Inserita in Un caffè con... il 14/04/2015
da REDAZIONE REGIONALE
Roberto Tumbarello - Diario del 14 aprile
DIARIO di Roberto Tumbarello di martedì 14 aprile 2015
Generazioni in fotocopia Nessuno chiede nulla né protesta per i disagi cui il governo ci sottopone. Almeno, lasciateci in pace. La mancanza di idee e iniziativa è totale. La stampa è addomesticata, l’opposizione inconsistente. Siamo rassegnati ad attendere, stoltamente fiduciosi e pazienti una ripresa che non si profila neppure all’orizzonte. I provvedimenti sono populisti, come avviene da vent’anni. Che bisogno c’è, allora, di prenderci in giro, ricordandoci continuamente che questo governo non mette le mani nelle tasche degli italiani? L’espressione è volgare, e il contenuto falso. Rincarano energia, trasporti, parcheggi, contravvenzioni, ticket sanitari. Continuano a chiudere imprese e persino gli ospedali. Le famiglie numerose sono state private dei benefit. La miseria è epidemica, per ora riguarda un terzo della popolazione. Più aumento di questo?! Il ricambio generazionale è fallito, è la riproduzione della gestione precedente, con gli stessi schemi, il medesimo format e persino l’esatto comportamento dei personaggi, seppure ringiovaniti. L’ambizione di ricoprire ruoli inadeguati penalizzerà soprattutto le nuove generazioni, anche i loro figli che si credono privilegiati.
Il vantaggio di essere liberi Non lo confessò solo al sacerdote ma pubblicamente, perché tutti sapessero che aveva mentito e se ne vergognava. Non solo per liberarsi da un peccato, ma per riguadagnare la libertà. Günter Grass, morto ieri a 87 anni, non era stato costretto ad arruolarsi nelle SS combattenti. Si era arruolato volontario. A 16 anni è facile cadere nel tranello nazionalista del tiranno. Del resto, molti antifascisti italiani da giovani vinsero un Littoriale. Seppure pentito, per più di mezzo secolo fu tormentato da un segreto che lo privò persino della gioia di ricevere il Nobel. A 80 anni finalmente il bisogno di rimuovere lo scheletro dall’armadio. Dopo la catarsi poté accusare la Merkel di alimentare in Europa, con l’esagerata politica del rigore, pregiudizi antitedeschi. Siamo indebitati e corrotti: non siamo in grado di dare lezioni agli altri! Mentre noi, non avendo la coscienza pulita, non possiamo farlo.
Si salvi chi può Anche se c’è chi dice che la Padania è più evoluta, è dal sud che comincia tutto ciò che di buono o negativo accade nel paese. Dall’unità d’Italia in poi. Adesso è la volta del crollo e si parte dall’autostrada Palermo-Catania. Cede un pilone sotto una frana. Era in ritardo, perché prevista e già segnalata da diversi anni. Quelli dell’ANAS, però, non sembrarono preoccupati. Eppure, bastava poco per mettere il terrapieno in sicurezza. Adesso ci vuole un capitale. Sono precipitati milioni di metri cubi di terra. Grazie alla compiacenza celeste non passava nessuno. Solo danni, tantissimi, irreparabili, nessuna vittima. Non ci sono neppure collegamenti alternativi perché anche le strade secondarie sono inagibili. Povero meridione, gestito da uomini inetti da quando in Italia i mediocri hanno diritto di prelazione. I Mille lo resero celebre. Ora in migliaia lo stanno divorando. Li abbiamo provati tutti. Ci mancava solo la minaccia di colonizzazione della lega. Anche se sono anni che si burlano dei terroni, finiremo col farci raggirare anche da loro, credendoli migliori. Invece, sono come tutti gli altri. Anzi, peggiori. Eppure è diffuso il voto di scambio, ma non a vantaggio dell’elettore.
Per superati limiti d’età Nel 2005 Hillary Clinton aveva 58 anni, l’età giusta per candidarsi alla Presidenza USA. Forse sarebbe stata lei la prima donna alla Casa Bianca. Era la fine del primo mandato di Georges Bush, che non godeva più di grande popolarità, perché proclamato nel 2001 senza aver vinto l’elezione. Aveva pure commesso tanti errori che gravano ancora sugli Stati Uniti. Ma la senatrice, ex First Lady, non ebbe il coraggio di battersi con un presidente uscente, consentendogli, così, di combinare guai per altri quattro anni. Disastrosa fu soprattutto la guerra contro i talebani, secondo lui, responsabili del tragico 11 settembre. L’ISIS è una delle conseguenze di quella politica estera scellerata. In effetti, Hillary Rodham sarebbe la persona giusta per succedere a Obama. Ma tra due anni e mezzo, quando scadrà questa presidenza, avrà 70 anni. Sarà, sì, molto più giovane di Montezemolo quando nel 2024 assumerà la presidenza delle Olimpiadi di Roma. Ma a quell’età, in America, solo i giudici della Corte Suprema non sono ancora in pensione.
L’abito fa ancora il monaco Basta essere benvestito e mostrare un tesserino qualsiasi per eludere i controlli ed entrare ovunque sia severamente vietato. Magari, pure in aeroporto e chissà in quali altri luoghi inaccessibili senza perquisizione. E vorremmo dichiarare guerra ai terroristi. Dio non voglia che si accorgano di noi. Nella strage del Palazzo di Giustizia – non di Caserta o di Enna, né di Campobasso, ma in quello di Milano, dove anche l’inaffidabilità è di eccellenza – c’è il ritratto nitido dell’Italia con i suoi limiti e la sua pochezza. L’apatia, le contraddizioni, l’inefficienza, la disorganizzazione, i disservizi, l’irresponsabilità, la pigrizia, la superficialità, le disfunzioni, l’ignavia sono solo alcuni dei nostri difetti. Gli esaltati, che non sono cretini come chi è addetto ai controlli, sanno bene come eluderli. Adesso c’è anche una vena di follia che dilaga e ci rende ancora più vulnerabili. Tanto che, per adeguarsi al trend sociale, il nuovo protagonista della pubblicità di Italo-treno è un pazzo. Con uno spot inadeguato e diseducativo, ma consentito in un paese senza regole né disciplina, era prevedibile una riduzione di personale. Gentiloni e Pinotti, dimenticando che non sappiamo neppure sorvegliare un ingresso, annunciano reazioni contro l’ISIS. Mentre da Palazzo Chigi arrivano proclami di un’inesistente ripresa economica. I due ministri cercano di intimidire i terroristi, mentre il governo si burla dell’Europa e degli italiani. Gli stranieri non ci cascano più. Noi, invece, sì.
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