Inserita in Politica il 25/05/2013
da redazione
Venti di guerra accomunano il PD e l´UDC alla Provincia
PD e Udc, ormai, dalle parti della provincia di Trapani (ma un po’ anche nel resto della Sicilia) sono quelli che si potrebbero definire due cuori e una capanna. Vanno, infatti, quanto più possibile assieme alle elezioni e vincono (o perdono) assieme. Assieme, dalle parti della provincia di Trapani, subiscono gli attacchi di quella che una volta veniva chiamata la “base del partito”. In questo caso, però, la base c’entra poco con i guai che stanno passando i due partiti in provincia di Trapani.
La diaspora interna al Partito Democratico provinciale va avanti da tempo e, proprio ieri, vi abbiamo raccontato dei malumori che sono stati esternati ufficialmente, con tanto di nota inviata ai vertici nazionali del partito, da 28 degli iscritti al partito provinciale. Dicono, i 28, che il Pd va riformato e che la classe dirigente che lo ha gestito negli ultimi anni ha sonoramente fallito. I malumori, però, sono molto presenti e forti anche in casa Udc. Dopo la presa di posizione dell’attuale sindaco di Marsala, Giulia Adamo, ieri è stata la volta del presidente provinciale del partito dello scudocrociato. Quello che si sta consumando in piena campagna elettorale è un vero e proprio strappo che, a occhio e croce, appare difficile possa essere ricucito. Gianni Pompeo, infatti, si è dimesso dalla carica. Il motivo della sua decisione è da ricercare in quel di Castellamare del Golfo dove l’Udc ha consegnato il simbolo ufficiale del partito al candidato di centrodestra Piero Russo (consigliere provinciale uscente nonchè capogruppo del Pdl).
Pompeo e Adamo sostengono che questa scelta è stata operata contro la decisione del direttivo locale del partito che aveva deciso di allearsi con il PD. “Era stato stabilito di mantenere l´alleanza con il Pd come già avvenuto in diverse altre elezioni amministrative della scorsa primavera e come avviene a Valderice - sostiene Pompeo - invece il simbolo è comparso nella coalizione con il Pdl e l´Mpa per volontà dell´onorevole Mimmo Turano, che ha trovato nei quadri dirigenti del partito il benestare". Pompeo, dunque, fa nomi e cognomi e va anche oltre parlando di vero e proprio atto che sfiducia chi crede nei valori e nelle regole democratiche: “L’Udc doveva puntare sul candidato naturale che era stato riconosciuto in Coppola”. Così come già fatto dai dissidenti del Pd anche lui chiama in causa i vertici del partito ed in particolare il Ministro Giampiero D´Alia per avere un chiarimento ufficiale. Le accuse che vengono mosse sono le stesse di quelle dei 28 PD: e cioè che si fa un uso personale dei partiti a scapito delle decisioni corali che vengono ratificate nei vari direttivi. Sembrava una campagna elettorale tranquilla. Sembrava.
NB
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