Inserita in Salute il 04/06/2013
da redazione
La crisi non mette in ‘crisi’ la bellezza
E’ vero, dall’estetista ci si mette meno comodi sul lettino o per meno tempo. In ogni caso alla bellezza non ci si rinuncia. Gli italiani con la crisi rallentano i consumi di «servizi professionali» ma non rinunciano alla cura del corpo e ai prodotti di bellezza, spostando i loro acquisti verso il fai da te e verso creme, trucchi, prodotti per corpo e capelli, meno costosi, ma comunque garantiti per qualità e sicurezza.
È l´analisi dei comportamenti dei consumatori fatta da Unipro, che ha presentato questa mattina il Quarto Beauty Report elaborato insieme a Ermeneia.
I numeri parlano chiaro: -5% di consumi nei centri estetici e -6% per le acconciature, ma, spiega Gianandrea Positano, direttore Centro Studi Unipro, «le persone non rinunciano più al cosmetico» prodotto da «alta fedeltà ».
Infatti «il calo maggiore si registra nei canali professionali, che offrono servizi di bellezza, mentre per l´intero comparto il segno meno è solo dell´1,8%, poco più che fisiologico».
E gli italiani, secondo il Report, confermano questa lettura: tra il 30 e il 40% gli intervistati sostengono che la crisi «non ha cambiato sostanzialmente il consumo di prodotti cosmetici», ma c´è anche un 19,2%, un intervistato su 5, che resta convinto dell´importanza di «tenersi su specie nei momenti che sono più seri e con più problemi».
E per “consolarsi” della crisi stando attenti al portafoglio, sempre più gli italiani si rivolgono a canali desueti, che stanno tornando in voga, come la vendita diretta: gli acquisti per corrispondenza e porta a porta registrano anche nel 2012 un +2,2% (dopo i rispettivi +3,8% e il +3,6% del 2011).
Continua a crescere, tra i canali di vendita, l´erboristeria con un +5%. «Va bene la grande distribuzione - dice ancora Positano - e tiene la farmacia», che registra un piccolo calo del´1,4%. Il canale più in difficoltà è quello della profumeria classica, che perde il 4%.
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