Inserita in Cultura il 31/05/2013
da redazione
Platimiro Fiorenza Imprime la Sicilia nel mondo
Un artista del suo calibro non passa inosservato. A Trapani e nel resto del mondo. Se ne sono accorti anche a Catania. Per questo lo hanno chiamato sul palcoscenico degli awards del teatro Ambasciatori. Domani alle 19:00 l’ultimo corallaio trapanese, il maestro Platimiro Fiorenza, è atteso alla settima manifestazione internazionale di talenti made in Sicily, per ritirare il premio Lions Awards 2013. Dall’arte orafa al corallo, la sua professionalità ed il suo impegno sono stati capaci di imprimere il “rosso” dei mari della Sicilia nel mondo e per questo, saranno riconosciuti ufficialmente.
«Solo un pezzo di carta» direbbe qualche invidioso.
Eppure questa riconoscenza, domani, la riceveranno in pochi altri. Insignito con il Lions Award e il premio speciale “Faro Biscari” 2013, Marcello Sorgi, illustre penna della carta stampata nazionale. I Lions Awards e Globus Magazine Prizes, invece, saranno assegnati: a Nicola Legrottaglie, campione nella vita e nei campi di calcio; a Guia Jelo, attrice teatrale e cinematografica e al Maestro Bruno Biriaco, direttore della rinomata orchestra Galaxy Big Band, già drumleader jazz-rock dei mitici Perigeo. Lions Awards 2013 ai Violinisti in Jeans, vena compositiva e strumentale di un duo d’eccezione.
Artista di fama internazionale, Platimiro Fiorenza è l’ultimo corallaio trapanese rimasto di quella che invece a Trapani, una volta era un’arte condivisa. Un’arte che faceva economia: 25 circa le botteghe attive in città tanto da farla primeggiare nel mondo. A rappresentare quella che era più di una professione, c’era un’intera strada: via corallai. Altri tempi. Adesso il corallo trova il suo business a Torre del Greco. A tenere duro è lui, Platimiro Fiorenza nella sua bottega, l’ultima rimasta.
Bottega di arte e di vita, perch´ Fiorenza cerca di insegnare al di là del mestiere: umiltà, pazienza, rispetto, attenzione ed il valore, non soltanto delle cose. Anima artigiana e spirito contemporaneo, capace di spaziare dalla scultura alla poesia, dalla pittura al restauro, Platimiro prova a dare lezioni di rarità del mondo orafo. Oltre alle tecniche prova a trasferire piccoli segreti che alcuni giovani conservano ma altri perdono rincorrendo il tempo. Ma l’arte, quella vera, il tempo non lo conosce. Platimiro lo sa.
Lui fu letteralmente legato a quella del corallo, e più in generale all’arte orafa, a soli sette anni. Ad insegnarli il mestiere, fu il padre, il maestro Pasquale. Da lì la scuola di Arti e Mestieri con il maestro Li Muli e la collaborazione con il grande scultore Giò Pomodoro a Milano. Ma la vera storia di Platimiro Fiorenza è quella che racconta lui stesso attraverso sue opere d’arte in mostra in tutto il mondo.
Marina Angelo
photo credits: Nicola Bulgarella
|