Inserita in Cronaca il 06/05/2015
da REDAZIONE REGIONALE
QUESTURA DI TRAPANI - Tentavano di truffare un alcamese: bloccati dalla Polizia due pregiudicati palermitani.
Con consumata professionalità, consacrata da innumerevoli precedenti penali accumulati negli anni, nella giornata di ieri avevano avvicinato un alcamese, proponendo il più classico dei raggiri, la cessione e il successivo acquisto di fantomatici brillanti. Protagonisti della tentata truffa due pregiudicati palermitani, C.V. e I.G. ed un terzo soggetto rimasto allo stato ignoto. La “trappola” era stata architettata secondo uno schema consolidato: uno di loro, spacciatosi per un soggetto portoghese con impellente bisogno di soldi, approcciato il malcapitato, gli prospetta la vendita di brillanti per alcune migliaia di euro. Nella conversazione si inserisce l’altro complice, che, proponendosi come intermediario, fa intervenire un terzo soggetto che, dopo aver valutato i brillanti, si propone di acquistarli per una somma maggiore. Nella dinamica negoziale il truffato avrebbe quindi percepito un immediato guadagno costituente la differenza fra l’acquisto che avrebbe effettuato nei confronti del finto portoghese e la successiva cessione al terzo soggetto ignoto. Al fine di bloccare la compravendita in favore del malcapitato, i due truffatori lo inducevano quindi a pagare una caparra che lo stesso si era impegnato ad andare a prelevare presso la sua abitazione. Il diabolico piano dei tre professionisti del raggiro, giunto quasi al termine, andava tuttavia in fumo grazie al tempestivo intervento degli agenti del Commissariato, che nei giorni precedenti avevano ricevuto segnalazioni in ordine alla presenza sospetta in Alcamo di tre individui palermitani. Dopo un precipitoso inseguimento, i poliziotti bloccavano C.V. e I.G., mentre il terzo soggetto si dava alla fuga facendo perdere le proprie tracce. Ricostruita la vicenda, i due venivano sottoposti a perquisizione personale, che consentiva il rinvenimento e sequestro dei 5 brillanti, contenuti all’interno di un borsello e di un arnese di lavoro, ossia una piccola scatoletta rettangolare contenente una lente d’ingrandimento utilizzata sistematicamente per l’analisi ravvicinata e la falsa valutazione delle pietre. I due pregiudicati sono stati deferiti alla Procura della Repubblica per truffa. Il brillante risultato operativo è il prodotto della costante attenzione rivolta dal Commissariato cittadino verso la repressione dei reati ascrivibili alla microcriminalità.
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