Inserita in Cronaca il 31/05/2013
da redazione
Settori “edilizia” e “costruzioni” in macerie Protesta unitaria a Palermo contro la crisi
Dell’edilizia e delle costruzioni ormai si raccolgono solo macerie. Oggi da tutta la Sicilia, per la manifestazione regionale di protesta unitaria degli imprenditori di Ance Sicilia, Aniem, Legacoop, Cna Costruzioni e Anaepa Confartigianato, e dei lavoratori e disoccupati di Fillea- Cgil, Filca-Cisl e Feneal-Uil, al Foro Italico di Palermno, sono attesi oltre 50 pullman. Alle 9:30 da piazza Marina, partirà un corteo che raggiungerà piazza Indipendenza, sede della Presidenza della Regione siciliana.
Qui si svolgerà un comizio dei vertici regionali delle associazioni imprenditoriali e delle sigle sindacali che già ieri a Roma durante la “Giornata di mobilitazione nazionale del settore delle costruzioni” avevano mostrato una fotografia di un’Italia disastrosa: a fine 2012, i posti di lavoro persi nell´intera filiera delle costruzioni sono infatti 550mila. Nei primi 9 mesi del 2012, i sindacati citando dati Istat/Ance, il numero dei lavoratori operanti nelle costruzioni si è ridotto del 5,1% e la caduta dei livelli occupazionali registrata nei primi 9 mesi del 2012, secondo Fillea, Filca e Feneal, coinvolge sia i lavoratori alle dipendenze sia gli indipendenti.
E, secondo i sindacati, rispetto al 2008, in edilizia sono colati a picco, del 40%, gli investimenti pubblici. Dati che tracciano uno scenario che allarma l’intero stivale e, la nostra isola. Nella mattinata di oggi, una delegazione sarà ricevuta dal governo regionale.
A questa, scrivono i sindacati, «verrà consegnata la piattaforma di rivendicazioni: l’immediata creazione di lavoro produttivo; l’immediata esecuzione di tutti i pagamenti alle imprese edili dei debiti delle pubbliche amministrazioni (pari a 1,5 miliardi di euro); l’individuazione di chiare, efficaci e condivise politiche di sviluppo; l’utilizzo rapido ed efficace di tutte le possibilità di finanziamenti dell’Unione europea; l’allentamento del Patto di stabilità e la sua regionalizzazione e verticalizzazione; una reale legalità e sicurezza sul lavoro attraverso l’esercizio della potestà legislativa concorrente in materia e il potenziamento degli organi ispettivi; la realizzazione delle opere bloccate; un piano regionale straordinario di piccole opere immediatamente cantierabili di competenza degli enti locali». I dati raccolti sembrano dei bollettini di una guerra dentro la quale la parola crisi è stata il nemico di tutti. Un nemico che resta da combattere. Da vincere.
A.C.
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