, i licenziamenti, le casse integrazioni hanno raggiunto livelli spaventosi. Eppure tutte le volte ci si stupisce. Ci dicono “bisogna fare di più”. Cosa esattamente?» La disperazione di questa gente è tangibile. Non serve sentirli parlare, n´ gridare. Basta guardarli negli occhi. Le loro richieste ieri erano le stesse riproposte da mesi: consentire il pagamento delle retribuzioni di ogni filiera (OIF, Formazione, Sportelli); l´ accelerazione di tutte le procedure per l´erogazione delle indennità di cassa integrazione in deroga; l´avvio di ogni procedura utile alla ricollocazione produttiva dei lavoratori licenziati; l´apertura dei tavoli permanenti di confronto sulle emergenze e sul futuro delle tre filiere. Basta parole, gridano. Vogliamo fatti.
«Il governo Crocetta è in carica da sette mesi e c´e´ gente che non riceve lo stipendio da più di un anno», sottolinea il rappresentante sindacale della Cgil Giusto Scozzaro. Alle 15, il governo ha ricevuto una delegazione sindacale di Cgil, Cisl e Uil.
Ad accoglierli solo gli assessori alla formazione Nelli Scilabra e alla famiglia, Ester Bonafede. Il governatore Crocetta era a Catania. I sindacati avevano stilato un documento mettendo nero su bianco le promesse fatte a voce lo scorso 10 maggio dallo stesso governo e finalmente alle 19:00 si arriva ad una soluzione. Oltre al 25% sbloccato la volta scorsa, l’assessore Scilabra si è impegnato a svincolare un ulteriore 30% di finanziamento dell’Avviso venti nei prossimi 10 giorni che riuscirà a garantire, per alcuni Enti, la totale copertura degli stipendi arretrati.
Altre novità sia per i prepensionamenti sia per gli sportelli multifunzionali sono state annunciate dalla delegazione all’uscita della riunione che è riuscita a far portare a casa dei lavoratori se non altro, una buona fetta di speranza.
Marina Angelo
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