Inserita in Un caffè con... il 11/04/2015
da REDAZIONE REGIONALE
Roberto Tumbarello
In democrazia la libertà deve essere illimitata e incondizionata. Il solo confine è la libertà degli altri. Sono i mediocri, gli ignoranti e i corrotti a non apprezzarla e volerla limitare
DIARIO di Roberto Tumbarello di sabato 11 aprile 2015
Giochi di potere Si sentono le meningi degli ingenui spremersi da quando De Luca vinse le primarie in Campania. Nessuno si spiega come sia possibile candidare un personaggio ineleggibile. Del mistero si parla nei talk show, nei dibattiti, in casa. Inutilmente. Non emerge alcuna logica. A nessuna bambola parlante è stata data la carica per illuminare l’elettorato. La teoria più gettonata, ma impossibile, è che sarà rivista la legge Severino che impedisce a un condannato, seppure solo in primo grado, di diventare presidente di regione. Ma modificare una norma richiede tempo, mentre le elezioni sono tra poche settimane. Come mai, a tanta intellighentia cui abbiamo affidato, incoscienti, la gestione delle nostre vite è sfuggito questo semplice divieto? È impossibile. Ci sono già alcuni precedenti. Nessuno può fare un simile errore. Ci deve essere una ragione che ci sfugge. Ecco perché si fa strada il sospetto che il PD abbia voluto appositamente eliminarsi per far vincere l’avversario. Chissà come mai. Magari è una delle clausole contenuta nel Patto del Nazareno. Sarà forse geniale ma inaffidabile, come la maggior parte dei recenti accordi. Speriamo che la vera spiegazione, magari banale, sia, però, leale.
Incentivi paralleli La polizia a Genova – al G8 del 2001 – esagerò di propria iniziativa. Non ci fu alcun movente, né mandanti. Fecero una carneficina di loro iniziativa perché avevano in antipatia quegli studenti. Qualcuno fu giustamente condannato, ma fece, poi, una strepitosa carriera in attività completamente diverse e più remunerative. Fu, però, una coincidenza che fossero tutti premiati. Altri se la cavarono grazie alla prescrizione. Ci fu persino chi, assolto, perdette i vantaggi goduti dai colpevoli. La settimana scorsa la Corte europea ci ha tirato le orecchie perché non fu solo repressione violenta, come per 14 anni abbiamo fatto credere agli sprovveduti, ma tortura. Reato sconosciuto, ma subito in cantiere. Non si cercano gli ispiratori. Non ce ne furono o non si vogliono individuare? Magari sarebbero applauditi e più votati, se per caso fossero politici. La violenza affascina l’elettore perché va di pari passo con la dabbenaggine. Non stupiamoci, quindi, di essere il fanalino di coda in Europa.
Come sprecare la vita Col cellulare e l´iPhone crediamo di avere risolto il problema della noia. In treno o in aereo, in tram e in autobus, persino in macchina se fermi al semaforo, nelle sale d’aspetto, dal parrucchiere o dal dentista, giovani e adulti, uomini e donne, parliamo o chattiamo, navighiamo su internet o su Facebook, scriviamo email o mandiamo sms. Persino gli autisti di autobus con l´auricolare, che la legge autorizza alla guida, come se il cervello sia in grado di controllare due azioni contemporaneamente. L’uso di tali strumenti va sostenuto per incrementare i consumi. Sprechiamo, così, preziosi e irrecuperabili momenti di vita, che, nel frattempo scorre inesorabile. Ci annoiamo perché non abbiamo interessi di alcun genere. Eppure, davanti a noi passa un film sempre diverso e inedito, meraviglioso. Si alternano rumori, odori, colori, persone, bellezze naturali e artistiche di cui non godiamo perché, essendo ormai abituati alla banalità e alla superficialità di conversazioni inutili, non li apprezziamo. La tecnologia non procura sensazioni. Guardandoci attorno, invece, ovunque ci troviamo, tutti i nostri sensi possono esplodere e gioire. Mentre noi li usiamo stoltamente soprattutto per le funzioni fisiologiche. Il gioco dello scaricabarile Diktat. Le telecamere non possono entrare all’Expo fino al giorno dell’inaugurazione. In Italia anche il problema della disorganizzazione e dell’inefficienza si risolve nascondendolo. Abbiamo poco più di due settimane di tempo per inventarci una giustificazione. Non sarebbe facile. Ma da un po’ di tempo siamo insuperabili nell’inventare balle e soprattutto nel farle credere. Il segreto da custodire è l’assurdo ritardo nei lavori. Il più indietro, ovviamente, è il padiglione italiano. Non si saprà mai di chi è la responsabilità. Non cerchiamo mai i colpevoli, che potrebbero rivelare l’intera rete delle complicità. Per recuperare il tempo sprecato, si dovrebbe lavorare H/24. Ma non ci sono più i fondi per pagare lavoro notturno e straordinario. Sono spariti. Non solo le nozze, anche l’Expo ora facciamo con i fichi secchi. Doveva essere un’occasione di rilancio per il paese. Un tempo eravamo apprezzati per gli spaghetti, la pizza e il mandolino. Oggi additati per la corruzione.
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